Dovevano iniziare oggi, ed invece…

Ecco qui di seguito il testo integrale del documento approvato dal Consiglio di Area didattica in data 9 ottobre 2006.

 

Con due provvedimenti, emanati in rapida successione, il Consorzio Universitario di Ragusa ha trasferito cinque unità di personale dalla Facoltà di Lingue e Letterature Straniere ad altre destinazioni, sguarnendo considerevolmente l’apparato tecnico-organizzativo su cui si regge gran parte del supporto e dell’assistenza alle attività scientifiche e formative della sede decentrata della suddetta Facoltà.

A nulla è valso l’appello del Preside, di cui sono testimonianza due lettere indirizzate al Consorzio e per conoscenza alle Autorità della città di Ragusa, e numerosi colloqui personali e telefonici, volto a scongiurare la pesante e sconsiderata decisione. La quale si commenta da sé per la evidente ed incommensurabile irresponsabilità e scorrettezza.

Essa è sotto ogni profilo inaccettabile nel metodo e nel merito.

Nel metodo perché, assunta in modo unilaterale, non ha permesso alla Facoltà di poterla vagliare preventivamente, costringendo invece la Facoltà nella imbarazzante condizione di doverla subire come atto d’imperio senza alcuna motivazione. Non esiste luogo e relazione di lavoro, in un paese complesso, dove la mobilità del personale non venga concertata fra le parti. Scelte come quelle fatte dal Consorzio appaiono frutto di improvvisazione ed incompetenza, fuori da ogni norma e prassi consolidate in materia di trasferimenti. Non è con questo metodo che si può entrare in relazione con il mondo universitario, avendo la pretesa di partecipare alla sua gestione ed alla sua valorizzazione. Non è con questi amministratori che si possono condividere metodi, scelte ed indirizzi di politica universitaria in tema di decentramento universitario.

Ma ancor più grave è il merito della scelta. Intanto perché la nostra Facoltà non può essere considerata il luogo o la scuola di addestramento del personale tecnico, amministrativo ed ausiliario, che, una volta qualificato, può essere trasferito ad altra destinazione discrezionalmente. Inoltre, seguendo il tortuoso itinerario percorso dal Consorzio, ci si accorge come la decisione appaia illogica, contraddittoria ed inspiegabile. Il personale in oggetto, numeroso e scarsamente professionalizzato, poteva andare bene durante i lunghi sei anni del radicamento delle strutture universitarie a Ragusa; oggi, allorché queste strutture sono in una fase di crescita, ampliando e diversificando  funzioni e competenze, secondo il Consorzio andrebbe contratto considerevolmente.

La Facoltà esprime forte preoccupazione perché la decisione interviene negativamente nel suo processo di crescita, quasi a volerlo rallentare e bloccare. Insomma un atto manifesto di ostilità ai programmi di qualificazione e valorizzazione messi in essere dalla Facoltà. Va da sé,  in ogni  caso, che il trasferimento cosi massiccio di personale non permette alle nostre strutture il normale ed elementare funzionamento. Nel recente periodo, per far fronte ad una accresciuta domanda interna di personale, in forza della crescita delle strutture di ricerca e della formazione, avevamo dovuto provvedere con risorse aggiuntive, in quanto il Consorzio palesava una perdurante inadempienza ad assolvere agli obblighi imposti dalla Convenzione. Il Consorzio negli anni ha accresciuto il suo deficit di progettualità e di programmazione. Questo deficit rischia oggi di divenire rovinoso perché mette in serio pericolo la continuazione dell’esperienza universitaria ragusana, almeno per ciò che concerne la nostra Facoltà .

Se le risorse sono andate contraendosi, va spiegato il motivo. Il Consorzio non assolve ai suoi impegni? I comuni consorziati non ottemperano ai loro obblighi?

Non si può tirare la corda all’infinito. Si parli chiaro alla città e alla Università. A repentaglio sono i destini di giovani studiosi che nel decentramento universitario hanno creduto e per il quale hanno fatto grandi sacrifici, di centinaia di studenti e delle loro famiglie che vedono moltiplicate le loro difficoltà piuttosto che alleggerite. Ma più di tutti è a rischio l’Istituzione Universitaria che su Ragusa aveva puntato per un progetto di sviluppo. Qualcuno dovrà spiegare perché, di fronte alla contrazione delle risorse, si aprivano altri corsi, pretendendo con una cortissima coperta di coprire tutti, mentre oggi ci troviamo nella condizione che questa venga tirata a destra ed a manca.

A causa di queste scelte sbagliate e non condivisibili e delle gravi inadempienze in merito al rispetto degli obblighi finanziari compiuti dal Consorzio, ci troviamo nell’impossibilità di aprire il nuovo anno accademico e di svolgere le ordinarie attività formative.

Pertanto a far data da oggi l’area didattica di Ragusa si trova costretta a rinviare l’inizio delle lezioni fino a martedì 17, giorno in cui si terrà un’assemblea cittadina nella quale, sulla base delle risposte date nel frattempo dal Consorzio universitario, saranno prese ulteriori decisioni. L’area didattica di Ragusa chiede inoltre al Preside di sottoporre la delibera alla prossima seduta di Facoltà per avere da essa adesione e sostegno alla sua iniziativa.

Condizioni necessarie per la ripresa delle lezioni saranno:

1) il ritiro del provvedimento di trasferimento del personale e l’apertura di un tavolo di confronto;

2) l’immediata convocazione di una conferenza di servizio in cui vengano invitate tutte le parti interessate per fare il punto sullo stato dell’arte e sui progetti di sviluppo della Facoltà di Lingue e Letterature Straniere a Ragusa.

Il testo, approvato all’unanimità nella seduta del 9/10/06 dell’area didattica di Ragusa, viene inviato al Consiglio di Facoltà, al Magnifico Rettore, al Direttore Amministrativo dell’Ateneo, al Sindaco del Comune di Ragusa, al Presidente della Provincia Regionale di Ragusa, al Signor Prefetto, alle OO. SS., ai partiti politici della provincia di Ragusa, al Presidente ed al Segretario amministrativo del Consorzio, all’on. Ministro del MURST, agli organi di stampa e di informazione.


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