Prometeo, il pasticcio di Anna Rosa Corsello

IL BANDO PUBBLICO DEL CIAPI PREVEDEVA 1415 LAVORATORI. MA SE NE SONO AGGIUNTI 114. CHI PAGHERA’? E GLI ALTRI 500 RIMASTI FUORI CHE FARANNO?

La selezione del bando pubblico per il progetto “Prometeo” ha previsto la contrattualizzazione “da precari” di mille e 415 lavoratori. Il Ciapi ha diramato, invece, una graduatoria provvisoria mettendone dentro mille e 529. Come mai?

Ci troviamo di fronte alla moltiplicazione dei posti? È possibile cambiare i contenuti del bando pubblico per allargare la platea dei beneficiari? Sarà rimpinguato anche il finanziamento del progetto? Intanto il Governo del presidente della Regione siciliana, Rosario Crocetta, ha assegnato trenta cinque milioni di euro all’ente di formazione di proprietà regionale per pagare gli stipendi di una platea che originariamente contava cento quattordici lavoratori in meno rispetto a quella pubblicata nei giorni scorsi. Uno dei tanti misteri di questo progetto che è sotto le lenti d’ingrandimento delle autorità preposte al controllo di legalità.

La strategia di trasferire la gran parte degli operatori del settore formativo presso il Ciapi ha portato i suoi frutti. Ad oggi sono oltre tre mila e 300 i lavoratori che dagli enti formativi si trasferiscono alla Regione siciliana. Una maxi operazione clientelare del Pd di Crocetta & C. in prospettiva delle consultazioni elettorali per il Parlamento europeo?

Intanto, ripiomba nelle polemiche, tanto per cambiare, il martoriato progetto “Prometeo”, assegnato in house providing dal Governo regionale al Ciapi di Priolo per agevolare il ricollocamento di mille e 415 lavoratori del settore formativo rimasti appiedati per via della revoca dell’accreditamento e quindi del finanziamento degli enti di appartenenza.

Ad agitare l’ambiente alcune criticità che emergono dalla pubblicazione sul sito del Ciapi dell’ l’Elenco provvisorio dei lavoratori utilmente collocati in graduatoria Prometeo, scarno di informazioni e carente di criteri. Nonostante compaiano centoquattordici lavoratori in più rispetto a quanto previsto dal bando pubblico “Prometeo”, sono pervenute in redazione diverse segnalazioni di gruppi di lavoratori rimasti fuori dalla graduatoria. Sarebbero esclusi dalla graduatoria diversi dipendenti dello Ial Sicilia.

Così come sarebbero fuori dal progetto anche tutti i lavoratori della Fondazione Cas Onlus. Sono solamente due degli esempi di come sia stata gestita con approssimazione la vicenda del bando Prometeo. Ancora oggi non si conoscono i criteri che avrebbero portato ad inserire una platea di lavoratori lasciandone altri fuori. Ed è paradossale che nel caso dello Ial Sicilia, il governo regionale prosegua nella direzione di tenere l’ente fuori dal finanziamento diretto delle attività formative riferite alla seconda annualità dell’Avviso 20/211, finanziato con il Piano giovani.

L’Ente in questo momento avrebbe titolo a gestire i circa ventidue milioni di euro di risorse destinate l’anno precedente con conseguente ripresa lavorativa di tutto il personale dipendente. Ed invece, la dottoressa Corsello conferma la linea politica tracciata dal presidente Crocetta e dal fido Beppe Lumia, in coerenza con la guerra lancinante dentro il Pd siciliano. Però è accaduto che inspiegabilmente non tutti i lavoratori dello Ial Sicilia sarebbero dichiarati idonei. Perché non è stato pubblicato il punteggio? Perché non si conoscono i nomi degli esclusi e le motivazioni a giustificazione dell’esclusione?

Dalle colonne di questo giornale, nei giorni scorsi, avevamo raccontato della confusione che regnerebbe sulla gestione del progetto “Prometeo”, sui criteri di valutazione delle candidature e di accesso al progetto. Avevamo lanciato l’allarme che i dipendenti di enti sottoposti a revoca dell’accreditamento, e quindi alla perdita del finanziamento, sommati a quelli già licenziati a vario titolo nei mesi scorsi ammontavano ad almeno due mila lavoratori.

Adesso ci troviamo di fronte ad una possibile disparità di trattamento tra lavoratori. Tra coloro cioè che risulterebbero idonei e pronti al passaggio al Ciapi per gli inizi di marzo 2014 ed i circa cinquecento operatori che resterebbero a piedi e senza alcuna possibilità di trovare collocazione e ripresa lavorativa nel breve periodo.

Di riconoscere le spettanze maturate nei mesi scorsi, manca a parlarne. Su questo tema governo e amministrazione regionale accusano gli enti formativi e si sollevano dalla responsabilità di pagare. Carente anche il contenuto della graduatoria pubblicata dal Ciapi di Priolo. L’elenco, diviso in sei parti, contiene i nominativi corredati dal codice fiscale e dal profilo funzionale di ausiliario, formatore, responsabile processo, segreteria amministrativa, segreteria didattica, tutor. Non si conosce il punteggio di ogni candidato selezionato e non emerge il numero complessivo degli idonei, che ripetiamo corrispondono a mille e 529.

Prosegue la valutazione ampiamente negativa della gestione del progetto Prometeo da parte dell’esecutivo regionale, della dottoressa Corsello e del Ciapi di Priolo. Va aggiunto che non si conosce neanche con quali procedure saranno avviate le attività formative, come saranno reclutati gli allievi, chi avrà il compito e come di reperire aspiranti.

Ancora: in quali sedi si svolgeranno le attività formative e con quali costi aggiuntivi? E ancora, il maggior numero di lavoratori dichiarati idonei, pari a centoquattordici, come sarà retribuito restando a trentacinque milioni di euro il finanziamento, originariamente destinato alla copertura di mille e 415 operatori? Con quale criterio è stato possibile scegliere quali candidati ammettere al progetto e quali invece lasciare fuori?

Dissapori e agitazione tra i lavoratori permangono, mentre il Governo regionale non manca di distinguersi per papocchi e casini amministrativi.

Oltre alla competenza, quello che manca all’amministrazione regionale guidata dallo scienziato posto a capo del dipartimento Formazione professionale è un quadro complessivo del numero dei possibili soggetti beneficiari per il passaggio al Ciapi di Priolo.

Lo scenario che attende i più fortunati sarebbe quello di un contratto da precario che si consumerebbe in violazione dell’articolo 2 della legge regionale n.25 del 1 settembre 1993. Prometeo è un esempio di come assessore alla Formazione professionale, Nelli Scilabra, ed il dirigente generale del dipartimento al ramo, Anna Rosa Corsello, si muovano mortificando il legislatore siciliano e disapplicando le leggi di settore.

Questa però è una vecchia storia. Già dai tempi del governo di Raffaele Lombardo la Formazione professionale è stata gestita in totale difformità con le norme di settore in vigore. In questo il presidente Crocetta opera nel segno della continuità. Un ricorso al Tribunale amministrativo regionale (Tar) per la Sicilia di Palermo finalizzato al ripristino della legge regionale n.24 del 6 marzo 1976 dovrebbe far luce sulla vicenda che si trascina da tre anni e che ha spinto un centinaio di lavoratori, guidati dall’avvocato Francesco Menallo, a presentare la Class action amministrativa, con atto di diffida e messa in mora depositato nel novembre scorso ed all’indirizzo del Governo regionale e della dottoressa Anna Rosa Corsello.


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