Palermo in C, stasera la città urla la propria rabbia 1500 ultras scendono in piazza: «Sentenza pilotata»

«Ci facciamo rappresentanti di una città ferita, di persone che hanno voglia di urlare che in uno Stato di diritto così non funziona». Questo passaggio del comunicato diramato dai calciatori del Palermo può essere considerato il ponte che collega la presa di posizione dei tesserati con i sentimenti della città. Disorientata da decisioni del Palazzo ritenute ingiuste e penalizzanti. Ci si aspettava la voce della gente? Ecco la risposta, formulata attraverso diverse modalità. Si sono fatti sentire quei tifosi che attraverso un Comitato, secondo il quale si potrebbe configurare una lesione di interessi legittimi ai danni di tutti i sostenitori, hanno proposto una class action «per agire collettivamente contro la scandalosa decisione della Lega di B» (il riferimento è alla decisione del Consiglio direttivo di rendere esecutiva la sentenza di primo grado del Tribunale Federale Nazionale e di procedere subito con la disputa dei playoff senza aspettare il secondo grado di giudizio e senza dare dunque al Palermo il tempo di difendersi) e si è fatta sentire anche la massa, coinvolta dagli ultras della Curva Nord 12 (la Nord Superiore) in una grande manifestazione di protesta.

Sono circa 1500 i tifosi presenti questa sera in piazza Verdi. Non solo ultras (c’erano pure quelli della Curva Sud) ma anche supporters non appartenenti a gruppi organizzati. Dopo il raduno davanti al Teatro Massimo, con le colonne illuminate ad hoc con il colore rosa e con la scritta «Sentenza pilotata» presente sulla recinzione esterna, i sostenitori rosanero hanno formato un corteo (accompagnato dallo striscione «Vergogna» che racchiude in sé tutta l’amarezza e la rabbia nei confronti della Lega) arrivato fino a piazza Pretoria di fronte a Palazzo delle Aquile. Nel mirino dei tifosi, muniti di sciarpe, bandiere e qualche fumogeno, soprattutto la Lega di B e il suo presidente Mauro Balata, l’ex patron Maurizio Zamparini e Claudio Lotito, presidente della Lazio e patron della Salernitana, squadra che sarebbe salva nel caso in cui venisse confermata l’abolizione dei playout stabilita dal Consiglio direttivo della Lega B. I ‘bersagli’ del popolo rosanero sono stati apostrofati attraverso una serie di cori («Rispettate i nostri colori» è stato uno dei più gettonati) intonati a gran voce e senza soluzione di continuità.

In fondo al tunnel, intanto, si intravedono piccoli spiragli di luce in attesa del Consiglio federale di domani nel corso del quale verrà discussa certamente l’istanza del club di viale del Fante. Le parole pronunciate ieri dal presidente della Figc, Gravina, («Forse era meglio aspettare il secondo grado di giudizio») a proposito del caso Palermo rispecchiano il pensiero di Giancarlo Giorgetti, Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri con delega allo Sport: «Io avrei atteso l’appello, detto che la situazione mi sembra abbastanza seria. Ho chiesto a Gabriele Gravina un atteggiamento di assoluta oggettività rispetto ai giudizi. In linea generale – ha aggiunto – aspettare l’appello deve essere un principio di massima». Giorgetti in mattinata ha incontrato presso la sede del Coni a Roma il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, e in occasione di questo confronto il primo cittadino ha ribadito la posizione dell’Amministrazione comunale «a fianco dei tifosi e della squadra e la necessità che si trovi ogni rimedio, anche normativo, per impedire che la squadra e la città vengano penalizzate non da irregolarità o errori dei giocatori o dei cittadini ma da errori commessi da amministratori, peraltro del passato societario». Orlando, inoltre, ha chiesto all’Avvocatura comunale di verificare la possibilità di azioni legali «per tutelare i risultati sportivi raggiunti dalla squadra e l’immagine di Palermo».

E a proposito di rappresentanti istituzionali, è sceso in campo anche il presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci: «Quanto accaduto al Palermo Calcio è davvero un affronto a tutta la Sicilia – ha dichiarato – mi sembra di rivivere l’assurda vicenda del caso Catania ed è difficile non immaginare che se le due città fossero state al Nord forse l’atteggiamento sarebbe stato molto diverso. In queste ore – ha aggiunto – a tutela di Palermo e quindi della capitale della Sicilia, valuterò con l’Ufficio legislativo e legale se esistono le condizioni per agire in giudizio a tutela dell’immagine della nostra Regione».

Antonio La Rosa

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