Trapani, un punto che non spezza il tabù trasferta Cosmi: «Come 30enni che non lasciano la mamma»

Il pareggio di Ascoli è sicuramente un risultato gradito. Si tratta di un punto che da un lato non consente al Trapani di lasciarsi definitivamente alle spalle il fastidioso tabù trasferte, ma al contempo permette ai granata di restare a ridosso della zona play off. L’obiettivo era, è e rimane la salvezza, ma se i siciliani dovessero trovarsi ancora in queste posizioni di classifica tra qualche mese, chissà che non sia lecito sognare. Contro i bianconeri la gara non è stata certo esaltante, anzi è risultata noiosa e piena di sbadigli, con alcuni tra i giocatori granata che sembrano subire un’involuzione inspiegabile quando si tratta di giocare lontano dalle mura amiche. Un trend che deve essere invertito, perché i punti più pesanti si conquistano in trasferta e sono ancora più decisivi se arrivano soprattutto contro squadre con gli stessi obiettivi.

Del risultato ottenuto ieri allo stadio Del Duca bisogna assolutamente salvare qualcosa. Lo sa bene mister Serse Cosmi, che preferisce guardare il bicchiere mezzo pieno e al termine del match esprime la sua soddisfazione per aver interrotto la striscia negativa in trasferta. «Questa era una partita molto particolare – ha esordito -, era necessario arrestare la sindrome da trasferta. Il primo tempo è stato equilibrato anche se brutto, non ci sono stati situazioni offensive, nel secondo siamo partiti con un altro spirito, creando un paio di opportunità abbastanza clamorose». Non si può che essere d’accordo con l’allenatore perugino, perché il match è stato veramente brutto, con le squadre che forse erano più spaventate di perdere che vogliose di vincere.

Il tecnico granata ha comunque voluto spronare i suoi a cercare un miglioramento nel rendimento esterno: «È un risultato che ci sta, prendiamo per buono il fatto di aver dato continuità alla vittoria in casa, ma dobbiamo ancora migliorare tanto. C’è troppa differenza per alcuni giocatori tra il rendimento tra casa e fuori, sembriamo quei 30enni che fanno fatica a lasciare la mamma e trovano sicurezza solo tra le mura di casa». E in effetti le statistiche fin qui parlano chiaro: il Trapani sta costruendo il suo campionato quasi esclusivamente tra le mura amiche, non tanto per i punti conquistati – 14 su 20 sono arrivati al Provinciale – quanto per l’atteggiamento della squadra, che in casa sa imporre il proprio gioco, mentre fuori soffre non poco. La squadra granata, tra l’altro, ha il peggior attacco esterno, con appena tre gol realizzati in sette partite. Dieci, invece, le reti subite lontano dal Provinciale.

Tra i tifosi cominciano i calcoli e l’obiettivo minimo sembrerebbero i trenta punti con i quali i granata conclusero il girone d’andata lo scorso anno. I supporters sono fiduciosi nonostante i più accaniti siano convinti che quelli contro i marchigiani siano due punti persi. I pareri sono contrastanti: da un lato c’è chi pretende un netto miglioramento dei risultati esterni, dall’altro c’è chi si accontenterebbe di vincere tutte le gare casalinghe. C’è poi chi prova a elaborare un ragionamento indicando nella continuità l’aspetto più importante del pareggio di ieri, con un punto che ha interrotto un’altalena di risultati che sembrava senza fine.

Sabato prossimo il Trapani ospiterà l’Avellino, diretta concorrente per la salvezza che non è partita proprio benissimo in campionato e che è reduce da due brutte sconfitte. Gli irpini si trovano a quota 16 punti e hanno nel reparto offensivo il loro punto di forza, con Castaldo e Tavano che potrebbero recuperare proprio in vista del match contro i siciliani, senza dimenticare Mokulu e Trotta, capocannonieri dei biancoverdi con sei gol a testa. Insomma, servirà una squadra accorta e attenta, che non permetta agli avversari di fare la differenza. Senza dimenticare che i granata potranno contare sul proprio pubblico, quel dodicesimo uomo che finora, soprattutto nella testa dei giocatori, ha sempre rappresentato una marcia in più per i granata.

Luca Di Noto

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