Lavoratori siciliani senza soldi: ma quanti sono? Oggi ci sono le scuole materne regionali…

CRESCE, OGNI GIORNO, IL NUMERO DELLE CATEGORIE SOCIALI DELLA NOSTRA ISOLA CHE SI RITROVANO SENZA RETRIBUZIONE. PRECARI, FORESTALI, INFERMIERI. OGNI GIORNO UNA NOVITA’. E I SINDACATI? COLLUSI COL GOVERNO REGIONALE

Quanti sono, oggi, i lavoratori – a vario titolo legati alla Regione siciliana – rimasti senza soldi o che rischiano di restare senza soldi? La domanda è legittima, soprattutto in un momento in cui la politica siciliana sembra in tutt’altre faccende affaccendata.

L’ultima notizia arriva dal mondo della scuola materna regionale: personale senza stipendio da due mesi e mezzo, sindacati scomparsi.

Ci sono gli operai della Forestale. Ieri, in diecimila, hanno invaso le vie di Palermo. Anche loro presi in giro dal Governo regionale. E dalle organizzazioni sindacali che, per difenderli, non hanno fatto nulla. Ci sarà da ridere tra qualche mese, quando comincerà il caldo e la Sicilia scoprirà di non avere un servizio antincendio boschivo.

Anche i precari degli enti locali hanno capito che lo scenario, per loro, si annuncia problematico. Pensavano, sino a pochi mesi fa, di avere in tasca la stabilizzazione. Oggi scoprono che, con molta probabilità, non ci sono i soldi per pagare le loro retribuzioni fino a dicembre.

Non per dire: “Noi l’avevamo detto”: ma era così difficile capire, già alla fine dello scorso anno, che la Regione siciliana si avviava verso un default controllato? E che tra i primi soggetti da sacrificare, se non quest’anno, di certo il prossimo anno, sarebbero stati proprio i precari?

Non sarebbe stato più lungimirante avviare una battaglia sociale sul salario minimo garantito?

Visto che parliamo di precari, vanno avvertiti tutti i lavoratori delle aziende partecipate dalle Province: è inutile che aspettate i Consorzi di Comuni, perché la somma di tanti Comuni senza soldi non dà luogo a Consorzi di Comuni con i soldi. I Comuni siciliani già non sanno come pagare i propri precari e, in alcuni casi, il proprio personale. Figuriamoci i dipendenti delle società partecipate dalla Province.

Della serie: svegliatevi e non fatevi prendere in giro.

Anche i dipendenti delle Province: li invitiamo a non stare tranquilli. Perché l’abolizione delle Province, fatta così, non prevede nulla di buono. Anzi…

In difficoltà sono anche gli infermieri precari licenziati, senza tanti complimenti, dall’Amministrazione regionale. Oggi a Palermo, sono scesi in piazza. Per la precisione, in Piazza Ottavio Zino, davanti la sede dell’assessorato regionale alla Salute. Forse sono tra i pochi che hanno capito che, per ottenere qualcosa bisogna lottare.

Poi ci sono tutte le categorie che aspettano la legge di variazioni di Bilancio dall’Assemblea regionale siciliana. Alcuni dicono che sono 30 mila persone. A nostro avviso, sono molti di più. Tutti aspettano con ‘fiducia’ questa manovra. Noi nutriamo qualche dubbio.

La nostra tesi è che il Governo nazionale e tutto il ‘sistema Italia’ abbia deciso, per la Sicilia, un fallimento controllato. Lo schema dovrebbe essere il seguente: piano piano tagliamo e togliamo fin dove possiamo. Con sindacati compiacenti – come quelli che ieri hanno accompagnato lo sciopero dei forestali – diamogli un po’ di sfogo.

Se si abitueranno a vivere senza soldi – questo il ragionamento che fanno a Roma – meglio così. Cedere qualcosa solo in presenza di grandi disordini sociali. Che comunque dovranno essere gestiti dai soli sindacati compiacenti che avranno il compito di dire: “Calma ragazzi, che stanno provvedendo”, nella speranza che tanti siciliani si rassegnino al nulla…


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