Le ragazze di corso Sicilia

Se imboccate il corso Sicilia di notte – magari quando il vostro ‘weekend catanese’ trascorso tra i mille pub del centro è finito, o più semplicemente ogni giorno, quando l’orologio segna l’ora in cui lo storico viale bancario della città non è più popolato da centinaia di persone –  vi accorgerete di una presenza che davvero non può passare inosservata. Si tratta di ragazze giovanissime, molto belle spesso, con pochi vestiti addosso, poste in verticale sul ciglio della strada. Quasi tutte provenienti dall’Africa, forse qualcuna da qualche isola asiatica. Sì avete capito bene: prostitute.

 

Non è passato troppo tempo da quando la prostituzione nella città di Catania era riservata esclusivamente alle parti di via delle Finanze e via Di Prima. Nell’immaginario cittadino era quello il luogo proibito, erano quelle le vie da ‘evitare’ per i bambini, una sorta di off limit che l’illuminazione deficitaria rendeva luogo chiuso, circoscritto. O forse lo era proprio perché la gente sapeva e, così, raggirava l’ostacolo evitando di vedere con i propri occhi la scena di decine di uomini che – non sempre con maniere ortodosse –  “trattavano la compagnia” di giovanissime ragazze straniere, portate in Sicilia a vendere il loro corpo. Insomma la gente sapeva, ma non ne parlava perchè non vedeva.

 

Da un anno, o forse più, Via delle Finanze è stata sfollata. I ‘buchi’ ricavati nei pianterreni di quella strada sono stati cementati. Le ragazze sono state mandate via. Non più ronde di giovani nel cuore della notte, non più motorini che passavano di lì a tutta velocità solo per ‘guardare’. Oggi tutto è stato trasferito a corso Sicilia. Strano ma vero: una via affollatissima di giorno, ma tutto sommato anche di notte per via dei suoi bar e della sua vicinanza con piazza Stesicoro e, quindi, Via Etnea. Le ragazze sono lì aspettando qualcosa, magari un segnale o un invito dall’auto che ha frenato la sua corsa per accostarsi a loro. Questa delle macchine che si fermano interferendo, di fatto, sul traffico notturno del corso, è ormai una consuetudine. E le frotte di ragazzini, le inchiodate degli automobilisti ‘interessati’ alle ragazze, le trattative a bassa voce sono diventati improvvisamente di dominio pubblico.

 

Non c’è più quell’antica consapevolezza che la prostituzione era lì dentro (via delle Finanze) e che se si voleva, si poteva benissimo evitare la vista della sua consumazione. Adesso non si ha più la scusa per fare finta di niente. Chi ha sempre speso parole di solidarietà per quelle povere ragazze, maltrattate, sdoganate come oggetti, oggi non può non intervenire. Chi ha il dovere di salvaguardarne l’incolumità e lo status, non può certo tirarsi in dietro. Chi parla di estetica della città, di bon ton e quant’altro, ha di certo un bel motivo di sfogo servito, tra l’altro, sul vassoio d’argento. Chi ha riempito di cemento i ‘buchi’ di via delle Finanze, non può adesso non fare una mossa coerente e così bissare il colpo di spugna.

 

E chi come noi, ha l’ambizione di raccontare di verità, non può non scrivere almeno due righe. Essì, certo, fare anche qualche telefonata.

Riccardo Marra

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