Siracusa: fece esplodere bomba carta al bar, arrestato Un «ordigno micidiale» piazzato dopo una banale lite

È arrivato l’avviso di
conclusione delle indagini per l’uomo ritenuto responsabile di avere fatto esplodere una bomba carta davanti al batr Viola in via Giacomo Matteotti a Siracusa, nel centro storico di Ortigia la notte del 6 gennaio del 2021. Le indagini svolte dagli agenti della squadra mobile hanno consentito di individuare un 32enne siracusano che avrebbe agito per vendicarsi di un banale alterco all’interno del locale. L’uomo – che si trovava già agli arresti domiciliari per un’altra causa – è stato arrestato e portato in carcere. Sin da subito, il titolare del bar aveva dichiarato a MeridioNews che l’episodio non era da ricondurre a un atto intimidatorio: «Non ho mai ricevuto richieste di racket o di estorsioni e con i clienti nessun problema al netto di qualche caffè bruciato». 

L’esplosione dell’ordigno rudimentale aveva danneggiato
un ingresso laterale a vetri, le pareti e il soffitto e divelto la porta in alluminio e del locale. L’onda d’urto aveva provocato anche qualche lieve danno ai primi piani delle case accanto. Decine di segnalazioni erano arrivate dai residenti della zona svegliati dal boato intorno all’1.50. Un’esplosione così violenta che i poliziotti non erano riusciti a repertare alcun
frammento di materiale riconducibile all’ordigno completamente distrutto. Era stato poi l’intervento del
nucleo artificieri della questura di
Catania a scoprire che si trattava di un «
ordigno avente
una spiccata potenzialità offensiva e il requisito della micidialità
». Le indagini si sono avvalse sia delle informazioni rese dai testimoni che dell’analisi dei filmati registrati dalle telecamere di videosorveglianza della zona. 

Nel capoluogo aretuseo, dal 2017 a periodi alterni,
gli episodi di questo genere sono stati tanti. Rosticcerie, paninerie, pizzerie, pub, un rivenditore di dolciumi, una palestra, un barbiere, un fabbro, un circolo ricreativo, un centro scommesse. Stando a quanto emerso finora dalle indagini, però, la matrice non sarebbe unica e non sarebbe in ogni caso riconducibile al racket delle estorsioni. In alcuni casi, come in questo, il movente sarebbe stato legato a screzi personali, mentre in altri a questioni riguardanti il mondo del traffico e dello spaccio di droga.

Marta Silvestre

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