L'iniziativa di Giovanna Puglisi. «In questi giorni ci siamo accorti che alcuni cittadini rovistavano tra i rifiuti, nel bidone dell’umido, alla ricerca di qualche scarto da potere mangiare», racconta a MeridioNews
Covid-19, a Ragusa frutta e verdura gratis per bisognosi Titolare: «Piccolo gesto in un momento difficile per molti»
Si moltiplicano in Sicilia le iniziative per donare alimenti e cibo alle famiglie in difficoltà per la crisi legata al coronavirus. Un’emergenza sociale che tocca tutta la penisola e che rischia di peggiorare se le attività produttive continueranno a essere ferme. Tanti i Comuni che si stanno attivando per mettere in piedi iniziative volte al sostegno reale delle famiglie più bisognose e i banchi alimentari cominciano a proliferare.
A Ragusa non passa inosservato il gesto della titolare di un negozio di frutta e verdura. La signora Giovanna Puglisi, proprietaria dell’Angolo della frutta in corso Vittorio Veneto, ha deciso di dedicare un’area del suo negozio a chi ha necessità e non ha i mezzi per comprare le primizie. E così un cartello che campeggia sugli scaffali invita le persone a prendere quello che serve senza pagare niente.
Frutta e verdura gratuita per un totale, ogni giorno, di 50 chilogrammi complessivi. I cittadini del quartiere e non solo, che non hanno più soldi, potranno prelevare ortaggi e frutta fresca con un tetto massimo di due chili e mezzo ogni famiglia. Un gesto che scalda il cuore in un periodo in cui le difficoltà ad arrivare alla fine del mese diventano più concrete.
«Un piccolo gesto – spiega la donna – in un momento molto difficile non solo per la diffusione di questo virus ma anche per l’emergenza lavorativa che provoca ricadute sociali gravissime. In questi giorni ci siamo accorti che alcuni cittadini rovistavano tra i rifiuti, nel bidone dell’umido, alla ricerca di qualche scarto da potere mangiare. Così, insieme a mio marito, abbiamo voluto dedicare un angolo della nostra piccola bottega alle persone più bisognose, e sono davvero tante, che iniziano a non avere più soldi per acquistare i generi di prima necessità».