Youth Gaurantee/ I sindacati e lavoratori al Governo Crocetta: “Ecco perché il bando del Ciapi va ritirato”

DA DOMANI A PALERMO RIPRENDE LA PROTESTA DEGLI EX SPORTELLISTI. APPUNTAMENTO IN VIA TRINACRIA, DAVANTI LA SEDE DELL’ASSESSORATO AL LAVORO. LA NUOVA MANIFESTAZIONE DI PROTESTA DI DOMANI NON E’ ALTRO CHE IL ‘RITRATTO’ DELLA SICILIA DI ROSARIO CROCETTA, IL PRESIDENTE DELLA RIVOLUZIONE  DELLE CHIACCHIERE

Domani mattina, a Palermo, riprende la protesta dei lavoratori degli ex sportelli multifunzionali presi ancora una volta in giro dal Governo della Regione e dal braccio operativo dello stesso esecutivo nel mondo della formazione professionale: il Ciapi di Priolo.

Sindacati e lavoratori hanno contestato subito il bando, chiedendo il suo ritiro. Oggi spiegano il perché questo bando-papocchio deve essere ritirato.

Si parte da una nota trasmessa dalle organizzazioni sindacali firmatarie del Contratto collettivo di lavoro della formazione professionale all’assessore regionale al Lavoro, Giuseppe Bruno, al dirigente generale del dipartimento al ramo, Anna Rosa Corsello, al presidente del Ciapi, Egidio Ortisi ed al direttore generale dell’ente strumentale della Regione siciliana, Luciana Rallo.

La richiesta di ritiro immediato del bando ‘incriminato’, che i lavoratori interessati hanno coniato come ‘assassino’, è motivata da Flc Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola e Snals, secondo quanto si legge nella citata nota, “per la inadeguatezza e la mancanza del rispetto delle previsioni sottoscritte nella pre-intesa il 24 giugno scorso, ciascuno per la sua parte e secondo le dichiarazioni apposte a verbale”.

Il riferimento va al travagliato bando che avrebbe dovuto richiamare al lavoro presso il Ciapi per sei mesi e con un contratto a tempo determinato i mille e 753 ex sportellisti ai quali si sarebbero dovuti aggiungere i circa 90 lavoratori rimasti fuori dal precedente progetto ‘Spartacus’, pur in possesso di requisiti per riprendere a lavorare nei Servizi formativi.

I sindacati contestano il cambio di rotta del Ciapi nelle relazioni sindacali che ha portato al conseguente strappo, chiaramente visibile nell’articolato del bando che pone seriamente a rischio la tenuta dei livelli occupazionali del comparto. Ricordiamo che sono mille e 753 gli operatori che hanno lavorato per sei mesi al Ciapi, attraverso il progetto ‘Spartacus’ e che provenivano dall’esperienza degli Sportelli multifunzionali.

Non è facile ricostruire i fatti per via delle diverse componenti che si sono incastonate e che hanno determinato il fallimento delle relazioni sindacali e l’annullamento di ogni sforzo profuso dai lavoratori singoli o associati, riunitisi nel frattempo, in comitato spontaneo.

Difatti, prima che venisse pubblicato il contestato Avviso pubblico, il confronto era stato serrato e continuo sia con i sindacati che con i rappresentanti dei lavoratori ’liberi e autonomi’. Fatto che aveva permesso a tutti i soggetti interessati, Governo, Amministrazione regionale, Ciapi e organizzazioni sindacali e rappresentanze dei lavoratori di collaborare nel tentativo di trovare una ‘quadra’ eliminando le criticità, nel frattempo emerse.

Ed invece, è accaduto quello che nessuno aspetti. Il Ciapi ha reso pubblico il testo di un bando che contiene elementi non condivisi con i rappresentanti dei lavoratori e neanche con il gruppo autonomo degli ex sportellisti. Si tratta dei lavoratori cosiddetti ‘liberi ed autonomi’, lo ricordiamo, sganciatisi cioè dalle sigle sindacali tradizionali ed autonome e riunitisi in comitato spontaneo nel tentativo di dare una sterzata alla soluzione della vertenza.

Risultato? Il caos sociale e il clima surriscaldato che ha provocato momenti di tensione nei giorni scorsi. I lavoratori non si danno per vinti e si sono organizzati per proseguire, a partire da domani, la protesta. I lavoratori, consapevoli di essersi ritrovati con un pugno di mosche in mano, hanno confermato lo stato di agitazione davanti i cancelli dell’assessorato regionale al Lavoro di via Trinacria a Palermo a partire da domani.

Cosa è successo in pratica con la pubblicazione dell’Avviso ‘assassino’?

I posti messi a bando sono complessivamente due mila e 65 (‘fino a un massimo di’ recita il testo dell’Avviso), ma una larga parte degli operatori ex Spartacus rischia di restare a piedi. Serve la laurea per partecipare ad un bando che è diretto solamente a due figure professionali: orientatori e amministrativi. Che fine faranno i progettisti, i valutatori, i direttori, i formatori, i tutor e tutti gli amministrativi privi di laurea e per 70 di loro anche del titolo di studio di secondo grado anche se in possesso di una professionalità ultradecennale?

A leggere il bando sono certamente fuori.

Non a caso i sindacati sono saltati dalla sedia ed hanno messo nero su bianco scrivendo la nota, che abbiamo già richiamato, dove, oltre al ritiro del bando, chiedono che vengano concordati con le organizzazioni sindacali firmatarie di contratto i requisiti per l’accesso alla selezione di tutte le figure da prevedere, le modalità di assunzione, la durata e la decorrenza dei contratti.

Se questo è il risultato fin qui ottenuto, ci chiediamo: a cosa sono servite le decine di riunioni e tavoli tecnici? Mesi di discussioni per partorire il bando ‘assassino’ dal quale tutti hanno preso le distanze. Ed allora diciamole le cose come stanno: qualcuno bara e non dice la verità. Adesso inizierà la caccia alle streghe, si cercherà di scovare il responsabile di questo sfracello. I Sindacati, la politica, il Governo regionale, l’amministrazione regionale, il parlamento siciliano: chi tra questi è realmente responsabile? Forse nessuno o forse tutti?

La dottoressa Corsello, che non si è risparmiata a dispensare parole di conforto e certezze sul mantenimento dei livelli occupazionali, anche in sedi istituzionali come la commissione Cultura e Lavoro all’Ars, che fine ha fatto? Perché tanto silenzio? Come dovrebbero interpretare i lavoratori il suo atteggiamento da quando il Ciapi ha pubblicato il bando incriminato?

Siamo sicuri che tutte le responsabilità siano da ascrivere al Ciapi? Non ne siamo convinti, si tratta pur sempre di una struttura di proprietà della Regione siciliana sulla quale il potere di orientamento e condizionamento appare assoluto. Ed allora cos’è successo? C’è stato un corto circuito, su questo non abbiamo dubbi, ma quali sono le cause e soprattutto chi sono i ‘mandanti’? Chi ha imposto al Ciapi di pubblicare lo schema di bando non condiviso? Se nulla c’entra l’assessore al Lavoro, Giuseppe Bruno, se non ha colpa la dottoressa Corsello, perché non rimuovere Ortisi e Rallo dai posti apicali e commissariare il Ciapi come ha già chiesto il presidente della commissione Cultura e Lavoro all’Ars, Marcello Greco nei giorni scorsi?

Tra i lavoratori, non tutti per la verità, si era rafforzato, nei mesi scorsi, il convincimento che le parole della dottoressa Corsello fossero rassicuranti e che si dovesse dare credito e fiducia al suo operato. Nessuna ‘macelleria sociale’, aveva affermato a più riprese, e tutti gli ex sportellisti avrebbero trovato collocazione nel nuovo Piano di attività a sostegno dell’occupazione giovanile, che conosciamo col nome di ‘Youth Guarantee’. Così non è stato finora e siamo arrivati al termine del mese di luglio, il che significa che tralasciando agosto, mese di ferie per eccellenza, anche per chi non avendo come campare non sa più il significato del termine, la questione rischia di slittare a settembre, dilungando ulteriormente il momento della ripresa lavorativa dei lavoratori più fortunati.

Addirittura per qualche strano miracolo mediatico viaggiava a velocità supersonica, qualche settimana fa, la parola ‘stabilizzazione’ che aveva fatto saltare di gioia i lavoratori nel frattempo rimasti senza occupazione e senza reddito, placandone l’ira. Una orrenda maniera, sfruttando il potere mediatico, di tenere a ‘bagnomaria’ quasi due mila famiglie evitando sul nascere possibili crisi sociali, momenti di tensione e costruendo un clima di fiducia rivelatosi, a guardare ai fatti, inutile.

Ad essere sinceri, dalle colonne di questo giornale le perplessità le abbiamo avute sin dai primi di ottobre dell’anno scorso, allorquando il Governo regionale del presidente Rosario Crocetta si presentò impreparato alla scadenza del triennio di attività di orientamento finanziate dagli Avvisi pubblici 1 e 2 del 2010. Eravamo al 30 settembre e siamo stati criticati, forse a ragione o forse ingiustamente, poco importa, per aver dichiarato apertamente che il Governo regionale era senza idee e poco propenso ad individuare con serietà un percorso politico ed amministrativo degno di salvaguardare i lavoratori dei Servizi formativi e strutturare la Sicilia con un sistema dei Servizi per il lavoro virtuoso dove tutti avrebbero trovato spazio e soprattutto, i cittadini avrebbero potuto beneficiare di servizi adeguati per contrastare la dilagante disoccupazione.

Nulla di tutto ciò è stato fatto, nessuna politica orientata alla riorganizzazione dei Centri per l’Impiego e nessuna volontà di qualificare il mercato del lavoro utilizzando al meglio le professionalità dei lavoratori ex sportellisti e aprendo all’accreditamento delle agenzie private del Lavoro. Eppure risorse, strumenti e procedure non ne mancavano.I nodi vengono sempre al pettine. Il folle atteggiamento dell’esecutivo regionale guidato dal presidente della Regione, Rosario Crocetta e l’inadeguatezza dell’azione amministrativa attuata dalla dottoressa Anna Rosa Corsello, dirigente generale al Lavoro, hanno portato il comparto dei Servizi formativi a sprofondare nel caos dopo la pubblicazione eli bando pubblico per la selezione di 2.065 operatori da impiegare per l’attuazione delle misure offerte da ‘Garanzia Giovani’.

Si è conclusa la terza settimana del mese di luglio e le pagine di cronaca continuano a riportare la notizia dei ritardi nell’implementare un percorso amministrativo adeguato a far decollare il piano della ‘Garanzia Giovani’, mentre nel resto d’Italia sono avanti anni luce. È davvero scandaloso. La Sicilia relegata a fanalino di coda per le politiche attive del lavoro. Il governatore Crocetta forse dimentica che siamo ai primi posti per indice di povertà in Italia, con il più alto tasso di disoccupazione giovanile che ha prodotto oltre trecento mila Neet (Not in Education, Employment or Training). Perché il Governo regionale non riesce, o non vuole, un mercato del lavoro che funzioni? Questo modo di interpretare la politica, forse, nel convincimento che il precariato sia lo strumento per garantirsi i voti clientelari, non è ciò che serve alla Sicilia per uscire dalle sabbie mobili della crisi e dalla deriva della povertà. È ipotizzabile un commissariamento? Forse si o forse no, ma i siciliani cosa ne pensano di questo Governo? Soprattutto le decine di migliaia di disoccupati che idea si sono fatti?

Non sappiamo se il Ciapi ritirerà il bando contestato da lavoratori e sindacati e non sappiano neanche se le autorità competenti, quelle che i controlli li fanno per davvero, abbiano già messo mano ad attività investigativa di un certo tipo sull’operato dell’ente strumentale della Regione siciliana, recentemente promosso al vertice della gestione delle risorse comunitarie e nazionali con una norma che appare anacronistica e tipica del fare dietrologia.

Con certezza ed amarezza possiamo affermare, da quanto emerge ad oggi, che gli operatori sono senza lavoro dal 23 aprile 2014 e i giovani siciliani presentano la candidatura in altre Regioni consapevoli che in Sicilia non c’è nulla che funziona. Più di qualcosa non quadra e non c’è più tempo per le parole, occorre agire e subito per mettere una pezza a questo stato degenerativo con scelte politiche forti. Il presidente della Regione, di fronte ai dati sulla povertà , sulla disoccupazione, sul fenomeno dei Neet in Sicilia, sullo sconquasso del mercato del lavoro, non ha più alibi, intervenga o vada a casa.

Purtroppo per lui e per il cerchio magico che governo in parallelo l’Isola in questo caso non sarà possibile prendersela con gli enti formativi, incapaci di seguire le indicazioni della politica e i cambiamenti della società e del mercato del lavoro. Gli Enti sono stati fatti fuori il 30 settembre 2013 da un esecutivo che è inadeguato per continuare a governare. Le criticità, in questo caso, sono tutte ascrivibili all’assessorato diretto da Giuseppe Bruno e alla dottoressa Corsello che dirige il dipartimento al Lavoro. Chissà cosa ne penseranno i funzionari del ministero del Lavoro, titolari delle risorse della ‘Youth Guarantee’.

Con agosto alle porte lo scenario che si presenta è socialmente devastante.

Gli stessi tempi previsti per il completamento dell’iter indicato dal bando, ammesso che non venga ritirato, spostando la lancetta dello start-up almeno ai primi di ottobre 2014. Un Governo regionale responsabile avrebbe posto già rimedio supportando con azioni di sostegno al reddito il momento di passaggio da una fase all’altra dei lavoratori.

 

 


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