La Chiesa: “Palermo cambi rotta”

“Palermo che vive una perdita emorragica di posti di lavoro”. Una città che da troppo tempo subisce il “declassamento nelle graduatorie nazionali”. “L’aumento della povertà”. “L’inefficienza di molti servizi pubblici essenziali”. La “contrazione delle risorse”. E su tutto, “l’incapacità degli amministratori locali di comprendere la reale gravità dei problemi”.

Le sferzata di Santa Madre Chiesta, stamattina, è arrivata a Palermo con la Santa Messa. Con la distribuzione di un opuscolo dal titolo emblematico: “Una comune responsabilità per Palermo”. Sono le “riflessioni della Chiesa palermitana in vista delle prossime elezioni amministrative”. In prima pagina, altra immagine emblematica: “Allegoria ed effetti del Buono e del Cattivo Governo”, opera di Ambrogio Lorenzetti esposta nel Palazzo Pubblico di Siena.

E’ un documento pesante come un macigno, quello distribuito stamattina ai fedeli durante la santa Messa. Sette pagine dense di considerazioni e suggerimenti probabilmente ispirati dall’Arcivescovo di Palermo, Cardinale Paolo Romeo. Con la Chiesa della città che, a poco più di 40 giorni dalle elezioni per il nuovo sindaco e per il rinnovo del consiglio comunale, promuove “un percorso di discernimento e di confronto che, crediamo -si legge nell’opuscolo – possa contribuire al risveglio che la nostra città attende”.

“Il primo passo di un autentico cambiamento – si legge sempre nell’opuscolo – sta nel non negare la complessità che abbiamo di fronte: Palermo vive una realtà difficile. La perdita emorragica di posti di lavoro e il processo di inesorabile erosione della base produttiva diffusa in tutti i settori delle attività economiche, l’accentuazione dei processi migratori di parte rilevante del capitale umano e intellettuale – soprattutto giovanile – il continuo declassamento nelle graduatorie nazionali dovuto al peggioramento della qualità della vita e dell’ambiente, l’aumento della povertà assoluta e relativa e l’inefficienza dei servizi pubblici essenziali sono solo alcuni sintomi di una profonda vulnerabiilità economica e di una preoccupante fragilità sociale che la nostra città ha visto aggravarsi nell’ultimo nell’ultimo decennio”. Chiarissimo il riferimento ai dieci anni di amministrazioni comunali guidate dal centrodestra di Diego Cammarata.

A questo si somma “l’incapacità degli amministratori locali di comprendere la reale gravità di tali problemi”. Quindi una ‘botta’ ai governi nazionale e regionale, là dove il documento segnala “la mancanza di efficaci politiche pubbliche capaci di attivare un qualche governo locale di tali processi”. Quindi un nuovo riferimento a Roma, con l’accenno alla “prospettiva di una forte contrazione delle risorse finanziarie nazionali e nella prospettiva concreta di un avvitamento recessivo dell’economia nazionale ed europea”.

Quindi un grido d’allarme lanciato a tutta la città: “Si sta rischiando la definitiva rottura del ‘patto sociale’ che fino ad oggi ha consentito, seppur in modo precario, un equilibrio occupazionale altrimenti insostenibile. Ciò richiederà con urgenza – e questo è un chiaro avvertimento ai futuri amministratori di Palermo – l’elaborazione di un nuovo modello di governo della città che, accogliendo la complessità come sfida, sappia farsi carico con responsabilità dell’urgenza e dell’ineludibilità di un cambiamento drastico di rotta”.

“Il prossimo governo cittadino – si legge sempre nell’opuscolo – dovrà porre una particolare attenzione alle giovani generazioni, riconoscendo la centralità del loro ruolo e dei percorsi educativi ad essi rivolti, per promuovere quello sviluppo produttivo del territorio che, troppo spesso, viene immaginato secondo logiche astratte o di potere, senza “considerare quelle risorse culturali, sociali ed economiche he in esso già operano con non poche difficoltà”.

“In una città come Palermo – recita l’opuscolo – dove l’iniziativa economica privata non è messa in condizione di esprimersi liberamente e pienamente, maggiore è la responsabilità del soggetto pubblico nell’agevolare le condizioni strutturali e infrastrutturali per favorire tale espressione: occorre una nuova visione imprenditoriale per lo sviluppo della città, e una nuova cultura del lavoro, produttivo che s’imponga su quella della rendita e del privilegio, che abbia il coraggio di sottrarsi al condizionamento della mafia e sappia realmente moltiplicare e far fruttificare i talenti di ciascuno”.

Quindi il passaggio sulle future elezioni. “Esercitare il proprio diritto di voto con piena responsabilità rappresenta oggi un impegno prioritario -si legge sempre nel documento -. E’ bene prepararsi all’appuntamento elettorale con un’adeguata informazione e un’accurata riflessione. Il nostro voto deve essere frutto di una decisione consapevole, che muova sia dall’esame dei programmi che delle qualità umane – soprattutto nella competenza – dei candidati”.

Quindi un attacco al voto di scambio, pratica molto diffusa in Sicilia. Dove, come è avvenuto il 4 marzo scorso, in occasione delle elezioni primarie del centrosinistra, non mancano i brogli elettorali, peraltro oggetto di un’inchiesta della magistratura. “Nessuno – si legge nel documento – potrà continuare a barattare il proprio voto sulla base di promesse che sollecitano i bisogni individuali a scapito del bene comune. A maggior ragione – e anche in questo caso è chiaro il riferimento a quanto avvenuto a Palermo – occorrerà prendere decisamente le distanze da quei soggetti che abusano e continuano ad abusare della politica locale mettendola al servizio dei propri interessi, invece di impegnarsi con tutte le forse per costruire la casa comune”.

C’è anche un appello ai politici che si professano cattolici: “Ribadiamo con forza che la misura concreta di tale riferimento non può che risiedere nella costante tensione ad uno stile di vita e ud un agire politico radicati nel Vangelo, dimostrandone la ‘forza dirompente’ a tutti i livelli”.

Il diritto di voto, si legge sempre nel documento, non basta. “Non è più tempo di deleghe in bianco”. La Chiesa invita tutti a partecipare alla vita della città. facendo sentire ai prossimi amministratori comunali “il peso della nostra vicinanza critica e costruttiva”. C”è anche – e non poteva mancare – un invito a un esame di coscienza, rivolto ai cattolici. Per verificare se, “nelle vicende che la nostra città ha vissuto nel passato non vi sia almeno una qualche responsabilità da parte loro e in che modo una coerente adesione al Vangelo possa aiutarli, oggi, a cambiare il volto di Palermo”.

“La tradizione del pensiero sociale della Chiesa – si legge sempre nel documento -è segnata da due parole chiave: sussidiarietà e solidarietà.

La prima – la sussidiarietà – richiama quanti vogliono esercitare responsabilità pubbliche a riconsiderare strategie, programmi, e modelli d’intervento, specie in settori decisivi per il modello della città come quelli del sociale, della cultura, del lavoro, partendo dal riconoscimento della persona e della sua naturale tensione a realizzarsi attraverso un insieme di relazioni affettive e sociali”.

“La seconda –la solidarietà – provoca la politica ad essere un reale luogo di riduzione e compensazione delle disuguaglianze sociali, ricercando e attivando strumenti che sappiano generare il vissuto cittadino come rete di relazioni autenticamente umane. Ci richiede il deciso superamento di atteggiamenti parassitari e irresponsabili da parte dei cittadini e dei gruppi sociali”.

 



Giulio Ambrosetti

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