Francantonio Genovese, ascesa e caduta di un potente della Messina che conta

SEMBRA INCREDIBILE. IN POLITICA DA UNA VITA, EREDE DI UNA GRANDE TRADIZIONE DI IMPEGNO SOCIALE, BENESTANTE. PERCHE’ UNO COME LUI DECIDE DI INFILARSI IN UN SETTORE COMPLICATO COME QUELLO DELLA FORMAZIONE PROFESSIONALE?

Sembra incredibile: richiesta di arresto per l’onorevole Francantonio Genovese. Roba da non crederci. A Messina, questa notizia, deve aver lasciato di sasso migliaia di persone. Perché la famiglia Genovese, nella Città dello Stretto e dintorni, è molto conosciuta e stimata. E perché si fa fatica a credere che un uomo come Genovese, con la sua storia familiare alle spalle, possa aver voluto lucrare sui fondi pubblici della formazione professionale.

Classe 1968, figlio di Luigi Genovese, senatore della Democrazia Cristiana dal 1972 al 1994, Francantonio Genovese proviene da una famiglia che ha fatto la storia della Dc a Messina e anche in Sicilia.  Stiamo parlando del nipote di Nino Gullotti, più volte Ministro della Repubblica, per decenni leader indiscusso della Dc siciliana.

Ma c’è di più. Francantonio Genovese, che nella vita fa l’avvocato, è anche un noto imprenditore. E’, infatti, azionista e dirigente della società di traghetti guidata da Pietro Franza. Non si può proprio dire che a un personaggio del genere manchino le risorse economiche.

Genovese è in politica dagli anni del Liceo. Tra i giovani Dc e poi nel Partito dello Scudocrociato.

Da ventenne ha vissuto la dissoluzione della grande Democrazia Cristiana, sotto i colpi di Tangentopoli e di Mafiopoli. E’ stato dirigente del Ppi, Partito popolare italiano. poi tra i fondatori del Cdu (Cristiani democratici uniti). Alla fine degli anni ’90 è stato assessore al Comune di Messina al tempo in cui Sindaco era Beppe Buzzanca. 

Dal Cdu non ha seguito i suoi ex compagni di Partito poi confluiti nell’Udc, ma ha aderito alla Margherita, ovvero il gruppo di ex democristiani prima alleati della Sinistra e oggi confluiti nel PD.

Nel 2001 è stato eletto deputato all’Ars nella Margherita. Nel 2005 viene eletto Sindaco di Messina. Nel 2007 si candida alla guida del Partito in Sicilia e viene eletto coordinatore regionale. Nello stesso anno decade dalla carica di Sindaco di Messina in seguito a un ricorso per una storia di liste non ammesse. L’anno successivo – 2008 – si ricandida alla carica di Sindaco di Messina, ma viene battuto da Giuseppe Buzzanca, il Sindaco del quale lo stesso Genovese, come già ricordato, era stato assessore.

Nel 2008 è stato eletto alla Camera dei deputati. E rieletto lo scorso anno.

Una particolarità: alle elezioni primarie del PD del 2012 è stato il candidato più votato in Italia con quasi 20 mila preferenze. Nascono da qui tutti i suoi problemi? Chissà. 

Perché un personaggio del genere, a un certo punto della sua carriere politica, decide di puntare sulla formazione professionale? I soldi non ci sembrano una ragione plausibile.

Forse il potere che deriva dalla gestione di tali enti potrebbe essere la chiave di tutto.

Saranno i magistrati a chiarire tutti gli aspetti di una vicenda non certo esaltante. Anche se va sottolineato che il ‘caso’ Genovese – inteso come commistione tra politica e formazione professionale – non è certo l’unico.

I problemi, a nostro modesto avviso, cominciano negli anni ’90 del secolo passato, quando l’allora assessore al Lavoro (branca dell’Amministrazione regionale che gestiva la Formazione professionale prima della riforma che avrebbe creato l’assessorato all’Istruzione e alla Formazione professionale), Raffaele Stancanelli, e il Parlamento siciliano di quegli anni aprono questo settore alle società per azioni.

Una scelta politica sbagliata che ha prodotto, nel corso degli anni, errori su errori. Con molta probabilità, in quet’opzione, c’è l’intuizione della mala-politica siciliana, intenzionata a mettere le mani sui fondi europei del settore, piuttosto copiosi.

Fatto sta che, da quando i privati hanno messo le mani in questo settore, la situazione è peggiorata. Anzi, è degenerata nell’affarismo più sfrenato. Del quale la vicenda di Messina e la compravendita di Enti formativi sono aspetti macroscopici.

Per completezza d’informazione, non è vero che l’attuale Governo regionale sta provando a mettere ordine nel settore. L’operazione in corso è quella di sbaraccare gli enti formativi, che hanno sempre operato senza attività di lucro, per affidare il settore ad industriali falliti che, non avendo né arte né parte, si vorrebbero accaparrare i fondi europei di questo settore.

Ma forse a fare chiarezza penserà un’azione giudiziaria contro la Regione che punta a fare chiarezza sulle ripetute e mancate approvazioni dei Piani di offerta formativi. Ma questa è un’altra storia.

Scandalo Formazione a Messina: la Procura chiede l’arresto per l’on. Francantonio Genovese


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