In Sicilia obbligo formativo a rischio

IN QUESTE ORE SI STA PROVANDO A TROVARE UN’INTESA CON IL GOVERNO DELLA REGIONE E LA C ON LE FORZA POLITICHE DELL’ARS PER TUTELARE LE ATTIVITA’ FORMATIVE INDIRIZZATE AI MINORI CHE HANNO ABBANDONATO I BANCHI DI SCUOLA

A rischio chiusura il comparto dell’Obbligo formativo in Sicilia, destinato alla formazione e istruzione dei minori a rischio dispersione scolastica. A chiedere l’intervento del Governo regionale per apportare un correttivo in sede di approvazione della finanziaria all’Assemblea regionale siciliana, il Coordinamento degli enti Oif della Sicilia.
In una nota diffusa alla stampa è stata sottolineata la preoccupazione per la tenuta del comparto che esplica una precisa funzione etica nell’attività formativa erogata. Offerta formativa che permette a tanti giovani di acquisire competenze pratiche utili per l’ingresso nel mondo del lavoro, sottraendoli dalla strada. E’ stata rilevata dal Coordinamento degli enti Oif, difatti, la necessita’ che il parlamento siciliano approvi una norma che fissi il parametro di finanziamento ad una cifra congrua per scongiurare la chiusura degli enti ed il licenziamento dei lavoratori.

Riportiamo di seguito il comunicato a firma del Cordinamento degli enti Oif, composto da 22 organismi formativi operanti in Sicilia, che affronta e approfondisce la vicenda che presenta ricadute sociali prim’ancora che economiche:

“Desideriamo portare a conoscenza della pubblica opinione l’iniziativa promossa dalle Istituzioni formative impegnate nelle attività di Istruzione e Formazione Professionale (Oif), finalizzata al riconoscimento di un “sostenibile” parametro finanziario per lo svolgimento delle anzidette attività.
Trattasi di percorsi pluriennali specifici, alternativi a quelli tradizionali proposti dalla scuola superiore, al termine dei quali viene rilasciata una qualifica professionale tra le 21 previste dalla Conferenza Stato Regioni, nell’ambito del cosiddetto doppio binario.
Percorsi formativi rivolti ai minori che conseguono la Licenza media e vocati per contrastare la dispersione scolastica, per dare un concreto futuro lavorativo a migliaia di giovani siciliani più predisposti all’apprendimento pratico che a quello teorico, sottraendoli alla criminalità organizzata, alla (tossico) dipendenza, alla privazione della libertà personale, all’abbandono, al disagio sociale ed economico.
Trattandosi di una materia assai delicata, gli Enti che la vogliono gestire devono sottoporsi ad un iter per l’Accreditamento di Tipologia “A”, difficile da acquisire e soprattutto da mantenere (il tipo “B” è quello della restante formazione professionale)”.

È forse anche per questo, oltre che per gli importanti investimenti strutturali e di manutenzione, peraltro obbligatori, che gli Organismi che operano nella Macrotipologia “A” sono ventidue, quando all’inizio erano il doppio.
Per dare un’idea complessiva, duecento sono gli Enti operanti negli Interventi formativi della Macrotipologia “B”, mentre, quelli semplicemente accreditati che non operano con Interventi finanziati sono oltre mille.

Gli Organismi impegnati nell’Oif sono conseguentemente sottoposti a controlli di varie istituzioni e davvero peculiari, sia per i requisiti e le professionalità del personale impegnato (abilitazione all’insegnamento o laurea con minimo 3 anni di esperienza o diploma con 5 anni di esperienza), che per le caratteristiche dei locali, dei laboratori informatici e specifici, degli spazi per l’attività motoria e delle attrezzature e i materiali didattici. Insomma, non è la canonica Formazione professionale di cui comunemente si parla, che non è meno complessa per tanti altri aspetti.

Dallo scorso anno, la Regione siciliana, invece di innalzare il parametro, ha ritenuto opportuno abbassarlo a 90 euro/ora. Scelta che ha messo in ginocchio il settore e che e’ andata nella direzione opposta rispetto a quanto da essa stessa praticato nel passato ed a quanto previsto dall’Autorità di Gestione del Fondo sociale europeo per l’Oif. Proprio con decreto del dirigente generale (ddg) n.3688/2011, l’amministrazione regionale aveva introdotto come Unità di costo standard (sulla base di quanto rilevato nelle 5 Regioni più virtuose d’Italia) 120 euro/ora per 10 allievi minimo per classe, più’ 25 euro per i diversamente abili.
Decisione che era apparsa agli operatori del segmento come un fatto episodico e che, come avvenuto nel passato, si sarebbe risolto nel medesimo anno di esercizio. E invece quest’anno siamo passati a 80 euro/ora per i primi e secondi anni, sempre con i 20/22 allievi minimo per classe.
La conseguenza è stata l’annuncio di chiusura da parte di un ente storico di ispirazione religiosa, a cui seguiranno analoghe iniziative a catena.

E’ naturale che, se fino al 2013 (ma anche febbraio 2014) le seconde, terze e quarte annualità Oif dell’avviso biennale del Fondo sociale europeo n.19/2011 erano finanziate fino al doppio del parametro ultimo adottato (80 euro/ora), gli Organismi formativi dovranno provvedere quantomeno a ridurre gli organici. Per non aggiungere altro.

L’iniziativa in questione si propone, in una fase determinante per la Sicilia quale è quella in cui si discute la fondamentale legge di bilancio e finanziaria della Regione, di far introdurre un improcrastinabile urgentissimo correttivo che consenta di riportare il parametro di finanziamento, non a 120 euro/ora (più 25 euro per i disabili) delle Unità di costo standard sopra descritte, ma almeno a 100 euro/ora, quindi “a metà strada” dagli 80/ora di quest’anno.

Le forze politiche dell’Assemblea regionale siciliana, i gruppi e le Commissioni parlamentari che in questi mesi hanno audito le Parti Sociali, hanno manifestato molta sensibilità alla nostra iniziativa, incardinando al disegno di Legge di stabilità in discussione i conseguenti Atti parlamentari. In queste ore abbiamo registrato l’attenzione di autorevoli esponenti del Governo della Regione.
Riteniamo sia stata finalmente compresa la valenza etica, prima ancora che economica e politica, della questione posta. Questo ci sembra il miglior punto partenza e il miglior principio ispiratore per individuare le soluzioni necessarie.

Auspichiamo vivamente che il presidente Rosario Crocetta, l’assessore Nelli Scilabra e il Governo nel suo complesso, sappiano portare a sintesi quanto richiesto e largamente condiviso, anche con un proprio Emendamento.

Trattasi di interventi praticamente a saldi invariati.

L’Obbligo formativo rischia di affondare, non tra anni ma tra pochi mesi anche per la scarsa attenzione sui saldi mai corrisposti alle istituzioni formative da sei anni a questa parte pari al 20 per cento del finanziamento complessivo per ciascun anno e la lentezza nel riscrivere regole condivisibili, definire le pendenze in corso ed erogare gli acconti.

E’ necessario che l’Assessore riavvii subito il confronto e attivi una Task force che affianchi gli Uffici preposti, affinché si cambi passo. Tutto quanto sta accadendo potrebbe generare ulteriori danni, anche per effetto delle polizze fideiussorie ancora attive. Per contrastare la dispersione e il disagio non bastano dedizione, vocazione e professionalità specifiche. Necessitano più attenzione, più risorse e una più tempestiva azione amministrativa. Serve un investimento ordinario nella nostra Regione, stabile e duraturo.

p.s.
Sulla vicenda dell’obbligo formativo giunge notizia che il Governo del presidente Crocetta si e’ gia’ attivato per trovare un’adeguata e proficua soluzione da subito in sede di discussione al Parlamento siciliano della legge di stabilita’. Il punto etico rientra tra gli obiettivi prioritari dell’esecutivo regionale ed in quanto tale e’ oggetto di grande attenzione in questa delicata fase. C’e’ un clima favorevole negli ambienti governativi sulla criticita’ evidenziate dal coordinamento degli enti formativi in Oif e cresce l’aspettativa per una soluzione che il Governo, sensibile ai temi sociali e dei giovani, potrebbe tirare fuori gia’ nelle prossime ore.


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