Dovrebbero mancare oramai poche delle 72 ore che il campo largo progressista si è dato per uscire allo scoperto con il nuovo nome del candidato sindaco di Catania. Con la sabbia nella clessidra rovesciata che diminuisce, a regnare è ancora una certa quota di confusione. Sembra passata una vita dai tempi della prima riunione non ufficiale al centro fieristico Le Ciminiere di Catania, dall’annuncio della discesa in campo di Emiliano Abramo e dal repentino ritiro che ha lasciato tutti orfani. Così M5s, Pd, sinistra, realtà civiche e associazioni, si sono dovute sedere di nuovo ai tavoli e portare pure le carte da giocare. Quelle che sono rimaste ancora coperte. In lizza c’è, senza dubbio, il candidato accademico Maurizio Caserta che attende fiducioso e con pazienza – che non è infinita – di sapere cosa ne sarà della sua rinnovata disponibilità. «Queste ore io non le sto vivendo come un dramma anche perché non sono all’interno di dinamiche di partito – risponde a MeridioNews il docente di Economia dell’Università di Catania – Non so come le stiano vivendo gli altri». «Sono sereno e aspetto che arrivi la decisione definitiva», afferma al nostro giornale il consigliere comunale del M5s Graziano Bonaccorsi, l’altro dato da alcuni come aspirante candidato alla poltrona più importante di Palazzo degli elefanti. E c’è chi pensa che, a questo punto, in questo braccio di ferro senza troppa forza, l’ago della bilancia sia il Partito democratico.
«Tira aria buona – dichiara il segretario regionale del Pd Anthony Barbagallo – aria di convergenza. Noi non abbiamo esigenze di rappresentanza di partito e – aggiunge per rispondere alle voci che vorrebbero il Pd come principale motivo dell’allungamento dei tempi – noi mettiamo olio e non veti». A questo punto, la convergenza sarebbe su Caserta candidato sindaco. Mentre si comincia a fare strada l’idea di una candidatura da vicesindaca di una donna del Movimento cinque stelle. A conti fatti, o l’ex ministra Nunzia Catalfo o l’ex deputata regionale Gianina Ciancio che, in questo ruolo, non incorrerebbero in questioni di deroghe di terzi mandati. «Stiamo facendo tutti i passaggi necessari prima di ufficializzare il nome – conferma al nostro giornale il referente regionale del M5s Nuccio Di Paola – primo tra tutti quello del confronto con la base. In fondo, è un bene che ci siamo presi questo ulteriore tempo per riflettere ancora». Un tempo che, vociferano i bene informati, potrebbe non scadere allo scoccare delle 72 ore (la cui deadline è nel tardo pomeriggio di oggi) previste dal fronte progressista, forte del fatto che anche nei centridestre la situazione non sia migliore. Anzi.
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