Altro che euro, in Sicilia si paga in Sicanex La moneta virtuale per le aziende in crisi

Mentre il governo è a caccia di evasori fiscali e in Sicilia c’è chi, tra le frange dei Forconi, rivendica una moneta popolare, in pochi sanno che una banconota isolana esiste già. Si chiama Sicanex, è telematica, agevola le aziende con scarsa liquidità e, sebbene sia locale, non ha ambizioni autonomiste.

Ispirata al Sardex, che a due anni dal lancio conta 420 aziende associate che, nel 2011, hanno generato oltre un milione di transazioni nell’isola, il Sicanex è un sistema che permette alle aziende di fare acquisti senza l’utilizzo di denaro. Dietro questo progetto ci sono dieci trentenni siciliani, con la voglia di ripetere il successo di Sardex e contribuire alla crescita dell’economia della propria terra. «Sicanex è un circuito di credito commerciale nato per dare un supporto all’economia siciliana, creando un mercato complementare a quello in euro, offrendo nuove opportunità di crescita per le aziende della nostra regione», ci spiega il catanese Andrea Seminara che insieme a Carlo Russo è l’ideatore del progetto. La rete Sicanex è locale, possono aderire solo imprese e professionisti siciliani che decidono di iscriversi e di scambiarsi beni. «Per entrare a farne parte bisogna mettere a disposizione degli altri membri del circuito dei prodotti o dei servizi a cui viene assegnato un valore, in base al quale si riceve un budget in Sicanex da spendere per acquistare altri prodotti o servizi. Fondamentalmente nella rete ci si scambia dei beni, la moneta serve solo per avere un’unità di costo», aggiunge Carlo Russo.

Un esempio può aiutarci a capire come funziona il sistema. Un’agenzia di comunicazione si iscrive al circuito e offre dei servizi che vengono quantificati in trecento Sicanex. Con questo budget l’agenzia decide di acquistare dei mobili per l’ufficio da un altro membro della rete, pagando con la moneta virtuale. Spenderà duecento Sicanex, che saranno guadagnati dal mobilificio che a sua volta li userà per fare altri acquisti nel circuito. In questo modo il sistema si autoalimenta e le aziende possono fare acquisti in Sicanex senza usare euro con cui, per esempio, si potrà pagare l’iva allo Stato. Il progetto è innovativo perché punta ad uno sviluppo economico che tende al risparmio e favorisce le imprese locali. La possibilità di fare acquisti grazie ad un credito può rappresentare una boccata d’ossigeno per le aziende siciliane in difficoltà. «La crisi che stiamo vivendo, è una crisi di liquidità, chi non ha soldi in cassa può ridurre il proprio business o chiedere un fido ad una banca dovendo pagare alti tassi di interessi – ci spiega Russo. Con Sicanex questo non accade. Il nostro è un progetto di finanza etica, il budget che si riceve una volta entrati nella rete non è soggetto a tassi d’interesse e può essere speso in un anno. A fine anno tutte le aziende devono aver speso tanto quanto hanno ricevuto all’inizio, nessuno può scappar via col bottino. Tutto rimane nel circuito, guadagnano tutti».

Per entrar a far parte del sistema bisogna versare una quota iniziale calcolata in base alla grandezza e al fatturato dell’azienda. Chi aderisce avrà a disposizione un broker che lo aiuterà a pianificare l’offerta o l’acquisto di beni. Sul portale Sicanex.net si potrà consultare la lista degli aderenti per cercare quello di cui si ha bisogno. Al momento, tra le imprese che hanno deciso di aderire ci sono bed and breakfast, una tipografia, uno studio legale e un ditta di termoidraulica. «Il progetto è partito da un mese, al momento ci sono circa quaranta imprenditori e professionisti che hanno deciso di aderire. Contiamo di arrivare a cento entro aprile e cominciare con le transazioni. Per favorire l’ingresso abbiamo deciso, per il momento, di non trattenere percentuali sulle transazioni, come già avviene nella rete Sardex. Vogliamo dare un segnale chiaro, vogliamo offrire un nuovo servizio e non speculare», chiarisce Seminara.

Il Sicanex non è un esempio isolato. Oltre al già citato Sardex, l’esempio più noto è rappresentato dal Wir, una moneta creata nel 1929 da un gruppo di imprenditori svizzeri e tutt’ora ampiamente usata. Anche in Francia e in Belgio si stanno sperimentando monete locali sotto la spinta dall’attuale crisi economica. L’interesse per questi esperimenti di finanza etica è molto alta, tanto che presto il Sicanex varcherà le aule universitarie. «Stiamo lavorando ad un evento in collaborazione con l’università di Catania che studierà il nostro circuito commerciale. Abbiamo in mente un protocollo d’intesa con Confcommercio Catania, che si è detta interessata, e speriamo anche di poter stingere accordi con Confindustria e con associazioni come Addiopizzo. Vogliamo – conclude Seminara – che il Sicanex sia anche esempio di legalità».

[Foto di Freddie Brown]

Roberto Sammito

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