Studenti in piazza contro alternanza scuola-lavoro «Sfruttati per pulire i gabinetti e fare le fotocopie»

Nuova protesta contro l’alternanza scuola-lavoro oggi a Palermo. Il serpentone degli studenti medi si è mosso dal Giardino Inglese tagliando per via Garzilli, piazza Virgilio e via Brunetto Latini direzione corso Alberto Amedeo. Meta finale Palazzo d’Orleans, presidiato dai blindati di polizia e guardia di finanza con decine di agenti e militari, mentre piazza Indipendenza è stata chiusa alle auto. Paralizzato il traffico di corso Calatafimi e corso Tukory, dove le pattuglie dei vigili urbani sono state costrette a deviare i veicoli sulla corsia degli autobus verso via Basile. In mattinata c’era stato un altro corteo partito da piazza Verdi. Tensione con le forze dell’ordine davanti al McDonald di piazza Castelnuovo. 

Circa 500 gli studenti scesi in piazza, affiancati dai sindacalisti che da tempo sottolineano il rischio che l’alternanza si trasformi in una nuova forma di sfruttamento lavorativo. Nel cahiers de doleances delle sigle la scarsa qualità della mansioni affidate agli studenti, un monte ore minimo eccessivo, il basso numero di imprese coinvolte nella formazione, le spese impreviste che a volta le famiglie sono costrette a sostenere. «Ci sono ragazzi sfruttati per fare fotocopie, sbrigare pratiche o lavare i gabinetti – dice Graziamaria Pistorino, segretario generale della Flc Cgil Sicilia -, a volte lavorando di sera o di notte».

Quanto al monte ore, «sono 200 per i licei e 400 ore per gli istituti tecnici e professionali. Si possono gestire nell’arco dei tre anni ma rappresentano comunque un carico tale che a Marsala alcuni studenti sono stati costretti a portarsi i libri per studiare sul luogo di lavoro. È un aggravio enorme per i ragazzi, molti hanno dovuto rinunciare alle vacanze estive». Altro punto critico «il basso numero di aziende coinvolte. In Sicilia appena il 7 per cento di attività di alternanza è realizzata su luoghi di lavoro, gli altri studenti si limitano a fare simulazioni ed elaborazioni teoriche. Un dato che pone l’isola al terzultimo posto a livello nazionale: ci sono regioni al 20-25 per cento».

La Cgil «è favorevole all’alternanza scuola-lavoro – chiarisce Pistorino – ma deve essere costruita come un percorso didattico e formativo, in base alle reali esigenze del territorio e con un numero di ore specifico in funzione dello specifico indirizzo scolastico. Invece non c’è alcuna forma di tutoraggio, nessun controllo sugli sforamenti degli orari di lavoro e nessuna forma di accompagnamento per gli studenti disabili: devono cavarsela da soli».

«La Sicilia è l’unica Regione senza una legge sul diritto allo studio – sottolinea Flavio Lombardo, coordinatore della rete degi studenti medi Sicilia -. L’ex assessore Scilabra ne aveva presentata una ma è rimasta sulla carta. Ormai se ne parla con il prossimo governo regionale: noi abbiamo già presentato una nostra proposta. Serve un regolamento che tuteli i diritti degli studenti, che intendiamo presentare alla Regione e al Miur. L’alternanza deve essere concordata con i tempi e le necessità degli studenti e soprattutto deve essere gratuita, mentre a volte sono le famiglie a pagare viaggi e materiali».


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