Esplode il bubbone EAS: appello ai prefetti e alla Protezione Civile

Vi abbiamo raccontato in numerosi articoli della scandalosa situaizone in cui versa l’EAS, l’ Ente acquedotti siciliani, tra debiti, interessi privati e diritti pubblici. Il bubbone ora è esploso. Con una lettera al vetriolo indirizzata alle massime istituzioni regionali, prefetti inclusi, le organizzazioni sindacali mettono nero su bianco l’enorme imbroglio che si sta consumando a carico dei contribuenti siciliani. Ecco il testo:

Palermo, 18 giugno 2012
Al Presidente della Regione Sicilia
Al Presidente dell’A.R.S.
All’ Assessore all’Economia
Al Ragioniere Generale della R.S.
Ai Prefetti delle province di
Palermo, Catania, Messina e Trapani
Ai Sindaci dei 45 Comuni gestiti dall’EAS
Al Commissario liquidatore EAS
E p.c. Alla Protezione Civile
Agli Organi di Informazione
LORO SEDI

L’E.A.S. NON ESISTE PIU’!
LA LIQUIDAZIONE E’ FALLITA. I CITTADINI NE PAGANO LE CONSEGUE
NZE.
L’emanazione dell’art. 5 Disposizioni per l’Ente Acquedotti Siciliani in liquidazione, contenuto nella l.r.
n. 33 del 01/06/2012, se da un verso potrà dare un po’ di ‘ossigeno’ al personale, garantendo la corresponsione degli emolumenti per la restante parte dell’anno (anche se ad oggi si è ancora in attesa di quelli di maggio!), di certo non ha risolto le drammatiche condizioni in cui versa l’EAS in liquidazione.
Infatti:
1. a seguito della succitata norma, il dirigente generale pro tempore è rientrato presso l’Amministrazione regionale di appartenenza;
2. l’attuale Commissario liquidatore, già dimissionario e restio ad assumere qualsiasi incarico gestionale (poiché ritenuto non compreso fra le funzioni previste nel suo mandato), si rifiuta di deliberare qualsiasi atto inerente l’ordinaria gestione al punto da non firmare neanche il rinnovo del
contratto di pulizia degli uffici dell’Ente che versano in pessime condizioni igienico-sanitarie;
3. in controtendenza alla succitata norma che, al fine di contenere i costi, prevede la riduzione delle strutture intermedie dell’EAS non si comprende perché continui a rimanere personale, dirigente e non, in posizioni di comando dalla Regione (peraltro già scadute), con ulteriori aggravi economici per l’Ente;
4. in assenza di un bilancio approvato l’EAS, già da alcuni anni, va avanti solo con autorizzazioni per spese necessarie ed indifferibili e qualsiasi atto deliberativo che preveda un impegno di spesa non ha, di fatto, alcuna copertura finanziaria dal momento che le casse dell’Ente registrano, ad oggi, un debito di circa 400 milioni di euro; cifra destinata purtroppo a crescere viste le difficoltà ad incassare il presunto credito di circa 260 milioni di euro nei confronti di comuni e utenza morosa;
5. nessuna impresa né ditta fornitrice è più disponibile, giustamente, a prestare i propri servizi in mancanza del saldo dei crediti maturati, e così:
a. l’Enel, creditrice di quasi 14 milioni di euro!, ha iniziato a depotenziare le forniture ai contatori con le gravissime conseguenze di lasciare al buio diversi uffici dell’Ente, paralizzandone le attività, e di lasciare senza sufficiente energia gli impianti di pompaggio, come quello di Casalvecchio Siculo (ME), privando dell’acqua i cittadini;
b. entro il 25 giugno 2012, l’EAS dovrà definire la riconsegna di tutti gli automezzi noleggiati ed impiegati per la gestione e la distribuzione idrica nei comuni gestiti poiché i contratti
sono scaduti e le ditte fornitrici non intendono rinnovarli dal momento che vantano crediti per circa 600 mila euro;
c. a brevissimo tempo si interromperanno le forniture di cloro per la potabilizzazione dell’acqua, di carburante per gli automezzi, dei pezzi di ricambio per la manutenzione degli
impianti e del materiale di consumo vario, forniture indispensabili per l’ordinaria gestione a cui, nonostante tutto, l’EAS è ancora obbligata;
d. i Sindaci dei comuni gestiti hanno avvertito che, per ovvie ragioni economiche di bilancio,
non potranno continuare ad intervenire, in via sostitutiva, nelle manutenzioni degli acquedotti (interventi che, oltretutto, da anni l’Ente non è in grado di rimborsare!)
6. sull’onda della schizofrenica “presunta” liquidazione:
a. il laboratorio chimico, per altro dotato delle certificazioni di qualità ISO di legge, è stato smantellato in tutta fretta ed oggi l’Ente è costretto a rivolgersi ad un’altra Azienda titolatanper le specifiche analisi di verifica sull’acqua, obbligatorie per legge e, al contempo, non trova più ditte disposte a fornire i necessari reattivi chimici per i controlli di routine;
b. il servizio informatico, in nome di un fantomatico progetto mai attuato con Sicilia & Servizi (società compartecipata regionale anch’essa in liquidazione!), è stato privato dei propri dirigenti ed oggi l’Ente è costretto ad affidare all’esterno alcune specifiche competenze (con evidenti oneri aggiuntivi!) e si trova nell’impossibilità di procedere all’aggiornamento di risorse hardware e software, sempre più fatiscenti e obsolete (quando funzionano!);
Su tutto quanto sopra le scriventi OO.SS. non sono mai riuscite ad avere il privilegio di colloquiare con l’On.le Presidente della Regione Siciliana nonostante le numerose richieste e lo stesso si è verificato, ultimamente, anche con l’Assessore all’Economia che ha delegato i suoi funzionari al recente incontro del 07 giugno, conclusosi con le ennesime belle parole, per l’ennesima volta da verificare e concretizzare, nell’ennesimo tavolo tecnico che, per l’ennesima volta, si sollecita.
Pertanto le OO.SS., insieme a tutto il personale che rappresentano, denunziano per l’ennesima volta la scellerata politica clientelare con cui si è posto volutamente in liquidazione ed in totale abbandono l’Ente Acquedotti Siciliani per consegnare l’acqua “bene pubblico” in mano ai privati.
Le OO.SS., inoltre, per garantire un decoroso livello di servizio alle popolazioni servite e restituire dignità lavorativa ai dipendenti dell’EAS, dovrebbero indire lo stato agitazione e riservarsi di proclamare lo sciopero ma non lo faranno per non creare ulteriori disagi anche se fermamente convinti che sarà lo stesso perdurare di questa insipienza istituzionale a muovere i cittadini verso le più estreme forme di protesta, allorché privati di un bene essenziale qual è l’acqua, a meno che, in questo Paese di continue emergenze, non sia la solita Protezione Civile a dover intervenire! Al fine di scongiurare quanto sopra, le scriventi OO.SS. chiedono l’autorevole intervento dei Signori Prefetti delle province interessate e consigliano ai Sigg.ri Sindaci dei 45 comuni ancora gestiti di organizzarsi per affrontare le incombenti emergenze”.

CGIL-FP CISL-FP UIL-FPL COBAS-CODIR SADIRS

Eas, a rischio l’acqua per 45 Comuni
Il Titanic-Sicilia annaspa tra acqua & rifiuti…
L’Eas affonda, i privati ingrassano e i siciliani pagano…

 

 

 

 


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