Sono stati revocati gli arresti domiciliari nei confronti di Barbara Mirabella. All’ex assessora ai Grandi eventi della giunta guidata dall’ormai ex sindaco Salvo Pogliese era stata notificata un’ordinanza con l’accusa di corruzione a pochi giorni dal voto del 25 settembre. Mirabella era candidata con la lista di Fratelli d’Italia alle Regionali. Mercoledì scorso si è svolto l’interrogatorio davanti al giudice per le indagini preliminari Fabio Di Giacomo Barbagallo. Sotto la lente d’ingrandimento la società Expo e il congresso nazionale della società italiana di Chirurgia, presieduta dall’ex rettore Francesco Basile.
«Abbiamo dimostrato che la Expo ha svolto una poderosa attività per conto della società napoletana che aveva assunto l’incarico di organizzare il congresso – spiega in una nota inviata alla stampa l’avvocato Enrico Trantino – predisponendo i servizi locali che vengono approntati da soggetti presenti nel territorio in cui si tiene l’evento, per un intuibile risparmio di spesa. Tutti gli interventi messi in atto dall’ex assessora per risolvere alcune criticità che rendevano inospitale le Ciminiere, avevano come unico obiettivo favorire la realizzazione del congresso in città, per l’indotto che ha determinato la presenza di mille congressisti per l’intera filiera dell’economia turistica etnea, messa a dura prova dalla pandemia».
Nella nota del legale alcuni passaggi sono dedicati alle parole pronunciate da alcuni degli indagati. Parole intercettate dagli inquirenti in cui si faceva riferimento a delle presunti tangenti. «Certi sgradevoli riferimenti emersi nel corso delle conversazioni intercettate a tangenti o costi necessari – aggiunge Trantino – sono da attribuire a maldicenze di alcuni soggetti, espresse sempre in assenza della Mirabella. In tutte le volte in cui lei era presente, mai ha alluso alla sua funzione di assessora, o adombrato la possibilità che, ove fosse stato formalizzato il rapporto, il percorso amministrativo sarebbe stato più agevole. Sono convinto – conclude l’avvocato nella nota – che non sia stato commesso il reato che è stato contestato. E confido che l’intera vicenda possa presto concludersi con l’archiviazione, così cicatrizzando al più presto la sofferta ferita patita con l’inflizione degli arresti domiciliari in uno dei momenti più salienti per la vita di Barbara Mirabella e della sua famiglia».
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