Il direttore amministrativo dell'Accademia delle Belle Arti di Catania, il dottore Alessandro Blancato, ci spiega cosa è cambiato e cosa deve ancora cambiare
La Riforma intacca le Accademie?
Riforma si o Riforma no? Meglio il vecchio ordinamento o il nuovo? Da sei anni a questa parte il mondo universitario è stato dilaniato da simili dilemmi, ma ormai noi poveri studenti ci siamo dentro fino al collo.
Ogni giorno facciamo i conti con i crediti accumulati, male che vada la cara Riforma ci addebita lanno, e siamo costretti a ripetere il percorso formativo precedente per raggiungiere lambita meta tanto attesa in compagnia dei nostri soliti dubbi.
Con gli anni, nellambito universitario abbiamo preso coscienza della Riforma, ma molti interrogativi vagheggiano tra gli studenti delle Accademia in genere.
“Le Accademie sono state sfiorate dalle novità della Riforma oppure no?”. Questa è la domanda che molti si chiedono allingresso in Accademia. Si chiedono se il loro titolo di studio possa essere considerato alla pari di un titolo universitario.
Affinché tutti in nodi vengano al pettine, abbiamo dato voce in capitolo al direttore amministrativo dellAccademia delle Belle Arti di Catania. Il dott. Alessandro Blancato ci ha spiegato che “dal 1999 è in atto anche per l’Accademia delle Belle Arti e per le strutture di alta formalizzazioe e specializzazione artistica e musicale, la riforma che tanto ha fatto discutere, alimentando i dubbi di studenti scritti. La legge del 21 dicembre 1999 numero 508 è finalizzata al rilascio di diplomi accademici di I e II livello di specializzazione e di formazione alle ricerca in campo artistico e musicale, equiparati alle lauree specialistiche degli atenei”
Dunque la Riforma non ha proposto un cambio di identità delle Accademie in vere e proprie università, ma si è limitata a definire ulteriormente limportanza e il valore del rilascio di diplomi accademici già esistenti prima della nuova legge, che presupponevano labilitazione allinsegnamento nelle scuole secondarie e ai concorsi pubblici.
Qual è lo iato che divide il mondo universitario da quello accademico dato che entrambe le sfere sono state contagiate dalla Riforma? Il dott. Blancato ci risponde: “un laureato in possesso di un diploma accademico non è idoneo alla libera professione, a differenza di un comune laureato con diploma universitario”.
Sappiamo che larte presuppone creatività, di conseguenza offre la possibilità di sperimentare la propria manualità. Proprio per questo motivo abbiamo chiesto al dott. Blancato se la Riforma ha intaccato negativamente il modo di insegnare e apprendere larte.
Senza esitare, ci dice: “Prima della legge n. 508 lAccademia era una struttura molto laboratorista, mentre con la sua entrata in vigore è stato aumentato notevolmente laspetto teorico che in questo settore può risultare sterile se non supportato da uno sbocco pratico”.
Parlando di strutture più o meno funzionali, il dott. Blancato ci informa che “non è competenza dellAccademia gestire lefficienza delle strutture ma della Provincia Regionale di Catania. Questultima molto ha fatto e risolto, ma ancora tanto si deve fare poiché nel giro di un decennio il numero degli iscritti si è moltiplicato: per cui a tale aumento sarebbe dovuto corrispondere un adeguato sviluppo delle strutture che purtroppo risultano carenti”.
Concludendo chiediamo al dott. Blancato:”Riforma si o Riforma no?”. Sorridendo risponde: “Se è meglio o peggio, questo purtroppo è il dubbio che ancora abbiamo tutti”.
Ai posteri lardua sentenza.
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