Donne, piccolo spazio pubblicità

Su La Sicilia del 25 novembre, Pinella Leocata commenta con toni entusiastici la delibera della Giunta Comunale di Catania che ha dichiarato la “città libera dalla pubblicità lesiva della dignità delle donne”, aderendo a una richiesta dell’Udi etnea. Un grande segno di civiltà, che inciderà sull’educazione e le coscienze dei siciliani o una “inutilmente pirresca chiosa istituzionale del sindaco Stancanelli”? Ecco il parere di Salvo Scibilia, docente della facoltà di Lingue e pubblicitario.

L’espressione “vittoria di Pirro”, caduta in declino netto e, credo, irreversibile, indicava una vittoria non vittoria, un traguardo fatuo e sostanzialmente inutile. Credo che la “giornata internazionale contro la violenza sulle donne”, la nuova ricorrenza fissata il 25 novembre e dedicata ad una giornata di sensibilizzazione, sia un fatto positivo. Inutilmente “pirresca” mi pare invece la chiosa istituzionale del sindaco Stancanelli, che fa dichiarare alla giunta “Catania città libera dalla pubblicità lesiva della dignità delle donne”. E ancora più anacronistico mi pare l’entusiasmo con il quale Pinella Leocata saluta l’iniziativa dalle colonne de La Sicilia (versione on line del 25 novembre). Ma di che stiamo parlando? E’ bene precisare che, sul totale delle immagini che, belle o brutte, corrette o scorrette, fanno da arredo urbano, la percentuale degli spazi per le affissioni gestita direttamente dal Comune di Catania, non arriva al 10%. Si tratta dei formati 70 x 100 oppure 100×140 (lutti cittadini; notizie riguardanti questioni di viabilità; chiamata alle armi per la leva dell’anno…quando si faceva il servizio militare, questo il loro contenuto abituale). Inoltre il Comune dispone di qualche impianto di sei metri per tre a ridosso degli archi della marina, ad esempio, buono per annunciare l’arrivo del Circo Medrano o eventi similari. Per il resto le immagini con donne più o meno belle e più o meno vestite si continueranno a vedere, a Catania come in qualsiasi città d’Italia, in relazione all’attività di pianificazione delle aziende interessate. La gente che va in giro per Catania, vede e basta; non è tenuta a sapere chi gestisce gli spazi.

L’autobus rosa…il professore Speranza, i… testicoli del cavallo in piazza Umberto…il professore Rossitto…l’inutile pudicizia della nostra amministrazione: possibile che bisogna inventare sciocchezze per farsi notare dalla gente seria? Circolano quintalate di volgarità incentrate sulla donna e a prescindere dalla donna, su tutti i media, dai più blasonati ai più indegni. Stiamo facendo ridere il mondo intero inventando modelli di comportamento, professioni e prospettive di vita che fondano e fissano nello squallore della donna degradata, il loro elemento di forza e, in questo quadro, dovrebbe esserci di conforto la presa di posizione del Comune di Catania? Non ricordavo tanta ingenuità nella sagace Leocata.


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