Era messa nel conto. Anche se nessuno immaginava in tempi così rapidi. E, soprattutto, in piena campagna elettorale. Invece la rabbia e a disperazione dei lavoratori delle società municipalizzate e della Gesip è esplosa. E rischia di mettere la città in ginocchio già a partire da oggi.
Già da tre giorni in città non si raccoglie l’immondizia. Questo perché i dipendenti di Amia essemme – una società che fa capo all’Amia – sono senza stipendio. E si tratta di circa mille e 500 persone. A cui si sommano i lavoratori della Gesip – altre 1800-2000 persone – che dall’1 aprile sono pure senza stipendio.
Pensare di affrontare la campagna elettorale mentre quattro mila e 500 famiglie sono state gettate in mezzo alla strada è una follia. Si può discutere di tutto. Ma, alla fine delle discussioni, una soluzione va trovata. In tempi brevi. A poco servono le dichiarazioni dei vari candidati a sindaco, che dicono che i posti di lavoro vanno tutelati. Su questo siamo tutti d’accordo. Così come siamo d’accordo che la nuova amministrazione comunale di Palermo che si insedierà – supponiamo – tra la fine di maggio e i primi di giugno, dovrà mettere mano a una riorganizzazione delle società partecipate dallo stesso Comune.
Il problema è ora. Servono risorse finanziarie per andare avanti fino a giugno. E non possono certo bastare -come ha demagogicamente affermato qualche consigliere comunale uscente, o qualche candidato – il raddoppio dell’addizionale Irpef e l’Imu. Va insediato un tavolo con la Regione e con Roma. Per trovare, intanto, le risorse finanziarie per andare avanti per i prossimi tre mesi.
E’ un problema che l’attuale commissario straordinario del Comune di Palermo, prefetto Silvia Latella, ha affrontato ma non risolto. I conti sono presto fatti. Per Gesip servono ogni anno 70 milioni di euro. Ciò significa che per i prossimi tre mesi ne servono 18. Un po’ di meno ne servono per Amia essemme. E’ urgente l’intervento della Regione e dello Stato. La Regione, che in questo momento sta discutendo il bilancio, non può tutelare i precari storici che operano negli uffici dell’amministrazione regionale, dimenticando i precari del Comune di Palermo. Mentre lo Stato – e il riferimento è al governo Monti – non può fare finta che il problema non esiste.
Oggi, per Palermo, sarà una giornata difficile. Per il terzo giorno i rifiuti resteranno nelle strade della città. Non siamo più in inverno. La temperatura è già primaverile. E i rifiuti per strada, con una temperatura crescente, costituiscono un pericolo per la salute pubblica.
In strada ci saranno anche i 1800-2000 lavoratori della Gesip che, come già ricordato, dal primo aprile sono senza stipendio. Altri problemi sociali.
La politica si dia una mossa. Subito. Altrimenti dobbiamo pensare che ha ragione il presidente degli industriali di Palermo, Alessandro Albanese, che appena due giorni fa, ha chiesto di postergare la data delle elezioni.
Forse perché, prima di certi politici, ha capito che in città la situazione non si sta aggravando: sta precipitando.
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