Sospese gare d’appalto per l’area Covid in aeroporto «Con la zona arancione gli arrivi sono quasi azzerati»

Con una nota di cinque righe la Regione congela le procedure di gara relative all’allestimento dell’area Covid all’interno dell’aeroporto Vincenzo Bellini di Catania. A riceverla, una decina di giorni fa, sono stati gli uffici di Sant’Agata li Battiati e il servizio Contratti della Protezione civile. Mittente, il dirigente generale Salvo Cocina. «Alla luce del nuovo scenario epidemiologico e delle disposizioni restrittive anticontagio nazionali e regionali, si dispone la sospensione delle procedure di gara avviate per la realizzazione dell’area Covid Test», si legge nella comunicazione ufficiale. Con cui si specifica che, nel caso di procedure già avviate, il dipartimento non aprirà le buste contenenti le offerte. 

In totale le gare indette nelle settimane scorse erano sette – dalla fornitura delle pareti per realizzare i box dove fare confluire i passeggeri da sottoporre al tampone all’arredamento dei locali, da lavori edili ad altri riguardanti l’impianto elettrico, fino all’acquisto dei condizionatori – per un importo complessivo di quasi 1,4 milioni di euro. L’obiettivo della Regione era quello di garantire una migliore gestione delle procedure di controllo dei flussi all’interno dello scalo etneo. A Palermo, la realizzazione di un’area Covid Test destinata agli arrivi dall’estero è stata annunciata a fine ottobre. L’operazione, in quel caso, ha riguardato un’area di oltre mille metri quadrati ma non ha visto un impegno diretto della Protezione civile.

All’aeroporto di Fontanarossa, invece, l’attesa era per le prossime settimane. Tutte le procedure di gara, infatti, erano state previste da una serie di disposizioni firmate tra la fine di ottobre e i primi giorni di novembre. Con i termini per presentare le offerte economiche fissati tra il 9 e il 12 novembre. Nel mezzo, però, è arrivato il Dpcm del presidente del Consiglio dei ministri Giuseppe Conte che ha incluso la Sicilia tra le regioni in fascia arancione. Uno status che in un primo tempo aveva riguardato, oltre all’Isola, la Puglia, ma che è stato poi esteso ad altre sette regioni e che, con un’ordinanza del ministro della Salute Roberto Speranza, giovedì è stato prorogata fino al 3 dicembre. Tra le misure previste per le aree caratterizzate da una «situazione di trasmissibilità sostenuta e diffusa con rischi di tenuta del sistema sanitario nel medio periodo», c’è appunto il divieto di spostarsi, oltre che tra un comune e l’altro, anche di lasciare la regione salvo comprovate necessità o motivi di lavoro, salute e studio.

«Al momento il traffico sugli aeroporti è ridotto all’osso e l’organizzazione esistente è più che sufficiente», è il commento che arriva dal dipartimento alla Protezione civile. Di fatto, dunque, il potenziamento dell’area Covid Test è stato rimandato a data da destinarsi e coinciderà con l’allentamento delle restrizioni nei confronti della Sicilia. La notizia della collocazione dell’Isola in fascia arancione era stata aspramente criticata dal presidente della Regione Nello Musumeci e dall’assessore alla Salute Ruggero Razza, in quanto ritenuta non coerente con i dati relativi alla situazione epidemiologica in atto. Polemica a cui Roma aveva replicato rimarcando come i parametri utilizzati per stabilire gli scenari di rischio non si fermino al numero dei contagi e dei posti occupati in terapia intensiva.

Intanto, ieri, ad attaccare il governo regionale in seguito all’ultima ordinanza del ministero della Salute è stato il Movimento 5 stelle. «È la palese dimostrazione del ritardo nel quale la Regione si trova nella lotta contro il virus, con enormi inefficienze praticamente su tutti i fronti e in particolare su quello delle Usca, dei tamponi e dell’istituzione di posti di terapia intensiva di tutti i tipi – hanno dichiarato in una nota i deputatai Giorgio Pasqua, Francesco Cappello, Salvatore Siragusa e Antonio De Luca -. Quello che andava fatto in periodo estivo è stato rinviato all’autunno». Da qualche giorno, alla lista delle cose a cui si sarebbe potuto pensare prima si è aggiunta anche l’area Covit Test nell’aeroporto internazionale di Catania. 

Simone Olivelli

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