Bagnanti e turisti hanno preso d’assalto la Scala dei Turchi, nonostante le barriere di interdizione e i cartelli e i totem con il divieto di ingresso dovuto alla misura cautela imposta dall’attività giudiziaria.
I militari della capitaneria di porto e gli agenti di polizia hanno denunciato 24 persone che si trovavano sulla marna bianca. Per lo più siciliani, ma anche cittadini stranieri (tra cui due turisti svizzeri) devono rispondere di violazione dei sigilli. Un reato per cui rischiano dai sei mesi ai tre anni di reclusione.
La scogliera candidata a patrimonio dell’Unesco, infatti, è stata posta sotto sequestro lo scorso febbraio quando è stato indagato Ferdinando Sciabarrà, il pensionato che ne rivendica la proprietà. Una disputa tra pubblico e privato che va avanti da anni e che è diventata una vera e propria querelle.
L’indagine della procura era stata aperta a carico di ignoti per inosservanza delle norme a tutela dei beni artistici, culturali e ambientali. Crolli, chiusure e riaperture: una storia che si ripete ciclicamente. Molte volte, negli ultimi anni, interi pezzi di marna bianca sono venuti giù dal costone costringendo il sindaco Calogero Zicari a emanare delle ordinanze – sempre difficilmente applicabili – che vietavano l’accesso al sito.
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