Gesap, l’ombra della Cassa integrazione

Con un documento infuocato la Filt-Cgil, la Fit-Cisl e la Uilt hanno attaccato i vertici della Gesap, la società di gestione dell’aeroporto ‘Falcone e Borsellino’ di Palermo. A scatenare l’ira dei sindacati la minaccia della Cassa integrazione che i vertici avrebbero lasciato trapelare in attesa della convocazione ufficiale che si terrà domani.

La minaccia della Cassa integrazione riguarderebbe i lavoratori di ‘Gh Palermo’, società controllata al 100% da Gesap, ma potrebbe estendersi anche ai lavoratori del gestore per via dell’impatto che il fallimento di Windjet ha avuto sul traffico dell’aeroscalo.

Il documento dei confederali recita a chiare lettere: “Quali lavoratori noi riteniamo di essere arrivati al capolinea, infatti non possiamo più accettare un politica aziendale che condivide soltanto le disgrazie, ma mai i profitti! Approfittiamo di questa sede per chiarire le idee in anticipo a ‘Gh Palermo’: noi non accetteremo mai alcuna forma di Cassa integrazione, né alcuna misura che possa decurtare anche soltanto di un euro la retribuzione dei nostri colleghi, è arrivato il momento di dire basta – continuano i sindacalisti – si cerchino altrove le responsabilità, da troppo tempo ormai abbiamo un Cda (Consiglio di amministrazione ndr) inerte che non sta facendo nulla per rilanciare lo scalo, troppo impegnato forse in questioni politiche di piccolo cabotaggio; la politica è utile quando serve il popolo, ma se il risultato è questo, invece di mandare in Cassa integrazione noi, vadano a casa loro!”.

“È impossibile andare avanti così – spiega Vincenzo Gueccia, responsabile del dipartimento regionale del trasporto aereo della Uilt – ogni anno ci si chiede di cedere qualche diritto in cambio della carità del lavoro. In ‘Gh Palermo’ abbiamo dato tutto, flessibilità, riduzione delle ferie, carichi di lavoro da fare invidia alla terra di Mao Tse-tung, disponibilità illimitata allo straordinario. Ma tutto questo non è bastato, e non basterà mai se non si cambia il modo di considerare la forza-lavoro. Le fluttuazioni del mercato non possono ripercuotersi specularmente sulla vita dei lavoratori, questa è una distorsione neoliberista che sta producendo soltanto disperazione tra la gente, nonostante l’entusiastica assertività in merito del nostro attuale Governo”.

“Le aziende – continua il sindacalista – devono tornare a nutrire un profondo senso di responsabilità nei confronti dei loro dipendenti e del loro destino. La produttività deve ricongiungersi all’etica, come avveniva in alcune aziende di un tempo, perché il lavoro, come dice Gallino, non è una merce. Bisogna investire sul valore aggiunto dei beni o dei servizi che si producono, ecco perché Marchionne non deve prendersela con la Fiom, perché il suo vero problema non sono i diritti dei suoi dipendenti. Comprenda, semmai, le ragioni per le quali non riuscirà mai a costruire (e vendere) un’Audi e a pagare un operaio il doppio senza delocalizzare”. (sopra, a destra, un’immagine dell’aeroporto di Palermo: foto tratta da agrigentooggi.itCondividi)

“Allo stesso modo – conclude Gueccia – il Cda di Gesap si chieda perché non riesce a sviluppare un sistema-aeroporto che garantisca una serenità e un reddito congrui ai propri dipendenti, invece di scaricare i propri limiti sull’anello più debole della catena”.

 


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