L'oleandro sradicato tempo fa da via di Sangiuliano ci racconta i suoi ultimi momenti di vita in quella che si presuppone la sua ultima lettera
Oleandro è sempre più triste. La sua fine si avvicina
Cari ragazzi.
Vi scrivo la mia ultima missiva dal vivaio comunale di Catania. Proprio quello ai confini del mondo, ops…! Ai confini con Misterbianco. Spero per voi che l’ultimo video, contenente la decapitazione del mio carissimo amico ingegner Turi Oleandribus, non sia finita sulle televisioni nazionali. La scena era davvero raccapricciante; lo avevano illuso che sarebbe tornato ben presto nel salotto barocco di via di Sangiuliano… e invece no! Lo hanno ucciso perché sapeva troppo, sapeva in anticipo che giorno 18 novembre, i giardinieri comunali, avrebbero piantato al nostro posto dei giovanissimi oleandri. Proprio stamattina, i miei amici della Facoltà di Lingue, mi sono venuti a trovare, o meglio, a darmi il definitivo addio. Mi hanno portato una foto top-secret raffigurante i giardinieri comunali, i quali stavano piantando nuovi e striminziti Oleandri, proprio nel posto in cui io e la buon anima dell’ingegner Turi, troneggiavamo da quasi cent anni.
Ormai sono più che rassegnato alla mia triste fine; non vi sarà più posto per me in questo mondo, e ancora non capisco bene i motivi di tutto ciò. Nessuna delle cure che c’erano state promesse dal sindaco, c’è stata somministrata.
Chissà se la mia amata Oleandra, che ancora si trova alla fine della salita di Sangiuliano sa della fine di noi tutti. Chissà se anche per lei lo sradicamento forzato (con conseguenti “finte cure”) è vicino. Stamattina, subito dopo l’uccisione di Turi mi è arrivata una telefonata urgentissima da parte di uno dei secolari alberi di piazza Palestro. Il mio amico Dario Il Centenario ha paura di fare la fine annunciata e filmata dai cameraman di “Al Catanieda”. Al più presto tutti gli alberi di piazza Palestro, faranno una riunione urgente per decidere se mandare una petizione al sindaco sugli eccessivi rumori causati dagli infiniti lavori di riqualificazione della piazza. Quello che, però, Dario Il Centenario ignora, è che al 99% dei casi, lui e i suoi colleghi, faranno la stessa fine mia. Trasferimento coatto in quel di via Palermo (vivaio comunale), con solita giustificazione cure urgenti, con uccisione finale quando le acque si saranno calmate. I miei amici della Facoltà di Lingue mi hanno promesso che andranno al più presto a trovare Dario e a farsi raccontare la sua storia.
Adesso con il cuore in gola vi saluto per l’ultima volta.
Addio dal vostro Oleandro
P.S. Se vuoi conoscere tutta la storia di Oleandro clicca qui