Mancavano solo tre giorni prima che la riforma delle autorità portuali entrasse in vigore. Oggi, il presidente della Regione Rosario Crocetta ha presentato richiesta di proroga per l’autonomia amministrativa delle autorità portuali della Sicilia. In sostanza, la possibilità che tutto resti com’è per altri tre anni.
Come previsto dalla legge, l’istanza è stata inoltrata al ministro dei Trasporti Graziano Del Rio e riguarda le authority di Messina, Trapani e Catania. Destinate, secondo la riforma, ad accorparsi rispettivamente a Gioia Tauro, Palermo e Augusta. Entro 15 giorni dalla pubblicazione del decreto, i presidenti delle Regioni interessate potevano fare richiesta di mantenere un’autonomia amministrativa per un massimo di 36 mesi. Inizialmente era stata prevista un proroga di solo 18 mesi, ma poi in fase di approvazione della legge il periodo è stato esteso a tre anni. Nelle intenzioni del legislatore c’è la volontà di consentire un percorso meno traumatico sotto il profilo economico e gestionale per quelle realtà che fino a oggi hanno operato in piena autonomia e che ora invece si trovano a essere inglobate insieme ad altre e sotto un’unica presidenza.
Rispetto alle 24 autorità portuali in tutta Italia, la riforma ne ha istitute 15. In Sicilia ne rimangono due: quella occidentale e quella orientale. La prima vedrà Palermo capofila con accorpati i porti di Trapani, Termini Imerese e Porto Empedocle, mentre la seconda vedrà insieme le autorità di Catania e Augusta e la sede dell’autorità di sistema portuale sarà la città siracusana. I porti di Messina, Milazzo e Tremestieri trovano posto all’interno della nuova autorità portuale dello Stretto insieme ai porti di Gioia Tauro, Reggio Calabria, Villa San Giovanni, Crotone, Corigliano Calabro, Taureana di Palmi e Vibo Valentia. Quest’ultima è la più grande tra le nuove authority in Italia e avrà la sua sede a Gioia Tauro.
A non gradire questi accorpamenti, oltre alla città dello Stretto era stata anche la vicina Catania, che aveva chiesto al governatore di presentare istanza di proroga. Medesima richiesta avanzata da Trapani e Messina. Lo stesso presidente siciliano non aveva nascosto la sua contrarietà a questa nuova riorganizzazione. Per Messina aveva anche avanzato forti preoccupazioni sulle possibili infiltrazioni delle ‘ndrine calabresi nell’economia messinese e siciliana.
Adesso la decisione spetta al ministro Delrio, che dopo aver valutato le richieste delle diverse Regioni, dovrà esprimersi sulle singole posizioni e decidere se accontentarle, bocciarle tutte o solo in parte. «Una volta presa la decisione – spiega a Meridionews il segretario dell’autorità portuale di Messina, Francesco di Sarcina – attendiamo che vengano fornite le indicazioni necessarie per capire in cosa consisterà quest’autonomia gestionale ed economica. La legge di riforma non lo specifica e stabilisce solo che le richieste verranno accettate con decreto che definirà i termini e le modalità della proroga». Non è escluso ad esempio che al posto dei presidenti delle autorità che hanno presentato richiesta possano essere nominati dei commissari. Per scoprirlo ci vorrà ancora qualche giorno.
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