Palermo, le sedute proseguono a casa Accardi: «Vorremmo vincere sul campo»

Anche il Palermo, chiaramente, continua a navigare a vista. Attenendosi alle disposizioni del decreto ministeriale di ieri, il club ha ufficializzato il prolungamento della sospensione delle sedute di gruppo fino al 13 aprile salvo nuove indicazioni. I rosanero, di conseguenza, continueranno ad allenarsi individualmente tra le mura domestiche e, a questo proposito, da due giorni i giocatori hanno la possibilità di intensificare i loro programmi utilizzando le cyclette (venticinque in tutto) messe a disposizione dalle Palestre Body Studio su iniziativa della società («Da adesso avremo la possibilità di introdurre nel piano atletico un nuovo lavoro di resistenza per aumentare il dispendio energetico e migliorare l’efficienza dell’apparato cardiovascolare», ha spiegato al sito ufficiale il preparatore atletico rosanero Marco Petrucci), sempre pronta a mettere la squadra nelle migliori condizioni per potere svolgere il proprio lavoro. Pure in un momento delicato come questo in cui occorre sacrificio e capacità di adattamento ad un nuovo contesto.

«Anche in questa emergenza il Palermo ha dimostrato di essere di categoria superiore – ha sottolineato Andrea Accardi in un’intervista rilasciata al sito ufficiale – chi lavora in questa società, oltre ad avere una professionalità da top club, ha un cuore grande. Il gesto del presidente Mirri di regalarci le sfince di San Giuseppe è stato splendido, rappresenta al meglio la bontà di quest’uomo e la sua voglia di far crescere il senso di appartenenza anche a chi non è palermitano. Quelli che hanno più anni di me dicono che ricorda in tutto lo zio Renzo Barbera, il più amato di sempre. Anche nel giorno di Santa Lucia ha voluto farci un regalo facendoci consegnare al campo le arancine e pregandoci di non sbagliare la vocale finale: le abbiamo assaggiate tutti e due giorni dopo abbiamo vinto a Castrovillari. Oltre al presidente – prosegue – i direttori Sagramola e Castagnini sono costantemente presenti e al nostro fianco, così come lo staff tecnico, i medici, i fisioterapisti, il team manager, i magazzinieri sempre disponibili per qualsiasi nostra esigenza. Questa settimana ci hanno consegnato a casa le cyclette per potere potenziare la preparazione, roba da non credere per la serie D. Non ci manca davvero nulla. Tutto ciò non ha niente a che vedere con la quarta serie, categoria in cui alcune squadre non pagano gli stipendi addirittura da ottobre, per questo motivo abbiamo l’obbligo di tornare al più presto dove questo club, assieme alla città e alla sua gente, merita di stare».

Il difensore classe ’95, che ha mandato un abbraccio virtuale all’amico ed ex compagno Nino La Gumina risultato positivo di recente al Coronavirus, freme dalla voglia di mettersi alle spalle questo periodo di stop forzato e tornare presto alla normalità: «Da palermitano sono fiero del senso di responsabilità che i miei concittadini (al netto della minoranza che non rispetta le regole e che in un video è stata bacchettata anche dal sindaco Leoluca Orlando, ndr) stanno dimostrando in questi giorni. Hanno capito che bisogna stare a casa per sconfiggere il virus. Sono vicino a chi sta soffrendo per questa crisi, non soltanto chi è stato contagiato ma anche chi è in cattive condizioni economiche. Per un genitore è una tragedia non potere garantire un pasto ai propri figli, per questo è fondamentale che le istituzioni sostengano concretamente coloro che in questo momento non possono lavorare e allo stesso tempo condanno qualsiasi episodio di violenza che rovina l’immagine di un intero popolo».

Il numero 4 rosanero, con uno score di 16 presenze di cui 10 da titolare finora in questo campionato, è rimasto spiazzato dagli sviluppi di una situazione che presenta tanti elementi di criticità: «Non immaginavo di potere mai vivere un’esperienza simile ma ho la convinzione che l’essere umano, seppur con qualche disagio iniziale, abbia la capacità di adattarsi a qualsiasi cambiamento. Io sto vivendo l’isolamento con i miei genitori, non vedo da giorni la mia fidanzata Alessia, mia sorella, mio fratello e i miei nipoti. Non vedo l’ora di abbracciare i miei cari e i miei compagni, ricondividere lo spogliatoio, fare una super cena di squadra e tornare ad essere quel fantastico gruppo unito che ha fatto la differenza in questi mesi». E che vorrebbe mettere il punto esclamativo raggiungendo l’obiettivo prefissato all’inizio della stagione: «Vorremmo vincere il campionato sul campo, sarebbe una gioia immensa, ma devono esserci le necessarie condizioni di sicurezza e al momento è difficile azzardare previsioni. Ci siamo fermati poco prima del rush finale, c’erano le giuste condizioni per l’allungo decisivo e adesso non possiamo fare altro che allenarci sodo come se avessimo la certezza che torneremo presto a giocare. È l’unico modo per mantenere al massimo gambe e testa».

Antonio La Rosa

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