Make in South, storie di successo al Sud Wcap: «Fare impresa in Sicilia è possibile»

«In un weekend si può cambiare il mondo». Punta in alto lo staff del Working Capital Accelerator di Catania, la «casa dell’innovazione» etnea, che oggi ha inaugurato i nuovi spazi diventando l’acceleratore d’impresa più grande del sud Italia. Un taglio del nastro accompagnato stamane con Make in South, un evento dedicato a cultura d’impresa e storie di successo nel Mezzogiorno. Che è stato anche un momento utile per ricordare, con una «proposta del fare», l’anniversario della strage di Capaci, e per fare il punto sul futuro del sistema imprenditoriale del Meridione insieme a rappresenti delle istituzioni, locali e nazionali, e ai numerosissimi giovani futuri innovatori che hanno letteralmente invaso i locali freschi di inaugurazione di via Novara. In attesa dell’apertura dei lavori dello Startup Weekend Catania che ha aperto i battenti oggi pomeriggio.

Una mattinata incentrata su crescita, sviluppo ed esperienze di successo, aperta da un ospite d’eccezione: Graziano Delrio, sottosegretario alla presidenza del Consiglio. «Noi crediamo nei giovani e crediamo nel Sud», esordisce l’ex sindaco di Reggio Emilia. Che ha parlato anche di finanziamenti alle aziende. «Gestirò i fondi europei in questo governo: saranno più di 180 miliardi di euro nei prossimi sette anni per ricerca e sviluppo, credito d’imposta per imprese innovative e assunzioni di giovani. Non vogliamo più sprecarli», promette. E aggiunge: «Appoggeremo l’economia autosostenibile, non assistita», con un focus sulla situzione siciliana: «La Sicilia poteva usare i fondi molto meglio – sottolinea – C’è un ritardo molto pesante, ma cercheremo di recuperarlo».

Al fianco di Delrio il primo cittadino di Catania Enzo Bianco, che ha voluto ringraziare gli organizzatori dell’evento. «È grazie ad iniziative come questa che c’è voglia di crescere, di fare e tanto entusiasmo – commenta – Volevo che Delrio vedesse che non c’è solo la Sicilia degli stereotipi ma un’altra isola, fatta dell’intelligenza dei ragazzi trasformata in capacità produttive». Tra gli ospiti anche Giacomo Pignataro, rettore dell’ateneo catanese, che ha lanciato un segnale ai presenti: «L’innovazione non nasce spontaneamente – sottolinea – e l’università da sola non basta».

Nel corso della mattinata non è mancato un omaggio alla data del 23 maggio, 22esimo anniversario della strage di Capaci. Lo staff di Wcap ha presentato alle istituzioni una proposta tra innovazione a legalità: l’hashtag #22annidopo, con cui chiedere un fondo di investimento per le giovani imprese del Mezzogiorno, finanziato con i fondi dei beni confiscati alla mafia. Un patrimonio che «ammonta a 30 miliardi di euro – spiega l’ideatore Salvo Mizzi, fondatore di Working Capital – noi chiediamo un miliardo, la cifra che serve per mettere in moto l’innovazione al Sud e aiutarlo a crescere». Un’idea sottoscritta anche da Pif, al secolo Pierfrancesco Diliberto, in collegamento Skype da Palermo. «Internet, insieme a sviluppo e aziende serie, è fondamentale per sconfiggere la mafia, perché connette le persone e dà coraggio», sottolinea l’autore del film La mafia uccide solo d’estate. Una «risposta del fare» alla criminalità organizzata in Sicilia, per non dimenticare chi si è sacrificato per renderla un’isola migliore. «Ventidue anni non possono essere passati invano – conclude Mizzi – Un saluto a Giovanni e Paolo».

Ma il vero protagonista dell’evento è stato il Sud, e le sue storie imprenditoriali di successo. «L’anno scorso abbiamo lanciato la chiamata Make in Italy, che adesso si è trasformata in Make in South, per chiamare a raccolta la community innovativa del Mezzogiorno e le sue esperienze», spiega Antonio Perdichizzi, gestore del Wcap etneo e moderatore dell’incontro. «La distinzione Nord-Sud è basata su categorie antiche, destinate a cambiare – aggiunge Giovannni Iozzia, direttore di EconomyUp e co-moderatore – Quando io ero giovane si diceva cu nesci arrinesci, ma non è più vero: quello che fai altrove lo puoi fare anche qui, basta non farsi condizionare da categorie geografiche ormai superate».

Spazio anche alle novità targate Wcap che, ampliando i suoi spazi, è diventato un «punto di riferimento per l’innovazione – spiega Mario Scuderi, co-gestore dell’ecceleratore etneo – Una grande famiglia che, grazie alle competenze che ospita, supporta le idee e può aiutarle a crescere». Con un modello di gestione bel preciso, «basato su community e fiducia, con il coinvolgimento del territorio». Per dare vita ad un «ecosistema imprenditoriale in grado di attirare risorse giustificate da idee, talento e perseveranza». «Wcap è la casa dell’innovazione, ma la differenza la fanno sempre le persone», aggiunge Perdichizzi, lasciando la parola ai numerosi startupper, siciliani e non, che sono intervenuti per raccontare la loro storia fatta di imprese e progetti innovativi nati al Sud. Per dimostrare che, chi ci crede e non si arrende «può tornare in Sicilia e fare impresa nella sua terra».

 

[Foto di Working Capital su Twitter]


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