«Siamo davanti a un club privato per il 30 per cento che fa parte di questo club. Qua, se non ci facciamo delle domande, ne resterà soltanto uno». Non è un buon momento per Libertà, il contenitore ideato da Cateno De Luca per esportare il modello Sud chiama Nord e l’exploit fatto alle ultime elezioni […]
Europee, il sogno infranto di Cateno De Luca. La Vardera: «Siamo davanti a un club privato, le Regionali sono altra competizione»
«Siamo davanti a un club privato per il 30 per cento che fa parte di questo club. Qua, se non ci facciamo delle domande, ne resterà soltanto uno». Non è un buon momento per Libertà, il contenitore ideato da Cateno De Luca per esportare il modello Sud chiama Nord e l’exploit fatto alle ultime elezioni regionali anche in Europa. E a distanza ormai di tre giorni è tempo di bilanci. «Sicuramente c’è da fare un’analisi attenta, tutti i partiti devono farla, – dice a MeridioNews Ismaele La Vardera, capogruppo di Sud chiama Nord all’Assemblea regionale e tra i più votati in Sicilia, nonostante il partito non abbia superato lo sbarramento – c’è uno sconfinamento reale del centrodestra, dobbiamo interrogarci se siamo un’opposizione credibile».
A pesare sul risultato, secondo il parlamentare regionale, anche il forte astensionismo – che ha finito col favorire chi ha sacche di voti consolidate – e una scarsa attenzione da parte dei media, soprattutto di quelli nazionali, per un movimento che ha presentato liste in tutta Italia e ha messo in campo candidati dall’indiscutibile appeal popolare come il capitano Ultimo e l’animalista Enrico Rizzi. «Se tu hai questi candidati, ma non hai spazi per poterli raccontare, finisci schiacciato – continua La Vardera – I programmi in prima serata hanno dato spazio anche a partiti come quello di Santoro, che nei sondaggi era dato dietro di noi, ma mai a noi».
«Personalmente ho preso più voti di Matteo Renzi, di Carlo Calenda, di Leoluca Orlando – continua ancora – Ma partiti come il nostro, che ha zero struttura – prettamente fondati sull’opinione – hanno bisogno di arrivare alla gente per potersi esprimere. E finché sarà così è evidente che non possiamo ambire a un palcoscenico nazionale». Infine un passaggio sui nuovi equilibri usciti dalle urne in Sicilia: «Adesso è iniziato il valzer delle poltrone» e un riferimento al fatto che Edy Tamajo, campione di preferenze per Forza Italia e assessore regionale, potrebbe anche rifiutare il seggio: «È come se avesse preso in giro le 122mila persone che lo hanno votato, tutto per una guerra di posizionamento. Questi si sono fatti campagna elettorale utilizzando gli assessorati, ho visto foto di Tamajo con il direttore sanitario dell’ospedale Civico, l’utilizzo della Sanità ai fini elettorali è incredibile».
E adesso si riparte dall’opposizione a Renato Schifani: «Testa bassa e lavorare – conclude La Vardera – Dobbiamo essere in grado di costruire un’opposizione credibile. Le Regionali sono un campionato a parte, l’affluenza è diversa, ci sono più possibilità di confronto e di dialogo col territorio, non c’è paragone. Intanto però penso solo al mio matrimonio, dopo due mesi di campagna elettorale serrata».