Pagliaro (Cgil): “La Sicilia di Crocetta ha più Neet di tutta la Francia”

IL SINDACATO BACCHETTA L’ESECUTIVO REGIONALE CHE HA GESTITO MALE LA VERTENZA DEGLI EX SPORTELLI MULTIFUZIONALI E, IN GENERALE, DI TUTTA LA FORMAZIONE PROFESSIONALE. MOSTRANDO IDEE MOLTO VARIABILI. CI SONO 1754 OPERATORI DA RICOLLOCARE, SERVIZI DA GARANTIRE E RISORSE COMUNITARIE DA DIFENDERE

Sulla vertenza degli ex Sportelli multifunzionali restano aperte tutte le soluzioni. Affidamento diretto al Ciapi di Priolo, in quanto ente strumentale della Regione siciliana, oppure gestione ai privati accreditati?

È questo il dilemma sul quale la negoziazione tra Governo regionale e parti sindacali appare impantanata. A complicare la già difficile trattativa la delicata questione del tipo di rapporto di lavoro: a progetto o tempo determinato?

Sull’argomento abbiamo intervistato il segretario generale della Cgil in Sicilia, Michele Pagliaro.

“Sulla vicenda degli Sportelli multifunzionali – dice il segretario generale della Cgil siciliana – scontiamo il deficit di proposta del Governo di questa Regione. Vale per le politiche di orientamento, vale per la Formazione professionale, vale per le tante riforme che troppo spesso vengono annunciate, ma mai realizzate, anche da questo governo cosiddetto della rivoluzione”.

“Abbiamo assistito ad uno spettacolo indecoroso – racconta Pagliaro – un esecutivo regionale che sulla vicenda dei mille e 754 ex sportellisti ha avuto idee molto variabili: un giorno Ciapi e l’altro gli enti e per utilizzare le risorse comunitarie con un contratto precario proposto ai lavoratori che non possiamo accettare”.

“Rilevo in questa vicenda un vizio all’origine – puntualizza il leader della Cgil -: noi avevamo dato una apertura di credito al precedente Governo del presidente Raffaele Lombardo, che aveva promesso di mettere mano alla riforma del sistema formativo regionale. Quando ci fu proposto di utilizzare le risorse europee, sia per la Formazione professionale che per gli Sportelli multifunzionali bisognava fare di necessità virtù e fummo disponibili. Ma l’intesa avrebbe dovuto portare poi ad una riforma complessiva degli Interventi formativi, dei Servizi per l’Impiego e dell’orientamento che non è mai arrivata”.

“Sulla misura dei prepensionamenti, per esempio, se si agiva tre anni e mezzo fa, prima della riforma Fornero, avremmo avuto maggiori spazi di manovra – rilancia Pagliaro -. Oggi la situazione è ancora più grave. C’è una crisi che complica tutto. Anche se c’è l’attenzione dell’Europa sulle politiche per i giovani”.

“Il ‘Piano giovani’ e la ‘Youth Guarantee’ – spiega il dirigente sindacale – presuppongono Servizi per l’impiego efficienti. In Sicilia, a causa della impreparazione di fondo, il rischio è sprecare quest’opportunità. Si sta cercando in maniera impropria di finanziare strumenti e cattiva formazione che probabilmente dovevano essere riformati con altri canali di finanziamento”.

“È il dramma di una Regione dove il Piano giovani non è partito – afferma Pagliaro – il primo bando pubblicato dall’assessore Scilabra è servito solo a ricercare i comunicatori in una maniera del tutto discutibile. E’ strano immaginare che in una Regione con tanti dipendenti non si trovino le figure specialistiche o che non si riesca a qualificarli; ed è grave che avvenga in una Regione dove l’assessore alla Formazione professionale, in quanto giovane di età, dovrebbe essere più sensibile a questi temi. Ogni anno migliaia di giovani emigrano dalla Sicilia. I Neet (Not in Education, Employment or Training) sono 370 mila e se contiamo quelli con un’età di 34 anni la cifra sale a 500 mila, cioè quanto tutta la Francia”.

“Lascia perplessi – stigmatizza Pagliaro – il fatto che su 178 milioni si prevedono di spendere 100 milioni per l’orientamento, quando in altre regioni il servizio per l’impiego eroga l’orientamento in maniera gratuita. Così come è davvero strano che la Sicilia non abbia ancora firmato la convenzione con il ministero. Il Governo regionale ha atteso sul da farsi senza avere alcuna idea e questo è il risultato”.

“Il sistema a nostro avviso – precisa – dovrebbe essere misto, pubblico-privato. Però un vero sistema di accreditamento in questa Regione non esiste, fatto che ci pone di fronte alle criticità. Paradossalmente le regole dell’accreditamento nel’Isola le ha fatte l’Unione europea”.

“La permanenza nel sistema di questi pezzi imperniati di malaffare sulle risorse europee – sottolinea Pagliaro – ci pone a rischio di definanziamento. In una Regione che fa acqua da tutte le parti e in un situazione di default sarebbe stato opportuno fermare tutto e fare scelte diverse, finanziando ciò che è possibile”.

“In questo anno e mezzo i ritardi sono del tutto evidenti – conclude Pagliaro – nulla è stato fatto. Di fronte a un Governo regionale che cambia opinione continuamente, di fronte alla soluzione tracciata seppur provvisoria, decideremo insieme ai lavoratori. La Regione ha perso una partita importante, vanno riprese le redini. Il contratto a progetto di tre mesi si può accettare solamente a condizione che sullo sfondo ci sia certezza di soluzioni credibili e con un Governo regionale che ha perso molta credibilità la partita si fa dura”.


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