Un nuovo avviso di conclusione indagini, che annulla e sostituisce quello del dicembre del 2018, è stato emesso oggi dalla procura di Ragusa sullo sbarco del 17 marzo 2018 nel porto di Pozzallo di 216 migranti soccorsi da nave Open Arms dell’ong ProActiva al largo della Libia. Al comandante Marc Reig Creus e della capo missione Ana Isabel Montes Mier sono contestati gli stessi reati: favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e violenza privata. «Con il provvedimento di oggi, in realtà, c’è stata una precisazione dei capi di imputazione», spiega a MeridioNews l’avvocata della ong Rosa Emanuela Lo Faro.
Nello specifico, il procuratore Fabio D’Anna e il sostituto Santo Fornasier scrivono nel provvedimento che il reato di violenza privata sarebbe stato commesso nei confronti del ministero dell’Interno, attraverso il capo del dipartimento delle Libertà civili e dell’immigrazione. Secondo l’accusa, infatti la nave «anziché dirigersi verso Malta, punto di sbarco più vicino, e richiedere alle autorità maltesi l’indicazione di un porto sicuro – si legge nel documento – si dirigevano verso le coste italiane costringendo le autorità italiane (e per esse il capo del dipartimento delle Libertà civili e immigrazione del ministero dell’Interno) a concedere loro l’approdo in un porto del territorio italiano per sbarcare i migranti».
Questa mattina, il tribunale di Catania ha archiviato l’inchiesta nei confronti del comandante e della la capo missione che erano indagati per associazione a delinquere finalizzata all’immigrazione clandestina per lo stesso sbarco. Adesso, la procura iblea dovrà decidere se archiviare o chiedere il rinvio a giudizio. «Innanzitutto – precisa la legale – c’è da dire che l’autorizzazione ad attraccare alla nave Open Arms era arrivata dal comando generale delle capitanerie di porto. Poi, semmai l’ong avrebbe semplicemente costretto il capo dipartimento delle Libertà civili ad applicare la legge». Per l’avvocata, inoltre, sarebbe errata la qualificazione del reato perché «la violenza privata non si configura nei confronti di un corpo politico». Per quando riguarda, invece, il reato di favoreggiamento all’immigrazione clandestina «il tribunale del Riesame di Ragusa e il gip Giovanni Giampiccolo avevano già stabilito che c’era lo stato di necessità di mettere in salvo le vite dei 216 migranti».
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