Dispersione scolastica, Siracusa e Palermo maglie nere «Scuole sole e senza tempo pieno, volontari non bastano»

Banchi delle classi che restano vuoti. È il fenomeno della dispersione scolastica fotografato dai dati dell’Osservatorio dell’ufficio scolastico regionale per l’anno 2017-2018. Solo facendo il conto degli alunni iscritti ma che non hanno mai frequentato si arriva a quota 1.526. Più del doppio sono gli studenti che hanno abbandonato il percorso: 3.722 tra alunni di scuole elementari, medie e superiori con numeri che crescono in modo proporzionale con l’età. A Siracusa spetta la maglia nera per le scuole primarie e secondarie di primo grado: l’indice di dispersione scolastica è rispettivamente dell’1,31 per cento (con la media regionale dello 0,57 per cento) e del 5,12 per cento (media regionale del 3,73 per cento). A restare più vuote alla scuola secondaria di secondo grado sono le aule palermitane, con un indice di dispersione del 14,71 per cento (a fronte del 11,12 per cento regionale).

I numeri più preoccupanti riguardano gli istituti superiori. Gli alunni evasori (iscritti che non hanno mai frequentato) sono 598 mentre quelli che hanno interrotto la frequenza risultano 2.890, a questi si aggiungono i 6.254 studenti a cui l’anno scolastico non è stato convalidato per avere superato il limite di assenze consentite. E anche gli alunni (11.452) che non sono stati ammessi all’anno successivo o all’esame e quelli che non lo hanno superato. Nelle classi di scuola superiore, la percentuale più alta dell’Isola per la dispersione si registra a Palermo con 209 evasori, 989 abbandoni e 2.231 alunni con anno non convalidato. Male anche Ragusa con un indice del 12,42 per cento (che corrisponde a 49 alunni che non si sono mai presentati in classe, 127 che hanno interrotto la frequenza e 277 bocciati per le troppe assenze), seguita dall’11,28 per cento di Trapani e dall’11,27 per cento di Siracusa, dall’11,02 per cento di Enna e dal 10,35 per cento di Caltanissetta. Va un po’ meglio la situazione a Catania (9,89 per cento), Agrigento (8,19 per cento) e Messina (7,64 per cento).

Siracusa ha un doppio triste primato nelle scuole elementari e medie. In entrambi i casi, l’indice di dispersione è di gran lunga superiore al doppio della media regionale. Nell’Isola, per la scuola primaria, la media è dello 0,57 per cento con 450 evasori, 194 abbandoni e 618 alunni non ammessi all’esame o non licenziati. Dopo il primo posto della provincia aretusea (con 127 alunni che non hanno mai frequentato, 9 abbandoni e 69 tra non ammessi e non licenziati), ci sono Ragusa e Palermo dove si registra un indice di dispersione dello 0,54 per cento. Di poco migliori sono i dati nel Catanese (indice dello 0,53 per cento), in provincia di Caltanissetta (con lo 0,50 per cento) e di Messina (0,45 per cento). I territori più virtuosi sono quelli di Agrigento (0,41 per cento), Trapani (0,34 per cento) e Enna (0,15 per cento).

Per la scuola secondaria di primo grado, la dispersione registra un indice del 3,73 per cento con 478 evasori, 638 abbandoni, 1.673 alunni con anno non convalidato per le assenze e 2.459 alunni non ammessi all’anno successivo. Ancora una volta la situazione peggiore è quella fotografata in provincia di Siracusa (indice del 5,12 per cento) e di Ragusa (4,82 per cento). Molti i banchi che restano vuoti anche nell’Ennese (incide del 3,94 per cento), nel Nisseno (3,92 per cento), nel Trapanese (3,88 per cento), nel Palemitano (3,87 per cento) e nell’Agrigentino (3,84 per cento). Va meglio solo nelle province di Catania (3,29 per cento) e di Messina (2,30 per cento). 

«I dati da soli non sono mai esaustivi perché dietro ogni numero c’è la storia di un ragazzo che si intreccia a quella del territorio in cui vive», dice a MeridioNews Marco Vero, vicepreside e insegnante di educazione fisica all’istituto comprensivo Salvatore Chindemi nel quartiere popolare Mazzarrona di Siracusa. «La mia è una scuola a rischio in cui il fenomeno più diffuso è la frequenza saltuaria. Spesso dipende dal fatto che, per motivi personali o lavorativi, i genitori non riescono ad accompagnare o venire a riprendere i ragazzi e dall’amministrazione non ci sono servizi o sussidi». Insomma, dietro la dispersione scolastica nel territorio aretuseo ci sarebbero questioni di tipo pratico. «Senza tempo pieno la scuola è costretta a diventare un progettificio – spiega Vero – per aumentare il tempo di permanenza, che significa meno ore passate per strada dove sono esposti a modelli comportamentali distorti». Ciò che maggiormente lamenta il docente è la «solitudine della scuola. Servirebbe un’azione di concerto da parte dei diversi attori del territorio – aggiunge – Ci sono associazioni che provano a supplire, ma il volontariato non può diventare la stampella di un sistema zoppo». 

Uno dei percorsi più virtuosi del territorio è stato fatto dall’Arci nell’istituto comprensivo Edmondo De Amicis di via Algeri, sempre nel rione della Mazzarrona. Ma dallo scorso febbraio l’istituto è stato chiuso per questioni di sicurezza. «Per anni abbiamo portato avanti il progetto Malala (che prende il nome dall’attivista pakistana premio Nobel per la pace nel 2014, ndr) nella Casa dei cittadini al piano superiore del plesso – racconta Simona Cascio, presidente di Arci Siracusa – con ragazzi dai 5 ai 12 anni. Interrotto nel dicembre del 2017 per l’inagibilità della scala di accesso al nostro cantiere educativo». Doposcuola con il metodo della peer education, sport, attività ludiche e ricreative e una ciclo-officina al piano terra «per fare in modo che i bambini e i ragazzi vedessero la scuola come un luogo accogliente e non solo come un obbligo da assolvere per “evitare che i carabinieri vengano a prenderci a casa“, come ci dicevano in molti. Il problema vero – conclude Cascio – è che non c’è una presenza costante delle istituzioni per la prevenzione del disagio giovanile».  

Marta Silvestre

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