Piano Giovani e Youth Guarantee, due occasioni perse per la Sicilia?

I RITARDI DEL GOVERNO REGIONALE NELL’ATTUAZIONE DEL PROGRAMMA NAZIONALE E DEL PIANO EUROPEO DIRETTO AI SOGGETTI TRA I 15 ED I 29 ANNI PER CONTRASTARE IL FENOMENO NEET METTONO SERIAMENTE A RISCHIO IL LAVORO DEL FUTURO IN SICILIA

Dalla conferenza stampa di ieri apprendiamo novità importanti per il mondo della Formazione professionale. L’assessore, Nelli Scilabra, ha annunciato: “I bandi del Piano giovani saranno pronti entro fine mese, al massimo ai primi di giugno”.

Gli ha fatto eco l’assessore al Lavoro, Giuseppe Bruno, sul tema degli sportelli multifunzionali: “C’è l’intenzione di garantire i 1800 lavoratori degli sportelli multifunzionali. Ma la priorità per questo Governo è quello di puntare sulle ‘garanzie giovani’ per dare risposte ai giovani dai 15 ai 29 anni”.

Dichiarazioni shock per chi come noi segue da diciassette mesi le vicende della Formazione professionale e racconta delle ‘gesta’ dell’esecutivo del presidente Rosario Crocetta. A leggere queste parole ci rendiamo conto di quanto il Governo regionale sia scollegato con lo ‘stato di necessità’ dei siciliani e, nello specifico, dei dieci mila operatori del sistema formativo regionale.

Cominciamo col dire che non ci convincono affatto i contenuti di quanto affermato dagli assessori citati. I ritardi nell’avvio delle misure previste dal Piano giovani sono sotto gli occhi di tutti. Eppure…

Cerchiamo di capirci qualcosa.

Il Piano giovani, con una dotazione di 452 milioni di euro, è stato varato il 21 giugno 2012 dal precedente Governo regionale con la delibera di Giunta n.215. I soldi c’erano e occorreva solamente spenderli. Poi sono arrivate le elezioni regionali e dopo il risultato elettorale del 28 ottobre il Governo Crocetta avrebbe potuto avviare le azioni finalizzate alla riorganizzazione del sistema formativo regionale.

Nell’arco di pochi mesi si sarebbe potuto fare. Ed invece non è successo nulla. Come mai dopo diciassette mesi si continua a parlare di bandi che sarebbero pronti, ma che non vengono mai alla luce? A noi sembrano veramente tanti, troppi i mesi, periodo in cui il Governo regionale, che si è ritrovato uno strumento “pronto uso”, avrebbe potuto evitare quella che è stata poi la “macelleria sociale” di cui si è macchiato il presidente Crocetta e la sua giunta.

Per riqualificare e potenziare il sistema formativo regionale per conseguire l’obiettivo di miglioramento della efficienza ed efficacia dell’offerta nel settore della Formazione professionale rivolta ai giovani sarebbe stato sufficiente adottare le attività e gli strumenti previsti dalla strategia d’intervento del Piano giovani.

Ci sono quarantacinque milioni di euro mai spesi in tutti questi mesi. Con una cifra così importante si sarebbero potute avviare alcune azioni che avrebbero potuto evitare i licenziamenti, le eccedenze di personale, l’impoverimento economico delle famiglie degli operatori.

Sarebbe bastato gestire il processo di mobilità del personale secondo le norme regionali in vigore evitando i licenziamenti e utilizzando una parte della citata dotazione finanziaria, e cioè ventotto milioni di euro, per destinare al Fondo di cui alla legge regionale n.10 del 7 giugno 2011. Misura “pronto uso” ed a sostegno della mobilità del personale in esubero che invece attende tra tanti mesi di conoscere il proprio destino. Misura utile anche per iniziate il processo di esodo di parte del personale iscritto all’albo regionale degli operatori.

La misura citata prevede inoltre la concentrazione e aggregazione tra gli enti. E poi altre azioni realizzabili gli interventi specialistici per il ricollocamento lavorativo con una dotazione di tre milioni e mezzo, la riqualificazione del personale degli enti con risorse pari a otto milioni e mezzo. Ed infine per la riorganizzazione aziendale degli enti formativi, per la sperimentazione dei sistemi di certificazione ed il rafforzamento del modello di accreditamento altri cinque milioni che non sono mai stati messi in pista.

L’assessore Scilabra è a conoscenza che in base alla cosiddetta “clausola di flessibilità” tutti gli interventi a valere sul Fesr per il quindici per cento finanziano interventi previsti dal Fondo sociale europeo con corsi di formazione ed avviamento al lavoro? La complementarietà tra il Piano operativo Fse ed il Piano giovani avrebbero potuto finanziare la riedizione, per esempio, dell’Avviso 19/2011, scaduto il 31 dicembre 2013.

Sarebbe stato sufficiente assumere impegni giuridicamente vincolanti per dare seguito a quanto altri avevano programmato. Ma non è andata così.

Passiamo al responsabile della delega governativa al Lavoro.

L’assessore Bruno ha parlato di garantire tutti gli operatori degli interventi formativi e di puntare sui giovani. Anche se nuovo rispetto al Governo Crocetta prima versione, ha imparato in fretta l’arte dello spot.

Dovrebbe sapere, l’assessore Bruno, che il Piano giovani ha messo a punto nell’ambito” Occupabilità” del Piano, un sistema di azioni e strumenti volti a promuovere il successo formativo e professionale di tutti i giovani, aumentando l’occupabilità dei giovani Neet (Not in Education, Employment or Training).

Per i tirocini formativi è prevista una dotazione di ventiquattro milioni. Bonus occupazionali di cinque mila euro destinati alla copertura delle spese sostenute per l’avvio di attività autonoma. Ed ancora, risorse per nove milioni con l’incentivo all’occupazione riconosciuto alle imprese che a fine percorso decidano di assumente il tirocinante. Oltre alle misure previste per l’apprendistato.

L’assessore Bruno è stato posto a conoscenza dalla dottoressa Anna Rosa Corsello, dirigente del dipartimento regionale Formazione professionale con l’interim al Lavoro, che insistono diciannove milioni di euro a valere sul Piano giovani? Risorse che avrebbero potuto mettere a punto un sistema a rete per l’erogazione delle politiche attive del lav oro in Sicilia preparando gli uffici periferici del dipartimento Lavoro alla gestione del programma “Youth Guarantee”?

Il Governo regionale precedente aveva previsto un sistema misto di accreditamento dei Servizi al lavoro stanziando un milione e mezzo per l’accreditamento di soggetti in possesso dei requisiti specifici. Misura destinata attraverso un apposito bando pubblico sia ai sessantasei Centri per l’Impiego dell’Isola che alle Agenzie private per il lavoro per un numero complessivo di 200 soggetti.

Si sarebbero potuti riqualificare, per esempio, mille lavoratori dei Servizi per l’impiego in Sicilia sia per le misure di politica attiva del Lavoro previste dal Piano giovani che per le azioni individuate dal programma della “Garanzia Giovani”. Ed invece, alla scadenza col programma comunitario di valorizzazione dei giovani trai quindici ed i ventinove anni la Sicilia si è presentata con un ritardo incredibile divenendo il fanalino di coda di tutt’Italia.

Che ha fatto il Governo regionale con i tre milioni di euro stanziati per la messa a punto e l’attuazione dell’anagrafe scolastica? E dopo undici anni dall’entrata in vigore della legge Biagi (del 14 febbraio 2003, n.30), perché è ancora al palo la sperimentazione del libretto formativo? Eppure la misura è prevista dal Piano giovani con una dotazione di due milioni e mezzo di euro.

Siamo di fronte al fallimento di un anno e mezzo di gestione del dipartimento Lavoro in Sicilia con l’aggravio che si poteva evitare la “macelleria sociale” avendo le risorse e gli strumenti già approvati dall’Unione europea e dallo governo nazionale.

Le rassicurazioni delle scorse ore da parte del presidente Crocetta, dell’assessore Bruno e della giovane Nellina non incantano più. Serve una scossa per salvare la Sicilia.

Il passaggio delle elezione europee si rivelerà decisiva per cambiare l’inerzia ed evitare la catastrofe economica e politica?

 

 


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