«Hai fatto almeno una cosa giusta nella vita?»

Mariana Leky
Quel che si vede da qui

(Keller, 2019 | 329 pp. 18 euro)

Luise vive in un paesino ai bordi del bosco dell’Uhlheck, nella regione tedesca del Westerwald. Sua nonna Selma ha la capacità di predire la morte: tutte le volte che le viene in sogno un okapi, uno strano mammifero col sedere di una zebra e la testa di una giraffa (sì, esiste davvero, andatelo a googlare) qualcuno nel giro di 24 ore muore. Solo che il sogno non rivela chi. Com’è comprensibile, in paese si diffonde ogni volta una certa apprensione: chi confessa verità inconfessabili, chi compie riti scaramantici, chi ostenta una finta sicurezza.

Quel che si vede da qui è un romanzo che accompagna dolcemente e con ironia il pensiero verso temi non facili, come la crescita, l’amore, la famiglia, il senso di comunità, la vita e tutto ciò che ne fa parte, compresa, ovviamente, la morte. È stato eletto Libro dell’anno nel 2017 in Germania ed è ancora tra i più venduti dalle librerie tedesche. Non a caso, forse, a me lo ha consigliato proprio un libraio: il mio amico Umberto della Libreria Pescebanana, che ha trasmesso a noi frequentatori della libreria l’amore per i titoli di Keller, il piccolo editore di Rovereto che ha scoperto e presentato al pubblico italiano la premio Nobel Hertha Muller (Il paese delle prugne verdi). È specializzato in autori del Centro Europa, come Mariana Leky, tedesca, la cui biografia appare piuttosto scarna, ma che in compenso riesce con poche pennellate a farti amare le vite di un intero villaggio.

«Ci saranno momenti in cui ti chiederai se hai fatto almeno una cosa giusta nella vita. È del tutto normale […]» dice a Luise una persona che le vuole molto bene. E sebbene in genere questa sia «una domanda che emerge molto tardi nella vita», nessuno di noi ne è esente. A qualcuno si presenta un po’ troppo spesso, diciamoci la verità. Questo pensiero che a volte ci prende a bastonate può assumere le sembianze delle voci interiori che tormentano l’ottico del paese, o l’aspetto del folletto Sbranagole che si attacca sul collo della vedova Elsbeth, e tutte le forme che possiamo dare alle nostre angosce, ma non esiste nessuno di noi che ne sia privo. Se vorrete leggerlo con attenzione, questo libro vi aiuterà ad affrontarlo, e cosa più notevole ancora lo farà intrattenendovi e divertendovi.

Consigliato se: hai un po’ troppi pensieri per la testa che non riesci a zittire.

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Vera Navarria, vicepresidente dell’associazione Arcigay Catania ed editor per la casa editrice Villaggio Maori, ci darà consigli di lettura per arricchire il nostro spirito e curare la nostra anima.


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