Lesioni personali e percosse aggravate. Sono questi i reati per cui sono stati denunciati madre e figlio, rispettivamente di 57 e 32 anni, ai danni della compagna dell’uomo. Dopo la nascita di una bambina, entrambi hanno cominciato a chiedere alla donna di effettuare il test del Dna sulla neonata paventando presunti tradimenti.
La donna, già madre di un ragazzo affetto da deficit cognitivo avuto da una precedente relazione, durante il periodo della gravidanza ha preferito vivere a casa dei genitori. Poi, una volta nata la bambina, dietro insistenti richieste del 32enne è tornata ad abitare in una casa in via Archimede (nei pressi della stazione ferroviaria) insieme al compagno e alla suocera.
A quel punto, sono iniziati episodi di violenza. Nell’ultimo caso, proprio mentre la donna era impegnata a fare le valigie per andare via di casa, sarebbe stata aggredita dalla suocera e dal compagno. Quest’ultimo, inoltre, avrebbe anche afferrato per il collo il figlio 13enne della compagna che era accorso in suo aiuto. La donna, a quel punto, lo avrebbe morso per fermarlo. Sul posto, avvisati da alcuni vicini di casa, sono intervenuti i carabinieri del nucleo radiomobile del comando provinciale.
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