Ong, pm di Ragusa chiedono convalida del sequestro Solidarietà agli attivisti, anche con sciopero della fame

La Procura di Ragusa ha chiesto la convalida del sequestro della nave della ong spagnola ProActiva Open Arms. La decisione spetta adesso al giudice per le indagini preliminari del Tribunale ibleo. L’imbarcazione usata dall’organizzazione è stata fermata nel porto di Pozzallo lo scorso 18 marzo, dalla Procura distrettuale di Catania nell’ambito dell’inchiesta sul salvataggio in acque internazionali di 218 migranti lo scorso 15 marzo, quando la ong non ha obbedito agli ordini impartiti dalla guardia costiera libica che voleva prendere a bordo i disperati per riportarli in Nord Africa.

Il gip etneo, Nunzio Sarpietro, ha convalidato il sequestro per il reato di immigrazione clandestina contestato al comandante Marc Reig Creus, alla capo missione Ana Isabel Montes Mier e al coordinatore della ong, Gerard Canals, ma non quello di associazione a delinquere finalizzata all’immigrazione clandestina. La competenza è così passata a Ragusa. Adesso, il procuratore Fabio D’Anna e il sostituto Santo Fornasier hanno depositato la richiesta di convalida del fermo.

Intanto, i pubblici ministeri etnei Andrea Bonomo e Fabio Regolo nei giorni scorsi hanno notificato al capitano e alla capo missione un avviso a comparire per essere interrogati in qualità di indagati. Creus e Mier, però, non si sono presentati davanti ai magistrati. L’avvocata Rosa Emanuele Lo Faro ha contestato con una nota l’efficacia giuridica dell’atto, sostenendo che la competenza adesso è esclusivamente della procura ragusana. Il pm Bonomo ne ha preso atto e per il momento ha deciso di non procedere all’accompagnamento coattivo per procedere con l’interrogatorio, nonostante ne abbia facoltà. Nel frattempo, gli indagati sono tornati in Spagna per il normale avvicendamento dell’equipaggio, autorizzato dalla procura di Ragusa. La ong si sta organizzando per portare avanti i salvataggi in mare con una delle altre due imbarcazioni a sua disposizione.

Il sospetto degli attivisti spagnoli è che la Procura di Catania possa essersi mossa con particolare celerità per dare seguito alle accuse mosse dal procuratore capo Carmelo Zuccaro lo scorso anno. La solidarietà alla ong è arrivata con manifestazioni e sit-in organizzati in varie città italiane e spagnole per ricordare che «salvare vite umane non è reato». 

Intanto, dallo scorso mercoledì 4 aprile il militante pacifista Nicola Alessandro Arboscelli, detto Irpo, ha iniziato uno sciopero della fame che diventerà anche sciopero per la sete «per la liberazione della nave Open Arms e per bloccare i respingimenti in Libia, frutto di trattati e accordi scellerati italo-libici sui migranti». L’attivista – che ha partecipato alla protesta contro il Muos di Niscemi, anche salendo su una delle antenne della base Usa – porterà avanti la propria protesta davanti alla procura e nelle piazze di Ragusa e al porto di Pozzallo


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