Si prepara un autunno ‘caldo’ per le banche italiane

MENTRE I MANAGER E I ‘CAPI’ DELLE AZIENDE DI CREDITO CONTINUANO A PERCEPIRE LAUTE RETRIBUZIONI (IN CAMBIO DI RISULTATI PIUTTOSTO MODESTI), I DIPENDENTI VENGONO TARTASSATI. LA FABI NON CI STA ANNUNCIA BATTAGLIA: “SE NON CI SARANNO AUMENTI E NUOVE ASSUNZIONI SARA’ SCONTRO”, DICE LANDO MARIA SILEONI. LA POSIZIONE DELLA SICILIA ESPRESSA DA CARMALO RAFFA

Stiamo arrivando all’autunno 2014 ed il clima sindacale si sta surriscaldando. Nei giorni scorsi si è aperta una dura vertenza all’interno del comparto delle Forze dell’ordine ed a poco a poco il clima caldo si respirerà in quasi tutte le categorie.

Il settore del credito è già in fibrillazione ed il leader del sindacato maggiormente rappresentativo di questa categoria non ne fa mistero.

Lando Maria Sileoni, Segretario Generale della FABI, infatti, in una recente intervista al Corriere della Sera, ha detto chiaramente che: “Se le banche insistono nel voler rinnovare il contratto senza alcun aumento economico sarà inevitabile andare allo scontro”.

Per chi ancora ricordasse i tempi dei bancari con retribuzioni superiori alle altre e con sedici mensilità, c’è da dire che ciò oramai fa parte del mondo dei sogni.

La categoria, con la crisi del settore che dura da oltre vent’anni, ha sopportato parecchi sacrifici ed infatti un neo assunto percepisce uno stipendio di appena mille e duecento euro al mese.

Negli ultimi anni abbiamo assistito a migliaia di esodi e pensionamenti anticipati ed a poche mosche bianche di nuove assunzioni.

Di converso, c’è da dire con chiarezza che i manager e gli altissimi ‘Capi’ non hanno limitato assolutamente i sacrifici e le loro retribuzioni sono apparse alquanto sproporzionate rispetto all’efficienza delle stesse banche e ciò logicamente contrasta con i sacrifici imposti tempo per tempo ai lavoratori e continua a provocare una dura reazione da parte della FABI e delle altre organizzazioni sindacali.

Nel prossimo incontro del 18 settembre fissato presso la sede dell’Abi, i sindacati si aspettano una scontata disponibilità alla trattativa, compresa quella relativa alle richieste economiche che, com’è noto, si limitano ai recuperi inflazionistici.

Se ciò non dovesse accadere, i bancari, con Lando Maria Sileoni in testa, saranno costretti a far sentire, ancora una volta e dopo le proteste dell’anno scorso, la propria voce, scioperando e manifestando nelle piazze di tutt’Italia.

La Sicilia, dice Carmelo Raffa, leader storico della FABI nell’Isola, è già pronta e su sentiero di guerra per tutelare i lavoratori e chiedere nuove assunzioni per un territorio che risulta all’apice dei dati relativi alla disoccupazione.

Redazione

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