Formazione: il Governo regionale ignora le disposizioni del Tar, le associazioni datoriali lo diffidano

L’ENNESIMO ATTO CONTRO L’OPERATO STRAMPALATO DELL’ESECUTIVO CROCETTA GIUNGE DA ANFOP, ASEF, ASSOFOR, CENFOP E FORMA SICILIA, RAPPRESENTANTI DEGLI ENTI FORMATIVI CHE HANNO CHIESTO UNA PROROGA DEL TERMINE DI SCADENZA DELL’ACCREDITAMENTO

Il Governo regionale di Rosario Crocetta ignora pure le disposizioni del Tar Sicilia. Nemmeno il Tribunale amministrativo regionale riesce a ripristinare la legalità nel mondo della formazione professionale della Sicilia. Così alle associazioni che raccolgono gli enti formativi non resta che diffidare l’esecutivo per chiedere l’applicazione di quanto hanno stabilito i giudici amministrativi.
In una lettera di diffida, le associazioni datoriali stigmatizzano l’inadempienza dell’assessore Nelli Scilabra e del dirigente generale del settore, Anna Rosa Corsello, ad un preciso ordine del giudice amministrativo. E chiedono al Governo regionale la proroga di ulteriori 60 giorni del termine di scadenza, previsto per il prossimo 26 dicembre, per l’adeguamento alle disposizioni per l’accreditamento degli Organismi operanti nel territorio della Regione siciliana.
Questa volta non sono i singoli lavoratori e neanche i sindacati di categoria a tirare le orecchie al Governo regionale, ma gli enti gestori la formazione professionale in Sicilia..
In una nota di ieri Anfop, Assofor, Asef, Cenfop e Forma Sicilia hanno diffidato la Scilabra e la Corsello a provvedere immediatamente alla adozione di un provvedimento di proroga del termine di scadenza per l’adeguamento alle disposizioni per l’accreditamento degli Organismi operanti nel territorio della Regione siciliana. Disposizioni emanate con decreto n. 28 del 23 luglio 2013. Le associazioni datoriali hanno anche chiesto all’amministrazione regionale di provvedere alla rimodulazione delle procedure informatiche di accreditamento, consentendo il completamento del relativo iter anche senza la compilazione dei campi relativi alle norme oggi sospese a seguito dell’ordinanza n.784/2013 del Tribunale amministrativo regionale per la Regione siciliana di Palermo.

È davvero singolare che il Governo regionale non abbia ancora provveduto dopo due settimane ad ottemperare all’ordine del giudice. In questo atteggiamento, l’esecutivo Crocetta mostra coerenza col passato, resta inadempiente di fronte non solo alle leggi, ma anche alle decisioni della magistratura. Eppure appare chiara la questione posta dai rappresentanti degli enti formativi.

La nota, firmata da Gabriele Albergoni per Anfop, da Benedetto Scuderi per Asef, da Antonio Oliveri per Assofor, da Salvatore Miroddi per Cenfop e da Paolo Genco per Forma Sicilia, richiama la decisione della magistratura amministrativa.
“In data 3 dicembre 2013 il Tar, con ordinanza n. 784/2013 in accoglimento dell’istanza cautelare avanzata in seno al ricorso 2451/2013. ha sospeso il decreto assessoriale 23 luglio 2013, con il quale si sono poste le nuove Disposizioni per l’accreditamento degli organismi operanti nel territorio della Regione siciliana nella parte in cui, all’Allegato A) dell’Allegato 1, punto A.10, prevede l’assenza di liti pendenti con l’amministrazione come requisito di ammissibilità dell’accreditamento e l’art. 11 lettera i) delle Disposizioni che dispone la revoca dell’accreditamento in caso di liti pendenti/o contenziosi con l’amministrazione”.
La citata nota richiama, in maniera ineccepibile, il testo della sospensiva che riportiamo di seguito.
“Nel provvedimento cautelare di accoglimento è espressamente dichiarato, in linea con quanto stabilito dalla legge, che sussiste l’allegato pregiudizio grave ed irreparabile, e che, ad un sommario esame, i motivi di censura dedotti appaiono, allo stato, sono supportati da sufficiente fumus boni iuris, tale da indurre ad una ragionevole previsione sull’esito favorevole del ricorso, per cui va accolta la domanda di sospensione dell’esecuzione sopra descritta”.
Quindi, ad un’attenta lettura della decisione dei giudici amministrativi non possono sussistere dubbi in ordine alla fondatezza del ricorso proposto dagli Enti sulla illegittimità del requisito A.10 dell’allegato A alle disposizioni per l’accreditamento 2013. Eppure, non ci stanchiamo di ripeterlo, ad oggi, nonostante il predetto accoglimento cautelare, non è stata, erogata alcuna indicazione circa la gestione in piattaforma della situazione di fatto determinatasi a seguito della sospensione delle norme impugnate e della conseguente necessità di sospendere l’accertamento autodichiarativo del requisito suddetto.

Inoltre, nella lettera viene precisato che il permanere della richiesta di autodichiarazione, da parte dell’Amministrazione preposta alla regolazione del sistema informatico, potrebbe configurare fattispecie di reato contravvenzionale riconducibili all’inottemperenza all’ordine del giudice.
A questo va aggiunto un altro fatto. Che con nota protocollo n.77610 del 3 dicembre 2013 il dirigente generale e il dirigente Area Affari generali hanno reso pubblica la vacatio dirigenziale dal 5 dicembre 2013 del Servizio sistema informativo e accreditamento – Recupero crediti. La scadenza per la presentazione di manifestazione di disponibilità per tale ruolo è stata fissata per il 15 dicembre 2013.

In un passaggio della lettera, le associazioni degli Enti, con espresso riferimento al termine di 90 giorni previsto all’articolo 9 “Istanze e procedure dell’accreditamento”, e segnatamente al comma 1 “Procedura di adeguamento”, primo capoverso, termine che, tra l’altro, cade il 26 dicembre 2013 immediatamente dopo il Santo Natale, hanno espressamente chiesto all’assessore Scilabra e alla dottoressa Corsello di intervenire immediatamente per l’adozione di un provvedimento di proroga del termine di scadenza per l’adeguamento alle disposizioni in oggetto, emanate con decreto n. 28 del 23 luglio 2013, di 60 giorni. Il caos aumenta così come il contenzioso. Si tratta di un fatto già ampiamente raccontato ai lettori dalle pagine di questo giornale. Il presidente Crocetta e le donne al seguito farebbero bene a riprendere la giusta direttrice: quella della legalità e del rispetto delle norme. L’allergia mostrata dal Governo regionale al rispetto delle leggi e delle decisione emanate dai giudici diventa sempre più preoccupante per la tenuta del sistema formativo regionale.
L’Ordinanza Cautelare n. 784/2013 emessa dal Tar chiarisce che l’amministrazione regionale non potrà avviare procedimento di revoca o diniego di accreditamento per via di liti o contenziosi in atto tra enti formativi e regione siciliana. Il Governo regionale trovi altre strade ed altri motivi per porre in essere il progetto di far fuori tutti o quasi gli enti formativi in Sicilia.
Lo Stop del Tar è pesante e senza appelli. Incombe, peraltro, un’altra decisione del Tar sulle procedure di accreditamento, termine fissato per il prossimo 20 dicembre. L’eventuale accoglimento da parte dei giudici amministrativi potrebbe portare l’amministrazione regionale a dover ritirare la procedura di accreditamento.


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