Psicologia, Unict risponde all’Udu «Nessuno sbarramento illegittimo»

«Nessuno sbarramento illegittimo: il numero programmato per l’accesso al corso di laurea in Scienze e tecniche psicologiche è stato avallato dal ministero, sulla base delle strutture e del numero di docenti a disposizione». Così l’ateneo di Catania risponde alle contestazioni sollevate dall’Unione degli universitari sul corso per il quale lo scorso 3 settembre sono state svolte le selezioni preliminari. A febbraio il Tribunale amministrativo regionale ha dato ragione a uno studente non ammesso, stabilendo l’illegittimità in quel caso del numero programmato. Da qui le proteste del sindacato studentesco, attraverso il coordinatore etneo Giuseppe Campisi, che ha annunciato l’avvio di un ricorso collettivo

La replica di Unict arriva attraverso una nota nella quale Bianca Maria Lombardo, docente delegata del rettore per la Didattica, spiega che la decisione di mantenere il numero chiuso è stata approvata dal Miur. Il ministero «ha regolarmente dato parere circa l’attivazione per il 2015-16, anche a seguito di una valutazione delle strutture a disposizione e del numero di docenti di riferimento, che si computa in base a quello degli studenti previsti». 

Respinta anche l’accusa di mirare al guadagno derivante dai 40 euro pagati dalle aspiranti matricole per sostenere il test. «Se accogliessimo senza selezione tutti gli studenti che hanno chiesto di iscriversi a Scienze e tecniche psicologiche o negli altri corsi attualmente a numero programmato allora sì che faremmo cassa», sottolinea Lombardo. «Sia per il maggiore introito derivante dalle tasse d’iscrizione, sia per il conseguente incremento della quota di Fondo di finanziamento ordinario, calcolata in rapporto al numero di studenti iscritti».

Alla delegata fa eco Santo Di Nuovo, direttore del dipartimento di Scienze della formazione. «Queste norme valgono per tutti i corsi di laurea sul territorio nazionale – spiega – tutte le sedi attuano infatti da tempo analoghe procedure di limitazione e selezione per gli accessi». Una decisione che, secondo il direttore, deriva anche da dati occupazionali. «Il settore non richiede, dal punto di vista dell’occupazione, un numero di psicologi superiore a quello attualmente previsto dagli accessi contingentati che, da più parti, ordine professionale compreso, viene addirittura giudicato eccessivo». Permettere a tutti i richiedenti di potersi iscrivere, conclude Santo Di Nuovo, avrebbe causato problemi logistici. «Un numero di ingressi al primo anno pari a quello dei richiedenti (nel caso di Catania, oltre 1500) porterebbe inevitabilmente alla paralisi del corso stesso per insufficienza di aule e di docenti: le opportunità formative, insomma, sarebbero pessime per tutti, con utilità per nessuno».

Redazione

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