Formazione: l’Ice Bucket Challenge delle figlie di Giuseppe Raddusa, lavoratore dell’Aram I e Fp Catania

IN UN VIDEO, INDIRIZZATO AL GOVENRO REGIONALE, L’APPELLO PER LO SBLOCCO DELLE RETRIBUZIONI E LA GARANZIA PER IL FUTURO LAVORATIVO DEGLI OLTRE 8000 OPERATORI DELLA FORMAZIONE PROFESSIONALE

L’Ice Bucket Challenge a favore dei dipendenti della Formazione professionale. A lanciare l’iniziativa, in un video, le figlie di Giuseppe Raddusa, il dipendente dell’ente di formazione professionale, Aram IeFp Catania.

L’operatore, residente a Catania, è balzato alle cronache per essersi incatenato davanti i cancelli dell’assessorato regionale alla Formazione professionale di vilale Regione siciliana, a Palermo, alla fine del mese di giugno 2014, per protestare contro i ritardi degli uffici del dipartimento alla Formazione professionale nell’emissione dei mandati di pagamento in favore degli enti e quindi nell’erogazione delle retribuzioni ai lavoratori.

L’Aram IeFp vantava, alla fine del mese di giugno, crediti che in stipendi che si traducevano nel pagamento 26 mensilità in favore dei dipendenti.

Un video, dicevamo, per lanciare l’appello al presidente della Regione siciliana, Rosario Crocetta, sull’emergenza sociale della Formazione professionale. A parlare questa volta non sono i lavoratori, ma i loro figli.

Desirèe Raddusa, 22 anni, in compagnia della sorella Michelle di 15 anni in un video, del 21 agosto scorso, che si chiude con la doccia fredda, conosciuto come ‘Ice Bucket Challenge’, lanciano l’appello alle istituzioni per salvare la Formazione professionale e restituire serenità ai lavoratori ed alle loro famiglie.

Le figlie di Giuseppe Raddusa hanno scelto di far sentire la loro voce attraverso la rete e l’Ice Bucket Challenge, il gioco della doccia fredda, che sta spopolando e che ha fatto il giro del web contagiando milioni di aderenti su un tema di grande interesse che è la Sla. La sclerosi laterale amiotrofica, o SLA, chiamata anche morbo di Lou Gehrig, dal nome di un giocatore di baseball, la cui malattia nel 1939 sollevò l’attenzione pubblica, è una malattia neurodegenerativa progressiva del motoneurone, le cellule cerebrali (neuroni) che controllano l’attività della muscolatura volontaria, tra cui la parola, la camminata, la deglutizione, il respiro e i movimenti generali del corpo.

Lanciata a inizio agosto da Pete Frates, 29 anni, malato di Sla ed ex promessa del baseball americano, l’«Ice Bucket Challenge» negli Stati Uniti ha già raccolto donazioni per 62.5 milioni di dollari.

Le figlie di Giuseppe Raddusa hanno scelto l’Ice Bucket Challenge, aderendo alla campagna di sensibilizzazione sulla Sla e lanciando un apposito video per sensibilizzare il presidente della Regione, Rosario Crocetta, l’assessore alla Formazione professionale, Nelli Scilabra, e la dottoressa Anna Rosa Corsello, dirigente generale al ramo, dimessasi l’8 agosto e sostituita ieri dal governo regionale con Gianni Silvia, a risolvere la questione del pagamento delle retribuzioni che attenta al futuro ed alla serenità dei figli dei lavoratori della Formazione professionale.

Pubblichiamo lo stralcio dell’appello lanciato da Desiree Raddusa.

“Siamo le figlie di colui che nel mese di giugno ha dato vita a tutte le proteste. In questi giorni il web si è animato di gente famosa e non per la ricerca sulla Sla un argomento fondamentale, anch’io ho fatto il mio video. Non mi sono fermata, ho fatto un video per la formazione professinale, che non paragono alla Sla ma per noi figli è altrettanto importante. Il video è rivolto alla dottoressa Anna Rosa Corsello, all’assessore Nelli Scialbra e al presidente della Regione, Rosario Crocetta. Sono state fatte tante promesse, tanti discorsi, tante chiacchiere, però il problema non è stato mai risolto veramente. Viviamo ogni giorno nella miseria, non possiamo più guardare al futuro, ormai non abbiamo neache un presente. A noi giovani viene sempre detto di guardare lontano, ma se non abbiamo modo di guardare all’oggi come facciamo a guardare lontano. Dovete trovare una risposta. La sfida non è lanciare un secchio d’acqua addosso ma trovare una soluzione entro e non oltre la prima settimana di settembre. Accoglierete la sfida?”

Una testimonianza che dovrebbe far riflettere il Governo regionale e la politica siciliano sul grande disagio che vivono le oltre 8000 mila famiglie dei lavoratori del settore, impoveriti da una gestione scellerata del settore che ha mietuto povertà ed indignazione tra i siciliani.


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