Pugni, calci, ginocchiate, colpi con sedie, tavolini. Episodi testimoniati dalle telecamere di videosorveglianza. Oggi la polizia ha arrestato tre componenti del gruppo criminale che avrebbe organizzato le aggressioni per odio razziale. Guarda il video
«Niuri di merda vi uccidiamo: non potete stare qui» I raid razzisti del branco degli ultras del Marsala
Raid punitivi nei confronti di cittadini stranieri. Pugni, calci, ginocchiate e anche colpi con sedie, tavolini, bottiglie di vetro e suppellettili varie. Così, quello che dagli inquirenti è stato definito «il branco» avrebbe aggredito, senza ragione e «con un rabbia bestiale, immotivata e con frasi che inneggiavano all’odio razziale». Diversi episodi si sono verificati, durante l’estate, specie nel fine settimana, nel centro di Marsala.
La polizia di Marsala, insieme agli agenti della Digos di Trapani e al reparto prevenzione crimine Sicilia occidentale di Palermo, hanno arrestato Salvatore Crimi (classe 2002) – inteso Spara spara – Antony Licari (classe 1996) e Natale Salvatore Licari (classe 1984) violenza privata, minaccia, lesioni personali, aggravati dall’avere commesso il fatto in condizioni temporali e locali tali da ostacolare la difesa delle parti offese, con l’uso di corpi contundenti, dall’avere agito con efferatezza e spietatezza e per finalità di discriminazione o di odio etnico razziale. I tre – che sarebbero anche appartenenti al gruppo dei tifosi ultras del Marsala Calcio (Street Boys/Nucleo Ribelle) – avrebbero agito spalleggiati da altri, alcuni già identificati la cui posizione è ancora al vaglio degli inquirenti e altri ancora da identificare.
«Siete africani di merda e niuri. Non dovete più parlare perché siete di colore. Noi vi ammazziamo, qui non avete il diritto di stare». Con frasi così avrebbero minacciato i migranti e avrebbero intimato loro di allontanarsi da Marsala prima di scagliarsi con veemenza e ferocia. Le indagini hanno accertato che, nel corso dei raid, il gruppo
criminale avrebbe agito come una sorta di commando
avvalendosi della
forza intimidatrice determinata dal
cospicuo numero di aderenti, molti dei quali noti come persone violente. In un episodio, il branco si sarebbe scagliato con violenza anche nei confronti del
titolare di un esercizio commerciale che avrebbe tentato di difendere il migrante preso di mira.
Le indagini sono state complesse anche per
l’
assoluta mancanza di collaborazione delle vittime che, evidentemente intimorite dalla
ferocia
del gruppo criminale, hanno manifestato riottosità a denunciare le violenze e, nonostante le visibili e gravi lesioni subite, a ricorrere alle cure dei sanitari.
In alcuni episodi, altre persone presenti durante l’aggressione non solo non avrebbero prestato aiuto alle vittime ma si sarebbero
limitati ad assistere o, addirittura, avrebbero incitato gli aggressori. «Salvatore picchialo, picchialo», avrebbe urlato alcuni per fomentare Crimi.
Nel corso della
perquisizione
a casa di Crimi, inoltre, è stata ritrovata una pistola
semiautomatica priva di tappo rosso con relativo caricatore, marca Bruni, modello New Police calibro 8 K, insieme a nove cartucce a salve calibro 8 e una cartuccia calibro 7.75. Durante le indagini, decisive
si sono rivelate le
immagini dei sistemi di videosorveglianza per individuare gli arrestati e gli altri soggetti indagati e per testimoniare la violenza e la ferocia del gruppo di aguzzini. Dopo le formalità di rito, gli
arrestati sono stati portati nella
casa circondariale di Trapani a disposizione dell’autorità giudiziaria.