L’Ars approva la manovra quater: Sud chiama Nord vota con la maggioranza e su una norma il governo va sotto col voto segreto

Alla fine è stata approvata (quasi) senza patemi d’animo. Parliamo della manovra quater, che l’Assemblea regionale siciliana (Ars) ha approvato stasera. Questo il risultato del voto: 33 favorevoli, 19 contrari, 3 astenuti. Negli articoli della manovra quater ci sono interventi per 560 milioni di euro, una cifra che ha portato molti a parlare di manovrina, indicata anche con la definizione più tecnica di variazioni di bilancio. La manovra quater viene dopo la ter e la bis – approvate nei mesi scorsi – ed è servita, anche in questo caso, per aggiungere ulteriori risorse economiche alla manovra vera e propria per l’anno in corso. All’iniziale stanziamento del disegno di legge (ddl) che era stato approvato in giunta, si sono aggiunti ulteriori 210 milioni, frutto di maggiori entrate per la Regione, che sono state accertate durante la discussione del testo all’Ars. «Con il via libera alla manovra finanziaria, il governo regionale destina oltre mezzo miliardo di euro, molti dei quali saranno devoluti al finanziamento di interventi per il contrasto alle emergenze», ha detto in aula il presidente della Regione, Renato Schifani.

Per l’emergenza siccità sono stati stanziati 65 milioni di euro e sono stati incrementati di 20 milioni i capitoli di spesa relativi agli interventi di protezione civile per le calamità. Per l’agricoltura – bonus fieno, minori raccolti cerealicoli, peronospora, blue tongue, brucellosi, comparto apistico – sono stati messi 50 milioni, 10 invece per la bonifica dei siti contaminati. Circa 55 milioni per la mobilità: 19 per il trasporto pubblico locale, 10 per i trasferimenti nelle isole minori, 17 per il contrasto al caro voli e 10 per gli aeroporti minori. Per gli enti locali sono stanziati oltre 15 milioni: 11 per i Comuni in dissesto, 3,5 per gli enti a cui sono state trasferite infrastrutture dall’Irsap (Istituto regionale sviluppo attività produttive), 2 milioni per gli enti interessati dall’emergenza per la crisi vulcanica. Circa 30 milioni saranno destinati alla contrattazione collettiva regionale. Approvata, inoltre, la stabilizzazione degli 81 precari delle Camere di commercio. Per il prestito d’onore agli universitari ci sono 10 milioni, i maggiori stanziamenti per l’Asacom (Assistente all’autonomia e alla comunicazione dei disabili) valgono 8 milioni, mentre 12,5 milioni sono i fondi ulteriori per le disabilità gravissime. Poi 1,2 milioni per il sostegno dei lavoratori delle aree di crisi complessa di Termini Imerese e Gela.

Poco prima del voto finale, l’Ars aveva approvato anche un maxi-emendamento del governo regionale, che conteneva una serie di misure aggiuntive, come il contributo una tantum di 5000 euro in favore delle famiglie a basso reddito (Isee non superiore a 5000 euro). Si tratta di 30 milioni, per quello che qualche giorno fa il presidente Schifani aveva definito reddito di povertà. Forse percependo che non suonava proprio benissimo, il presidente della Regione ha abbandonato questa definizione: «Non chiamiamolo reddito di povertà – ha detto alla stampa dopo il voto – sarà un assegno una tantum». Per quanto riguarda questo provvedimento la norma approvata all’Ars istituisce un fondo presso l’Irfis-FinSicilia con una dotazione, appunto, di 30 milioni di euro. Irfis-FinSicilia è una società partecipata al 100 per cento dalla Regione che esercita la relativa attività di direzione e di coordinamento. Le persone beneficiarie di questo fondo saranno destinate ad attività socialmente utili. Sembra che a ispirare quest’ultimo passaggio al presidente della Regione sia stato Cateno De Luca, deputato regionale, leader di Sud chiama Nord e sindaco di Taormina. «Ho condiviso la proposta avanzata da Cateno De Luca di un impegno dei beneficiari dell’assegno sotto forma di lavoro per i Comuni – ha detto Schifani – Chi può darà una mano ai Comuni. Ad ogni modo – ha concluso – fisseremo dei paletti rigorosi con una nuova delibera di giunta».

E proprio oggi in aula sembra essersi concretizzato l’avvicinamento di Sud chiama Nord al centrodestra di cui De Luca ha parlato qualche settimana fa, cosa che avrebbe provocato l’uscita di Ismaele La Vardera dal partito. Qualche minuto prima del voto finale, infatti, De Luca ha fatto sapere alla stampa che Sud chiama Nord avrebbe votato positivamente alla manovrina. «Un lavoro condiviso che merita riconoscimento – ha detto De Luca in una nota – Abbiamo avuto a disposizione un testo già predisposto e nel momento in cui le opposizioni hanno chiesto una revisione, questa è stata accolta. Di fronte a questo lavoro, che ha portato alla condivisione di tutti, Sud Chiama Nord voterà favorevolmente e lo dice alla luce del sole», ha concluso. Oltre a questo dato – che è più politico – non ne è mancato uno un po’ più tecnico, che però per qualche minuto ha fatto temere conseguenze.

Su una norma voluta dall’assessore all’Economia, Alessandro Dagnino, il governo è andato sotto con il voto segreto (e non è la prima volta). Già in mattinata nei corridoi dell’Ars si vociferava del fatto che sarebbe stato fatto uno sgambetto al governo, e così è andata. La norma proposta da Dagnino avrebbe stanziato 30 milioni per agevolare le aggregazioni tra imprese e favorire gli investimenti in Sicilia. Ma l’aula ha approvato un emendamento proposto dall’opposizione per sopprimere la norma proposta da Dagnino: 29 i voti favorevoli, 24 i contrari (con sei deputati del centrodestra che era presenti in aula, ma che non hanno votato). Elemento che però sembra non turbare Schifani: «Non mi preoccupa, non lo vedo come un fatto politico. Su questa misura vi erano delle perplessità da parte di alcuni – ha continuato il presidente della Regione – e al momento del voto sono state espresse liberamente. La manovra ha comunque tenuto». Successivamente i 30 milioni in questione sono stati destinati alla protezione civile (20 milioni) e alla riduzione del caro voli (10 milioni).

Sulla manovra quatermanovrina-variazioni di bilancio le opposizioni hanno espresso le loro critiche. Sarebbe meglio dire alcune opposizioni, visto che – dopo aver votato oggi insieme alla maggioranza – c’è da capire come si comporterà Sud chiama Nord nei prossimi passaggi parlamentari, primo tra tutti quello relativo all’approvazione della legge di Stabilità regionale per il 2025: se anche in quel caso De Luca e i suoi dovessero votare con il centrodestra, il passaggio in maggioranza sarebbe chiaro. «Per Schifani vince la Sicilia? Non ci risulta – dice Antonio De Luca, capogruppo del Movimento 5 stelle all’Ars – Nella manovra tanto fumo e poco arrosto. E per la sanità come al solito non c’è nulla. Troppe le lacune in questa manovra per parlare di vittoria». Dello stesso tenore il commento di Michele Catanzaro, capogruppo del Partito democratico all’Ars: «Si poteva e doveva fare di più, a cominciare dall’emergenza siccità. È un insieme di norme in ordine sparso che non ci convince».

Nel commentare l’esito del voto, però, il centrodestra ha parlato anche di un altro aspetto: ha espresso soddisfazione per un clima di collaborazione che si è visto oggi in aula e ieri nelle circa nove ore di incontri e colloqui informali tra le opposizioni e il presidente dell’Ars, Gaetano Galvagno, che ha fatto da mediatore tra le varie posizioni sulla manovra quater. Colloqui che avevano prodotto un accordo tra maggioranza e opposizioni; accordo che però stamattina sembra essersi rotto, quando il governo nel suo maxi-emendamento avrebbe aggiunto delle risorse che secondo le opposizioni non erano previste e non figuravano nel testo base in discussione in aula. E pare proprio che il motivo per cui poi si è arrivato al voto segreto che ha fatto andare sotto il governo sia proprio questo. Il protagonista (sconfitto) della vicenda è stato l’assessore all’Economia, Dagnino, con il quale ieri le opposizioni erano già entrate in contrasto (il Movimento 5 stelle ne ha anche chiesto le dimissioni). Da registrare, infine, una presa di posizione di Schifani nei confronti di Nicola Dell’Acqua, commissario straordinario nazionale per l’adozione di interventi urgenti connessi al fenomeno della scarsità idrica. «Poco fa ho scritto a Nicola Dell’Acqua – ha detto il presidente della Regione – Occorre una forte accelerazione da parte del Commissario contro la siccità, che ha poteri straordinari e l’ho invitato a usarli. C’è in mezzo l’esigenza di tutelare un bene primario, l’acqua. Io non guardo in faccia nessuno». L’esternazione del presidente della Regione è stata condivisa dal Movimento 5 stelle, che ha invitato Dell’Acqua alle dimissioni.


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