Cicero uber alles: “All’Ars politici vicini a Cosa Nostra”. La rabbia dei deputati

Questa volta nessun deputato lo ha difeso. La condanna è stata unanime e trasversale.  Parliamo di Alfonso Cicero, l’uomo indicato da Confindustria Sicilia per la guida dell’Irsap  sulla cui nomina, dovrà esprimersi il Tar Sicilia per dubbi di legittimità (non avrebbe i titoli, laurea in primis) e che, comunque dovrebbe essere vicino all’addio alla poltrona, in applicazione della legge che ha riformato la governance dell’ente e che l’Ars ha approvato proprio nel pieno delle polemiche che hanno investito la sua nomina.

Ieri,  forse proprio per togliersi qualche sassolino dalla scarpa, dall’alto della sua saggezza e del suo attaccamento alla legalità e alla trasparenza e alle regole (in quanto uomo di Confindustria, ha la patente ‘antimafia),  ha riservato ai deputati dell’Ars un’accusa molto pesante:

“Ci sono alcuni politici che continuano a mantenere certi riferimenti con Cosa nostra e che devono garantire in alcune sedi, anche quella parlamentare, interessi di questo tipo. Parlare genericamente di Assemblea regionale siciliana e’ sbagliato ma ci sono zone infette e deputati che agiscono in modo assolutamente pericoloso. Questo lo posso dire con certezza” ha dichiarato all’agenzia AdnKronos.

Parole che hanno suscitato una presa di posizione trasversale all’Ars. Dall’ironia di Antonello Cracolici, del Pd che ha invitato i deputati mafiosi ad alzarsi in piedi per farsi riconoscere, alla rabbia di Pippo Gianni e di Alice Anselmo che hanno chiesto al Presidente dell’Ars una presa di posizione ufficiale contro le parole di Cicero:

A prendere per prima la parola e’ stata la deputata dell’Udc Alice Anselmo: “Sono sbigottita e sconcertata dalle affermazioni di Cicero, credo che questa Assemblea, dove la lotta alla mafia appartiene a tutti, debba difendere le istituzioni perche’ no ne’ possibile continuare con questo modo incessante di offendere e vituperare chi lavora tutti i giorni, nel portare avanti una lotta contro la mafia. Dovete difenderci dalle infamanti dichiaraizoni di Cicero”.
“Non è la prima volta – ha detto in Aula Giovanni Ardizzone – che ci troviamo di fronte a dichiarazioni di questa portata. Non solo da parte di Cicero. È in atto un gioco al massacro, sotto gli occhi di tutti, che punta a delegittimare il parlamento. E non ci stiamo a fare la parte della Cenerentola. Le dichiarazioni del presidente Cicero sono di una gravità enorme. Ma non credo possano ledere l’immagine dell’istituzione. Certo, quando si spara nel mucchio, si mistifica e si confonde. Sono certo – ha aggiunto il presidente dell’Ars – che il nostro presidente della Commissione antimafia interverrà”.

L’intervento del presidente della commissione Antimafia, Nello Musumeci, non si è fatto attendere:  “Le dichiarazioni del geometra Cicero sono gravi, e se fossero fondate, porrebbero l’assemblea di fronte all’esigenza di fare assoluta chiarezza. In questo momento c’è un processo di delegittimazione dell’Assemblea portata avanti dall’interno e dall’esterno del palazzo. Dobbiamo attuare ogni iniziativa per garantire credibilità all’Ars. Per queste ragioni, per verificare se il geometra Cicero volesse o meno gettare discredito sul parlamento, avevo già deciso di prevedere il tema all’ordine del giorno della prossima seduta della Commissione. Non escludo anche di convocare Cicero. Vogliamo sentire da lui i nomi dei deputati che mantengono contatti e relazioni con Cosa nostra. Ovviamente, se le dichiarazioni del presidente dell’Irsap non dovessero corrispondere al vero, lo stesso si assumerà tutte le responsabilità”.

Nessuna difesa, questa volta, neanche dal capogruppo del Megafono-Lista Crocetta, Giovanni Di Giacinto: “Spero che Musumeci convochi subito Cicero. Nessuno di noi può stare ad aspettare. Vogliamo sapere chi è e chi non è mafioso, tra i parlamentari presenti in quest’Aula”.

 


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