«Oggi, e di questo sono contento, ho concorso al battesimo di fuoco del sindaco». Inizia così la conferenza stampa del ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, impegnato questo pomeriggio a presiedere il comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica nella sede della prefettura di Catania. Accanto a lui la prefetta Maria Carmela Librizzi e il nuovo sindaco […]
Il ministro dell’Interno a Catania. «Non serve un cambio di passo sulla sicurezza. Entro fino 2023 una decina di unità in più»
«Oggi, e di questo sono contento, ho concorso al battesimo di fuoco del sindaco». Inizia così la conferenza stampa del ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, impegnato questo pomeriggio a presiedere il comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica nella sede della prefettura di Catania. Accanto a lui la prefetta Maria Carmela Librizzi e il nuovo sindaco Enrico Trantino. Proprio quello della sicurezza è stato uno dei temi piú caldi dell’ultima campagna elettorale.
Chi si aspettava l’arrivo dell’esercito però dovrà ricredersi. «Abbiamo fatto una ricognizione sui temi della sicurezza a Catania che, però, non sono distanti dagli altri che interessano le città metropolitane – spiega Piantedosi – Abbiamo rassicurato il sindaco in termini di impegno per un fabbisogno di sicurezza che viene dalla cittadinanza. Posso dire che ci saranno dei servizi mirati con la convocazione dei tavoli per la sicurezza per quanto riguarda le piazze di spaccio e la mala movida, su cui ho dato assoluta disponibilità su ogni integrazione di risorse. Non c’è bisogno di un cambio di passo ma di un rinnovato impegno».
In città continueranno ad operare i 16 militari impegnati nell’operazione Strade sicure ma il ministro ha assicurato l’impegno sul tema della videosorveglianza con i fondi sulla sicurezza urbana e finanziamenti già predisposti, per le città metropolitane, fino a un milione di euro. Per quanto riguarda gli organici è in corso un «programma nazionale di progressivo ripianamento che ha già visto le prime assegnazioni. A fine anno, tra chi entra e chi esce, ci sarà qualche decina di unità aggiuntive per Catania».
Altro nodo al pettine è quello delle baby gang e della dilagante mala movida: «Sono regolari fenomeni di tante altre realtà metropolitane. Non possiamo spegnere le città e il loro fermento anche economico ma questi fenomeni possono conciliarsi con controlli serrati e interventi sui locali». Da Catania ad Acireale, città che domenica torna alle urne per il ballottaggio con in corsa l’ex sindaco Roberto Barbagallo. Una nuova corsa alla fascia tricolore dopo l’arresto che nel 2018 fece concludere in anticipo il suo mandato. Barbagallo, poi condannato in primo grado, ha ricevuto a pochi giorni dal primo turno un avviso di garanzia e nei giorni scorsi sono stati resi pubblici, attraverso un’informativa di polizia, i suoi incontri con personaggi legati al clan mafioso dei Santapaola-Ercolano.
«Prima di istituire la commissione prefettizia per fare delle verifiche sul Comune bisognerà capire se questo signore verrà eletto – dice il ministro – Poi capiremo se ci sono i presupposti e la prefettura di Catania su questo assicura il solito e puntuale impegno». Estremamente soddisfatto dal tavolo il sindaco Trantino. «Ringrazio il ministro che ha fornito delle rassicurazioni – spiega – Devo dire che è rimasto impressionato (in negativo, ndr) dalla dotazione del nostro corpo di polizia municipale. Si è detto disponibile a dei correttivi per quando riguarda la legislazione sulle assunzioni ma anche per quanto riguarda la proroga di 42 agenti che presto andranno in scadenza».