Ottomila cuori granata al Provinciale, oltre duemila davanti al maxischermo allestito per l’occasione al Campobianco. A essere incollata ai televisori è comunque una città intera, il Trapani si gioca per la prima volta un posto in serie A e la situazione è talmente storica da interessare appassionati di qualunque genere ed età. La marea granata comincia a formarsi davanti allo stadio già oltre due ore prima della partita, sono tutti lì davanti, in attesa che i cancelli si aprano. Tra i tifosi serpeggia ottimismo, si parla di possibile successo per 2-0, 3-1 o 4-2. In ogni caso, bastano due gol di scarto per approdare nel massimo campionato. Il campo, però, dà ragione al Pescara, l’1-1 premia la squadra di Massimo Oddo che può così festeggiare la promozione. Il rovescio della medaglia è tutto nelle lacrime di Serse Cosmi: il tecnico granata è l’ultimo ad arrendersi e indubbiamente ci ha creduto davvero, conducendo il suo Trapani a un passo dal miracolo.
L’entusiasmo del Campobianco, dove è stato montato il maxischermo, esplode subito dopo pochi minuti, quando la rete di Citro sblocca la gara, portando i granata a un solo gol dalla serie A. Nella ripresa, però, arriva il gol da 40 metri di Verre che riporta la situazione al punto di partenza. L’espulsione di Scognamiglio, poi, pregiudica sogni e speranze dell’intera città. La tifoseria, però, è rimasta composta: oltre alle comprensibili critiche sull’operato arbitrale, dagli spalti e non solo l’incitamento alla squadra resta costante. Fino ad arrivare alla standing ovation finale, un applauso durato dagli ultimi minuti di recupero fino al termine della gara, a sottolineare quanto di straordinario abbia saputo fare e costruire una squadra partita con il semplice obiettivo di conquistare una salvezza senza particolari patemi d’animo.
Al triplice fischio gli applausi tributati dai tifosi a squadra e tecnico continuano. Mentre dall’altra parte del campo il Pescara festeggia, i granata raccolgono l’elogio di tutta la tifoseria. All’uscita dallo stadio i tifosi non si scompongono. Le chiacchiere si susseguono, c’è chi dà la colpa all’arbitro, c’è chi parla di «partita rubata» e anche poche voci isolate che dicono che dopo il primo gol si doveva cercare subito il secondo. L’immagine più tenera è però quella di un bambino che esce dallo stadio tenendo per la mano il papà chiedendogli: «E adesso che succede?». L’uomo è un po’ preso alla sprovvista, ma trova una risposta che consente al bimbo di ritrovare il sorriso perduto: «Amore niente, ci riproveremo l’anno prossimo». Ed è una voce assolutamente condivisa. I grandi traguardi, d’altronde, si raggiungono passo dopo passo. E il Trapani, seppur sconfitto, potrebbe aver gettato le fondamenta per obiettivi sempre più importanti.
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