Nuovi tasselli si aggiungono alla ricostruzione della vicenda della 17enne scomparsa da Caltagirone 29 anni fa. Unico imputato al processo è Andrea Bellia, un ragazzo della sua comitiva dell'epoca che anche oggi come sempre era presente in aula
Processo Simona Floridia, la testimonianza di un’amica Incroci di rapporti interpersonali al centro dell’udienza
Altri tasselli si aggiungono alla ricostruzione della scomparsa di Simona Floridia avvenuta il 17 settembre del 1992 a Caltagirone e per cui adesso si sta celebrando un processo per omicidio volontario premeditato a carico di Andrea Bellia. Nel procedimento riaperto a distanza di 26 anni dall’archiviazione del primo fascicolo – e senza che il corpo della vittima sia mai stato ritrovato – oggi è stato il giorno dell’esame di Ofelia Grimaldi. La donna, all’epoca amica di Simona, ha raccontato che dopo la scomparsa nessuno le ha mai riferito di avvistamenti.
«Che qualcuno aveva riferito ad altri di avere visto Simona in diversi posti, io l’ho appreso successivamente», ha dichiarato Grimaldi durante l’udienza che ha poi avuto al centro l’incrocio di rapporti interpersonali tra i giovani che all’epoca facevano parte della stessa comitiva. «Io sapevo che Simona – che al momento della scomparsa aveva 17 anni – aveva avuto una relazione con Mario Licciardi – ha confermato la teste – e che avrebbe voluto tornare a stare insieme a lui tanto che credo fosse proprio questo il motivo per cui incrementava anche il rapporto di amicizia con Bellia».
Unico imputato del processo, che anche oggi come sempre era presente in aula, Bellia era molto amico di Licciardi che fino al giugno del 1992 (pochi mesi prima della scomparsa) era il fidanzato di Simona Floridia. Licciardi si fidanza poi con Rossella Figura (che oggi è sua moglie) di cui Bellia si sarebbe però, nel frattempo, infatuato. Ed è proprio un dialogo registrato – avvenuto nel pomeriggio del 16 settembre 1993 – tra Licciardi e Figura ad avere fatto riaprire il caso a distanza di oltre un quarto di secolo. Una conversazione in cui l’uomo racconta all’allora fidanzata di avere ricevuto una confessione da parte dell’imputato che, difeso dall’avvocata Pilar Castiglia, continua a professarsi innocente.