I bookmakers hanno indovinato. Anche per il governo Monti il Mezzogiorno è una arancia da spremere. In barba alla questione meridionale, allo scippo delle risorse del Fas, al gap infrastrutturale e al tasso di disoccupazione che nelle regioni meridionali è alle stelle.
L’Ifel, l’istituto per le finanze e le economie locali dell’Anci, come riporta il Corriere Economia stamattina, ha, infatti, fatto un calcolo del peso della manovra Monti sulle amministrazioni locali. Si parla di contributi finanziari per il risanamento del buco dello Stato, ma tradotto si tratta dei tagli alla spesa corrente e di diminuzione dei trasferimenti statali che costringeranno i comuni a ridurre i servizi e aumentare le imposte.
Secondo il rapporto dell’istituto di ricerca dell’Anci, il cosiddetto ‘contributo finanziario’ raddoppia rispetto al 2011 e sale a quota 6.200 milioni di euro. Di questi, 2.200 milioni arriveranno dal Sud e dalle Isole, 1.458 dal centro, 2. 530 dal Nord (bastonata pure questa area del Paese che però non ha i problemi strutturali del Sud).
Al primo posto c’è la Campania che dovrà rinunciare a 679 milioni, segue la Sicilia con 642 milioni, la Puglia con 388 e la Calabria con 148. Per quanto riguarda i comuni Napoli dovrà contribuire con 227 mioni, Palermo con 128, Catania con 61 e Reggio con 26.
Insomma il governo dei banchieri e dei finanzieri europei conferma le aspettative e mette da parte lo sviluppo della parte più debole del Paese. Nulla di nuovo.
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