Youth Guarantee: AAA… Servizi per il lavoro cercasi…

LA SICILIA FANALINO DI CODA DEL MERCATO DEL LAVORO. SENZA PROGRAMMAZIONE E CON 300 MILA NEET IL GOVERNO CONTINUA A FARE CONFUSIONE. SENZA UNA SVOLTA L’ISOLA RISCHIA DI TRASFORMARSI IN ‘TERRA DI PASSAGGIO’ SENZA PRESENTE NE’ FUTURO

La Sicilia è pronta a governare le dinamiche sociali? Con quale programmazione il Governo del presidente della Regione, Rosario Crocetta, risponderà alla sfida dettata dai cambiamenti? Lo studio di Italia Lavoro è finito in soffitta?

Sono domande legittime che necessitano di pronte risposte. L’emergenza sociale, dilagante ed esplosiva, la disoccupazione giovanile tra le più elevate in Europa non ammettono i ‘tempi supplementari’.

Il mercato del Lavoro si governa con regole certe e comprensibili per tutti, garantendo l’ingresso agli intermediari pubblici e privati qualificati. Sarà poi il mercato a stabilire, con avviene nel resto d’Europa, la selezione ed il merito.

Come nel celebre motivo di una canzone di Lucio Battisti: ‘Come può uno scoglio arginare il mare’…

La legge approvata dall’Ars la scorsa settimana che ha modificato l’articolo 12 della legge regionale n.24 del 26 novembre 2000, più che perseguire parafrasi aggiornate sul monopolio pubblico del collocamento, attraverso il Ciapi di Priolo avrebbe dovuto allinearsi alle realtà esistenti.

Una scelta politica quella del Governo Crocetta e del parlamento siciliano che, consentendo il pur meritorio assorbimento, a tempo determinato, di mille e 753 operatori ex sportellisti – ma scommettiamo che al bando parteciperanno oltre quattro mila unità? – avrebbe dovuto aprire e ampliare la platea degli intermediari non limitandosi solamente agli enti formativi ma a tutti quei soggetti qualificati già previsti dalla legge Biagi.

Va dato il nome alle cose! Ci sono grandi organizzazioni rappresentative del mondo lavorativo e sociale; ci sono altri soggetti imprenditoriali pronti ad investire nel mercato del lavoro, in Sicilia privati per legge di scegliere.

Oggi il limite evidente è che si vuole fare di tutta l’erba un fascio.

In un’economia civile, se si prescinde dalle grandi tecnostrutture, è difficile che si possa garantire il futuro, anzi è possibile affermare che non si va da nessuna parte.

L’Isola sconta l’incapacità dei governi precedenti – quello attuale non si sottrae alla responsabilità – e della politica siciliana di dotare la Sicilia di una legge che riorganizzi il Servizi per il Lavoro.

Cosa ci raccontano i fatti accaduti negli ultimi diciotto mesi, da quando cioè, l’esecutivo Crocetta ha preso in mano le redini del governo della Sicilia?

Il giudizio è netto: deficit organizzativo nella gestione amministrativa che conferma in maniera incontrovertibile il fallimento delle politiche attive del lavoro formative.

Il limite più’ grosso è dettato dall’incapacità di governare i processi con un vertice amministrativo responsabile del collasso istituzionale.

Prendiamo atto di diciotto mesi di fallimento, dicevamo, nella pianificazione, nei controlli, nella vigilanza e nella trasparenza di procedure e rendicontazioni. Non si può colpevolizzare un intero sistema economico per i danni prodotti da una limitata componente.

Chi ha rubato è giusto che paghi, ma un così elevato contenzioso, che rischia di appesantire il danno alle ‘casse’ dell’Erario pubblico, è un fatto sul quale non possiamo far finta di nulla.

La gestione della ‘macchina’ amministrativa è soggetta a non poche critiche.

I contrattisti dell’assistenza tecnica perché sono impiegati per compiti d’istituto che nulla hanno a che vedere con l’attività consulenziale e di supporto? Una parte dei lavoratori impegnati in Spartacus si è occupato di raggiungere gli obiettivi dl progetto oppure ha svolto compiti di istituto nei dipartimenti regionale Lavoro e Formazione professionale? Fatti che hanno impedito il corretto utilizzo del personale regionale . Circostanza che costituisce un ‘vulnus’ per la perdita dell’occasione di riqualificazione del personale regionale.

Emblematico il caso della filiera dell’obbligo formativo (Oif) dove allievi, personale impegnato ed enti attendono dal 2007 il saldo pari al 20 per cento del finanziamento. È come se avessero lavorato gratuitamente un anno e mezzo per il servizio pubblico. Si parla di cifre che si aggirano fra i 60 ed gli 80 milioni di euro che non si sa che fine abbiano fatto. Uno dei tanti misteri sulla gestione della delicatissima partita delle chiusure dei corsi formativi.

Visto che c’è la citata legge approvata dal parlamento siciliano ci si sarebbe aspettato un quadro diverso da quello che è invece emerso. Prendiamo atto, infatti, che, per esempio, nel corso dell’incontro tra i rappresentanti dell’assessorato regionale alla Lavoro e le parti sociali, sia emersa poca chiarezza da parte del governo e dell’amministrazione attiva sui contenuti, le finalità e le procedure che dovrebbero portare al bando per il reclutamento di 1753 operatori ex Spartacus. Il ritardo nell’individuazione di dette procedure crea non pochi problemi alla gestione di tutto il sistema. L’effetto dell’articolo approvato dall’Ars è chiaro: gestione centralizzata delle politiche attive del Lavoro in Sicilia. Ci chiediamo a questo punto l’orientamento ai corsi per la terza annualità del Piano giovani chi la farà?

E questo accade mentre gli enti continuano ad avere in carica il personale senza aver la possibilità di farlo lavorare. Un paradosso stucchevole!

Con il Piano giovani non si è capito chi e come garantisce il sistema di monitoraggio delle attività e della spesa. La seconda annualità è stata gestita senza un sistema informatico che garantisse il quotidiano monitoraggio della spesa. E vogliamo pensare che sia stata una precisa scelta politico-amministrativa. Un dubbio emerge: di fronte al sistema di rendicontazione con Unità di costo standard è possibile fare a meno di un sostegno informatico necessario a rispettare la trasparenza della spesa in sede di certificazione?

Qualcuno potrà obiettare che trattasi di somme che derivano dal bilancio nazionale e quindi non sottoposte a particolari vincoli comunitari. Però ….. Sarà interessante capire come gli uffici regionali procederanno a chiudere i conti del progetto Spartacus che grande attenzione ha già riscosso nelle Forze dell’ordine.

Siamo di fronte a un corto circuito che riscontriamo nel silenzio generale degli attori interessati. Si viaggia alla giornata sperando di non incappare in qualche buca.

Va detto, a chiarimento e per sgombrare dubbi e illazioni che i contratti a tempo determinato, previsti dalla ‘Youth Guarantee’, riguardano i servizi di orientamento.

La riforma dei Servizi per il Lavoro è altra cosa. Qualcuno associa tutto per fare melina e confondere le acque, creando sterili aspettative che non poggiano su fondamenta solide, fornendo elementi polemici che alzano inutilmente ma pericolosamente l’asticella del malcontento con esempi di soggetti ‘bistrattati’ fino al limite della minaccia per la semplice ragione di aver espresso la propria opinione che non coincide con quella generale. La difesa del posto di lavoro è un diritto, è legittima ed è atto che abbraccia la diffusa solidarietà. Atti di incompiuta supponenza, ripetuti nel tempo, non portano da nessuna parte.

Tornando ai contenuti, esiste uno studio che la Regione siciliana ha commissionato, non molto tempo fa, ad Italia Lavoro, che fine ha fatto? I contenuti di quel lavoro, che riprendevano quanto previsto dagli articoli 6 e 7 della riforma Biagi, sono stati insabbiati, perchè? Il sistema che regola il mercato del lavoro, i cosiddetti ‘Servizi per l’Impiego e il Lavoro’ e non le politiche per l’orientamento, che ripetiamo, sono altra cosa, è competitivo se si garantisce la contestuale presenza di operatori pubblici e privati. I fatti e le esperienze di altre regioni questo dicono!

Ed i soggetti abilitati sono tanti e qualificati. Università o loro consorzi per restare nel settore pubblico, come i privati accreditati che ne fanno richiesta. Le scuole superiori, gli ordini professionali, le agenzie per il lavoro gli enti formativi come i patronati delle organizzazioni sindacali. Un ventaglio di soggetti a vario titolo organizzati e strutturati nel territorio per offrire competenze e professionalità indispensabili per un corretto funzionamento del mercato del lavoro.

Smettiamola di alimentare una inutile quanto anacronistica ‘guerra tra poveri’: operatori ex Spartacus contrapposti agli enti di appartenenza. Non è su questo campo che si gioca il futuro dei giovani siciliani. I trecento mila giovani Neet (Not in Education, Employment or Training) in Sicilia dovrebbero farci riflettere. Un dato sconvolgente per l’impatto sociale che da solo sentenzia il fallimento di tutti gli attori coinvolti, nessuno escluso.


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