Oif: Consorzio Eduform senza soldi sospende corsi Obbligo formativo in provincia di Trapani

OLTRE 200 MINORI NON POTRANNO TORNARE TRA I BANCHI DI SCUOLA. LA REGIONE SICILIANA NON PAGA E L’ENTE CHIUDE TEMPORANEAMENTE LE SEDI FORMATIVE. UN BEL RISULTATO PER IL PRESIDENTE CROCETTA E LA SUA GIUNTA. E LA PRIMA ‘GRANA’ PER IL NUOVO DIRIGENTE GENERALE, GIANNI SILVIA

“Il consorzio Eduform a causa delle precarie condizioni materiali in cui versa, a causa della mancata erogazione dei finanziamenti dovuti, in attesa che l’Amministrazione regionale provveda a ripristinare e garantire un regolare flusso degli stessi finanziaentio, si vede costretto a rinviare, suo malgrado, l’attività didattica relativa ai corsi della zona del trapanese”.

A dichiararlo, attraverso una pec indirizzata al dirigente generale del dipartimento Formazione professionale, Gianni Silvia, il legale rappresentante dell’ente di formazione ‘Consorzio Eduform’, Antonino Marasà.

È una decisione temporanea quella dell’Ente che opera nel comparto dell’Obbligo scolastico (IeFP) ma che produrrà l’effetto di lasciare a casa oltre 200 minori nelle sedi didattiche di Trapani, Marsala, Mazara, Salemi ed Alcamo.

Seppur temporanea, la scelta lascerebbe presagire uno scenario preoccupante e pericoloso, perché migliaia di ragazzi in obbligo scolastico, in Sicilia, potrebbero entro fine mese ritrovarsi abbandonarti in mezzo alla strada. Con la Regione che avrebbe fallito in toto il compito istituzionale di educare per strappare dalla criminalità i minori a rischio dispersione scolastica. Sarà così?

È chiaro che l’ente è stato costretto a dover assumere tale decisione a causa di una Regione che non paga, lasciando – in questo caso – senza soldi chi si occupa di un settore delicatissimo della vita sciale.

L’allarme, sul nostro giornale, l’ha lanciato nei giorni scorsi padre Antonio Lucente, presidente dell’associazione degli enti cattolici Confap (Cnos-Fap, Congregazione Padri Salesiani; Ciofs-Fp, Congregazione Figlie di Marie Ausiliatrice; Endo-Fap, Congregazione dei Padri Orionini; Engim Sicilia, Congregazione dei Padri Giuseppini del Murialdo; Cfp San Giovanni Apostolo). Appello caduto nel vuoto di una Regione siciliana sempr epiù ‘irresponsabile’.

E dire che appena qualche giorno fa i rappresentanti delle istituzioni – nazionali e regionali – hanno ricordato in pompa magna Padre Pino Puglisi, il sacerdote ammazzato dalla mafia di Brancaccio ventuno anni fa perché strappava i minori a Cosa nostra.
Il nostro giornale – dobbiamo ammettere in solitudine – faceva notare il paradosso dei rappresentanti delle ‘autorità’ che si sciacquavano la bocca con il messaggio e l’opera di padre Puglisi di qua e l’antimafia di là, mentre un altro sacerdote, dati alla mano, spiegava che la Regione e lo Stato stavano, di fatto abbandonando centinaia di minori a rischio. I fatti che stanno andando in scena in queste ore a Trapani ci danno ragione.

In questa incredibile storia non possiamo non ricordare una sorta di ‘macchinazione infernale’ alla quale abbiamo assistito: da una parte i ritardi nell’avviare i corsi dell’Obbligo formativo; dall’altra parte i lavoratori costretti a subire la tiritera che la Regione siciliana aveva sforato il Patto di stabilità e che non si poteva procedere al pagamento delle retribuzioni agli lavoratori del settore.

Responsabilità addossate ‘comodamente’ all’ex dirigente generale dei dipartimenti Formazione e Lavoro, dottoressa Anna Rosa Corsello, vittima sacrificale sull’altare della politica. Ed invece, come abbiamo raccontato nei giorni scorsi, è stata la dottoressa Corsello a lanciare l’allarme. L’ex dirigente generale della Formazione, in tempi non sospetti, ha inviato una lettera al presidente Crocetta e all’assessore Scilabra invitandoli ad elevare il tetto di spesa e sbloccare i pagamenti nel settore dell’Obbligo formativo destinato ai minori a rischio dispersione scolastica. Avvertimento che il governatore e l’assessore hanno cinicamente ignorato.

Ad ulteriore chiarezza riferiamo che con nota n.62464 del 31 luglio 2014, l’ex dirigente generale del dipartimento Formazione professionale ha scritto al dipartimento Bilancio e Tesoro, al servizio Monitoraggio e Controllo della spesa pubblica, al presidente Crocetta, all’assessore Scilabra ed all’assessore all’Economia, Roberto Agnello, per chiedere l’innalzamento della spesa.

Nella citata nota la dottoressa Corsello evidenzia di aver rappresentato, già nel mese di maggio 2014 ed in altre due note successive, la questione dello sforamento del tetto di spesa per l’annualità 2014 pari a 168.403.800,00 euro.

Le note richiamate sono la n.37385 del 13 maggio 2014, la n.46477 del 6 giugno 2014 e la n.53572 del 1 luglio 2014 con le quali, per l’appunto, ha rappresentato alla parte politica lo sforamento del Patto di stabilità e la necessità di intervenire per porvi rimedio ed evitare un’estate all’asciutto ai lavoratori del settore formativo legato alla formazione dei minori.

Nella richiamata nota n.62464 del 31 luglio 2014 la dottoressa Corsello la sottolineato ‘l’urgenza di garantire pagamenti per un ammontare pari a circa 32,47 milioni di euro in relazione agli interventi a valere sull’Obbligo Istruzione e Formazione (Oif), riguardanti le annualità 2012/2013 e 2013/2014 da erogare in favore degli istituti religiosi, a valere sui capitoli 372522 e 374101, per un ammontare pari a circa 32,4 milioni di euro’.

Ed allora vi riproponiamo una domanda che abbiamo già fatto in un nostro precedente articolo di quindici giorni fa ma che è attualissimo visto che nulla è cambiato dal 6 settembre ad oggi.

Com’è possibile che dopo tre mesi e mezzo il Governo del presidente Crocetta non abbia dato seguito alla nota firmata dalla dottoressa Corsello sbloccando i pagamenti nel settore dell’Oif?

Per la cronaca, per Obbligo formativo si intendono i corsi di scuola-formazione promossi per i minori che in Sicilia hanno abbandonato la scuola dell’Obbligo. I minori vengono accompagnati dalla scuola media fino a un diploma di scuola professionale. Insomma, gli si insegna un mestiere per poi provare a inserirli nel mondo del lavoro. In ogni caso, per quattro o anni si tolgono dalla strada. E dalle grinfie della mafia.

Con i gestori di questi corsi il Governo Crocetta ha utilizzato un metodo ‘gesuitico’: ha ritardato fino all’inverosimile l’avvio di tali corsi, sfiancando i minori e le loro famiglie.

Provate a immaginare un corso che dovrebbe iniziare a metà settembre e inizia a fine maggio dell’anno successivo, cioè a ridosso dell’estate che arriva? Un sedicenne che fa: inizia ad andare a scuola a giugno? Nemmeno per sogno!

Con questo stratagemma il Governo regionale ha potuto affermare che i “ragazzi non hanno voluto frequentare i corsi”. E li ha chiusi. Da qui i ‘risparmi’. E i minori in mezzo alla strada. In barba agli insegnamenti di Don Pino Puglisi.

La filiera dell’Obbligo formativo sta esplodendo. Oltre all’Eduform anche altri enti cattolici sono sull’orlo del fallimento e la decisione assunta in provincia di Trapani dal presidente Marasà potrebbe essere imitata da altri colleghi, stanchi di subire il massacro mediatico e finanziario ad opera di un Governo che solo a parole contrasta l’illegalità e la mafia.

Ci chiediamo: i parlamentari trapanesi – nazionali e regionali – cosa hanno da dire? Sono consapevoli che oltre 200 minori si ritrovano costretti a doversene restare a casa, nella migliore delle ipotesi, o a bivaccare per strada senza futuro? È questa la legalità che vogliono per il loro territorio?

Siamo convinti di no. Ed è proprio per tale ragione che ci aspettiamo dai parlamentari della provincia di Trapani una reazione a difesa dei minori e del diritto allo studio ed all’apprendimento per l’ottenimento di una qualifica lavorativa.

 

 


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