Lauree ad honorem, mai più star e affaristi Il Miur: «Servono meriti di indubbio rilievo»

È passata poco meno di una settimana dalla votazione della proposta di una laurea honoris causa al ministro degli Interni Annamaria Cancellieri da parte dell’Ateneo di Catania, quando è giunta sull’argomento una lettera a firma del collega del Miur Francesco Profumo. Ieri è arrivata infatti una circolare nella quale il ministro dell’Istruzione chiede agli atenei di «tutelare la ragion d’essere di questo istituto». Limiti nel numero, – cinque al massimo e solo per le università più grandi – e nel merito, ma anche – soprattutto – nella scelta delle personalità alle quali assegnare questo prezioso riconoscimento.

In passato sono state molte le nomine contestate in giro per l’italia: da Vasco Rossi (Iulm di Milano) a Valentino Rossi (Università di Urbino),  per finire con la proposta di un riconoscimento anche per Umberto Bossi.

Anche a Catania i mugugni più o meno pubblici non sono mancati in almeno due occasioni. Nel 2002 a ricevere la pergamena dalle mani dell’ex rettore Ferdinando Latteri è stato Antonio Fazio, ex governatore della Banca d’Italia coinvolto nello scandalo della Banca Antonveneta. Qualche anno dopo, nel 2009, è stato insignito dal rettore Antonino Recca Francesco Bellavista Caltagirone, arrestato a marzo per truffa aggravata. Una nomina per la quale tanti ancora oggi non si trovano assolutamente d’accordo.

Oggi arriva la rigida indicazione direttamente dal ministro Profumo: «È necessario che le proposte di conferimento riguardino personalità i cui meriti scientifici, umanitari o sociali siano di indubbio rilievo e siano chiaramente riconosciuti come tali anche a livello pubblico», si legge nella circolare.

La missiva romana fornisce un importante assist a quanti si sono opposti alla proposta di conferire la laurea magistrale in Scienze filosofiche all’ex prefetto di Catania. Venti docenti del Coordinamento unico d’Ateneo avevano presentato al consiglio del dipartimento di Scienze umanistiche un documento nel quale sono esposte le ragioni per non procedere con l’assegnazione. Dal ruolo politico che adesso il Ministro riveste in quanto membro di un Governo al contenzioso con il Miur per il nuovo Statuto, passando per la presenza di Angelo Sinesio – vice della Cancellieri durante il suo incarico a Catania e adesso capo della segreteria tecnica degli Interni – nel nuovo Consiglio d’Amministrazione dell’università etnea. Infine, la tutela della stessa Cancellieri: i venti prof. non vorrebbero vederla accanto a potenziali colleghi ambigui come Fazio e Bellavista Caltagirone. Nella stessa lettera i membri del Cuda avevano chiesto all’Ateneo un nuovo regolamento, una normativa con delle limitazioni sostanziali. Richiesta lasciata scivolare dal consiglio di Dipartimento, ma che sembra trovare conferma dagli stessi vertici del Miur.

Al termine del Consiglio anche la proposta di un evento più vicino agli impegni del Ministro – un incontro sulla lotta alla criminalità organizzata su tutti – era stata bocciata. Quindi la proposta dell’ex preside Enrico Iachello, tra i primi sostenitori della nomina, è stata inviata al CdA e successivamente passerà sulla scrivania dello stesso Profumo.

Resta ora da vedere se le nuove indicazioni ministeriali permetteranno all’Ateneo catanese di consegnare la laurea ad honorem ad Annamaria Cancellieri o se le perplessità di quanti vi si oppongono verranno accolte da piani molto più alti di quelli di Palazzo centrale.

[Foto di Luca Sartoni]


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