Sarà un’udienza itinerante la prossima del processo d’Appello per l’omicidio di Simona Floridia, la 17enne di Caltagirone (in provincia di Catania) scomparsa il 16 settembre del 1992 e il cui corpo non è mai stato ritrovato. A oltre trent’anni di distanza dai fatti, in primo grado è già stato condannato a 21 anni di carcere Andrea Bellia. Un uomo, che continua a professarsi innocente, che all’epoca dei fatti faceva parte della stessa comitiva di amici della vittima. E dallo stesso ambiente arriva anche il suo principale accusatore Mario Licciardi: l’ex fidanzato di Simona Floridia che sostiene di avere ricevuto proprio da Bellia la confidenza su come sarebbero andate le cose. Un segreto che Licciardi avrebbe condiviso poi con Rossella Figura – all’epoca la sua ragazza e oggi sua moglie – in una conversazione telefonica intercettata registrata. È stato questo dialogo, che risale al pomeriggio del 16 settembre del 1993 (esattamente un anno dopo che di Simona Floridia si era persa ogni traccia), a portare alla riapertura del processo a un quarto di secolo di distanza.
E, così, il 22 luglio si tornerà a fare un sopralluogo a Monte San Giorgio. La richiesta di ispezionare di nuovo i luoghi sulla montagna che sovrasta Caltagirone era stata avanzata dal pubblico ministero. È lì infatti che, stando alla ricostruzione di Licciardi – che sarà presente nel corso dell’ispezione insieme alle parti, all’intera corte e agli addetti ai lavori – l’imputato avrebbe fatto sparire la minorenne. Come avvenne nel corso dell’incidente probatorio – come ha ricordato l’avvocato di parte civile Giuseppe Fiorito – anche questa volta il sopralluogo sarà registrato con delle videoriprese. Un’ispezione che dovrebbe servire a chiarire se fosse possibile per Bellia salire sulla montagna percorrendo il sentiero con un mezzo a due ruote. La difesa, rappresentata dall’avvocata Pilar Castiglia, è convinta di no.
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